𝑳'𝒊𝒏𝒄𝒐𝒏𝒕𝒓𝒐 𝒑𝒕.𝟏

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Alexia pov:
Ero accanto ad Alexis, e ci trovavamo entrambe davanti allo specchio. Indossavamo delle graziose gonne rosa, abbinate a delle magliette a maniche lunghe che abbracciavano le nostre forme. Tuttavia, il pannolino che sporgeva risultava decisamente poco glamour.
<<Che schifo questi vestiti>>esclamò Alexis, girandosi su se stessa per valutare l'effetto a 360 gradi. Mi guardai attorno, osservando il riflesso nel vetro di fronte. Onestamente, non mi sembravo affatto male. Inoltre, Raissa, con la sua maestria nel fare le acconciature, era riuscita a dare un tocco di eleganza anche ai nostri capelli <<Tu ti lamenti sempre, Alexis>>, le dissi con un lieve sorriso, mentre lei borbottava qualcosa che non riuscii a comprendere appieno. Io e Alexis avevamo stretto un legame piuttosto rapido in questa settimana. Alexis poteva sembrare una ragazza dal carattere indifferente e talvolta spigoloso, ma in realtà ha un cuore nobile. Dalle sue storie sulla sua vita, posso capire perché si comporti così, a differenza mia, che sono timida e tendo a evitare conflitti <<Ma come siete carine, vostra madre vi ha proprio fatte belle>>, intervenne Felix, il nostro cosiddetto padre. Secondo Alexis, non dovevamo fidarci di Felix, ma guardandolo provavo un senso di fiducia e protezione, forse a causa dei suoi muscoli ben definiti <<Pronte per conoscere i vostri fratelli?>> chiese Raissa accanto a Felix. Oggi finalmente avremmo conosciuto i nostri presunti fratelli, e non vedevo l'ora. Io e Alexis non facevamo altro che parlare di loro, anche se sapevamo solo che erano cinque e che c'era anche una ragazza. Forse avremmo potuto stringere un'alleanza con la ragazza.
<<E poi hanno una sorpresa per voi>>, continuò Raissa con un sorriso misterioso. <<Davvero? E cosa?>> chiesi , incuriosita. <<È una sorpresa, lo scoprirete>>, rispose Raissa mentre ci prendeva per mano e andammo giù.
Mentre scendevamo le scale, mi ritrovai ad ammirare la casa: era un perfetto equilibrio tra modernità e tradizione, con uno stile prevalente di antico. Le scale erano maestose, rivestite di marmo, le pareti dipinte di bianco accogliente e un elegante lampadario dominava la sala. Il pavimento, invece, presentava un moderno e liscio marrone quercia.
Dopo aver percorso un corridoio, giungemmo in una vasta sala. Qui, il pavimento nero contrastava con le pareti di pietra, mentre un'enorme veranda aggiungeva luminosità e spaziosità all'ambiente. <<Ragazzi, ecco le vostre sorelle>>, annunciò Felix, e cinque figure si alzarono. Quattro uomini e una donna, ognuno di loro incredibilmente affascinante. <<Queste sono Alexia e Alexis, le vostre nuove sorelline, presentatevi>>, completò Raissa.
Un ragazzo alto dai capelli chiari si fece avanti, chiamandosi Elia, seguito da un altro con capelli scuri che sembrava il suo alter ego, Enea. Poi arrivò una voce più delicata e un viso angelico: Alan. Subito dopo, un ragazzo dai capelli disordinati ma con un certo ordine nel caos, vestito in stile street, si presentò come Elliot. Infine, una ragazza dai lunghi capelli lisci e dalla pelle impeccabile, Florence, si fece avanti con una voce piacevole all'orecchio.
<<Perché non mostrate alle vostre sorelline la sorpresa?>> suggerì Felix. <<Nel frattempo, prepareremo qualcosa da mangiare.>> Ci spinse verso di loro e credo che sia stato Elia a sorridere gentilmente, tendendomi la mano. <<Venite?>> La sua voce era così rassicurante che decisi di fidarmi e gli strinsi la mano. Alexis, come al solito, rimase un po' distante, ma alla fine accettò anche lei di dargli la mano mentre ci dirigevamo altrove.
Prendemmo l'ascensore, e devo dire che era enorme. <<Ma quanti cazzo di soldi abbiamo per permetterci un ascensore del genere?>> chiese Alexis, stupita quanto me. <<Abbastanza, ma cerchiamo di evitare termini scurrili, va bene?>> intervenne Alan, uscendo dall'ascensore.
Arrivati al terzo piano della casa, ci dirigemmo verso una porta. <<Ho notato che ci sono altri piani, cosa c'è lì?>> chiesi ad Elia sottovoce. <<L'ufficio dei nostri genitori e non osate mai entrarci, la stanza degli ospiti, la loro camera e poi la soffitta>>, rispose. Strinsi la sua mano in segno di comprensione <<Eccoci arrivati, vi presentiamo la vostra stanza. Abbiamo personalmente scelto le vostre cose>>, disse stavolta Enea. Io e Alexis ci scambiammo uno sguardo prima di entrare.

La stanza era semplicemente stupenda, con tonalità di bianco e rosa pastello che evocavano un'atmosfera fiabesca. Al centro, c'era un piccolo salotto con giochi, accanto a una stazione trucco. In un angolo, una porta conduceva a un bagno enorme, con una vasca dalle dimensioni particolari. Infine, c'era il nostro letto, enormemente rosa, con un pavimento così liscio che sembrava fatto apposta per scivolarci con dei calzini morbidi.
<<Adoro!>> esclamai quasi urlando, finché non ricevetti una piccola gomitata da parte di Alexis. Lo so che non dovrei comportarmi così, ma per una volta nella mia vita mi sentivo i trattata come una principessa. Anche se questo implicava vivere secondo alcune regole discutibili, ne valeva sicuramente la pena.

Alexis pov:
La stanza era un orrore, inguardabile. Mi veniva quasi da vomitare. Ho sempre odiato il rosa. Preferisco il nero, il blu, il rosso e molti altri colori, ma non il rosa. Tuttavia, Alexia sembrava adorarlo. I suoi occhi brillavano mentre esplorava la stanza. Da una parte la capivo. Non ha avuto una vita facile. I suoi genitori l'hanno affidata alle suore, che l'hanno rinchiusa in una stanza brutta e sudicia. Raissa e Felix si presentano come i genitori che avrebbe sempre voluto avere. A differenza mia, ha accettato molto di più. Diciamo che ho un carattere più forte di lei.
Decisi di uscire in terrazza per ammirare la vista. Odiavo ammetterlo, ma era davvero bella. Si poteva vedere un bellissimo giardino con campi e una piccola foresta. Mi chiedevo quanto fosse grande questa tenuta e che lavoro facessero Felix e Raissa per permettersela. Guardai giù e vidi delle persone marciare. Erano vestite di nero e indossavano occhiali scuri. "Saranno dei bodyguard?" pensai.

<<Alexis, vieni subito dentro!>> La voce imperativa di uno di loro mi spaventò abbastanza da farmi tornare indietro. Lo guardai confusa. <<Ti avevo detto di chiudere quella dannata finestra, Flo!>> ringhiò il moro , chiudendola a chiave. Io e Alexia ci guardammo confuse. <<Non dare la colpa a me, Enea. Prenditela con Alan. Era il suo compito>> disse Florence con tono tagliente. Sembrava essere lei quella che comandava.
<<Che ho fatto?>> chiesi guardando tutti che erano abbastanza agitati<<Tu nulla. La colpa è di uno di questi due. Voi non potete farvi vedere da altri per un'altra settimana, finché non avete ricevuto la cerimonia>> disse Enea.

<<In che senso la cerimonia?>> chiesi, curiosa. <<Praticamente è una sorta di entrata nella società>> continuò Elliot, ancora dovevo imparare i loro nomi.

<<Okay, ma chi erano quelli?>> chiesi, indicando le persone vestite di nero. <<Sono delle guardie del corpo. Proteggono noi e la nostra famiglia>> annuì Enea.

<<Ma se ci devono proteggere e non ci hanno mai viste, come sanno che devono proteggerci?>> chiesi, con una domanda spontanea. La risposta di Alan fu vaga, ma decisi di non fare altre domande.

<<Scusa, Elliot, ma quella porta accanto, cosa porta? Quella vicina ai trucchi>> dissi, indicando la porta che avevo notato prima.

<<Sono Elia, comunque. È la stanza accanto a quella di Florence. Non capisco perché sia chiusa. Dovrebbe essere aperta invece>> rispose Elia.

Mi girai verso Florence. Era vestita con una gonna bianca e una maglietta stile top che mostrava il seno. Era una ragazza bella, non c'era dubbio. Tuttavia, sembrava essere quella che non ci avesse neanche guardato <<Perché non voglio che entrino nella mia camera. Inoltre, oggi dovevano vedere la loro stanza, non la mia>> rispose Alexia, senza mezzi termini <<Flo, andiamo a parlare. Devo dirti due cose>> disse, prendendo sotto braccio la ragazza e uscendo<<Che ne dite se, mentre aspettiamo loro, ci facciamo qualche domanda?>> chiese Elliot. Annuiamo, perché ero curiosa di alcune cose.

Florence pov:
Appena entrammo in camera mia un forte schiaffo mi arrivò in viso, mi toccai la guancia, la faccia di Elia era al quanto incazzata << ma come ti comporti? Eh>> mi diede un altro schiaffo ma stavolta in testa, scompigliandomi i capelli << non le hai nemmeno guardate o considerate>> mi sgridò ancora.
Il motivo per cui non le consideravo era perché non avevo alcun interesse verso i loro confronti o tutto questo entusiasmo che i miei fratelli mostravano, semplicemente ancora non mi convinceva, diciamo che tutto quello che a che fare con l'ordine non mi convince tranne Malakia << Quindi vedi di avere un comportamento decente o ti spacco di botte>> Elia mi diede 3 sculaccioni e ritorno dentro, sospirai, sarà una lunga giornata quella di oggi. 

L'ordine: un mondo nuovo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora