𝐋𝐚 𝐧𝐨𝐢𝐚

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Alexia pov:
Mamma e papà erano usciti, lasciandoci a casa con i nostri fratelli. Il sole del pomeriggio entrava dalla finestra della nostra camera, illuminando gli specchi e riflettendo piccoli arcobaleni sulle pareti. Io e Alexis eravamo sedute sul letto, vestite come al solito in modo identico ai nostri genitori piaceva l'idea di trattarci come se fossimo dei gemelli: una gonna color pastello, una maglietta bianca e ballerine nere. A me piaceva quel look,
come se vestire uguali potesse unirci di più. Alexis, però, non smetteva di lamentarsi <<Mi sto annoiando, facciamo qualcosa?>>disse sbuffando, alzandosi di scatto e incrociando le braccia. Il suo tono di voce era carico di impazienza.  Alzai lo sguardo su di lei, sentendo già crescere dentro di me un leggero fastidio. Sapevo cosa stava per succedere, conoscevo quella sua espressione caparbia. La guardai come a dire "E cosa vuoi che faccia io?". Alexis alzò gli occhi al cielo, esasperata dalla mia passività, poi si girò di scatto e disse: <<Vieni con me>> Non mi diede nemmeno il tempo di rispondere; era convinta, come sempre, che l'avrei seguita. E, come sempre, lo feci.  Uscimmo dalla nostra camera e ci dirigemmo verso quella dei nostri fratelli. Alexis, senza pensarci due volte, spalancò la porta della loro stanza, senza nemmeno fermarsi a bussare. Dentro c'erano tutti, immersi nelle loro attività come se il mondo fuori non esistesse. Elia era seduto accanto alla finestra, con il solito libro tra le mani; Enea e Alan erano incollati alla PlayStation, Elliot e Florence erano seduti sul tappeto, circondati da dei fogli a fare non so che cosa.

<<Si bussa prima di entrare>> disse Elia, con la voce bassa e fredda, senza neanche voltarsi del tutto, il tono era fermo che non lasciava spazio a repliche. Tra tutti, era lui quello che comandava. Anche quando non parlava, il suo sguardo sembrava una sentenza.  Alexis però non si fece intimidire. <<Ci annoiamo>> dichiarò con il suo solito tono sfrontato. Mi irrigidii un po', già immaginando dove stesse andando a finire quella scena. Enea sbuffò, lanciandoci un'occhiata distratta prima di tornare al gioco. <<In camera vostra avete tutto quello che vi serve>> borbottò, senza neanche distogliere lo sguardo dallo schermo. Le sue parole suonarono vuote, un ritornello già sentito mille volte. Alan, sempre il più enigmatico, fece un cenno vago. Era così: a volte sembrava gentile, altre volte si comportava come se fosse costretto a interpretare la parte del duro. Non disse nulla, ma la sua espressione sembrava dire: "Perché siete qui?"Alexis, però, non mollava mai. <<Sì, ma ci annoiamo con quello che abbiamo>> ribatté, sfidando apertamente l'autorità di Elia. Era il suo modo di fare: spingeva sempre fino al limite, finché non succedeva qualcosa.
Elia chiuse il libro con un gesto secco. Il rumore delle pagine che si chiudevano rimbombò nella stanza come un avvertimento. Si alzò lentamente, ma la tensione nell'aria diventò palpabile. Feci un passo indietro d'istinto, sentendo il cuore che accelerava. Il muro alle mie spalle era freddo, come una trappola invisibile.
Elia avanzò verso Alexis con lo sguardo gelido. Prima che potessi intervenire, la mano di Elia si abbatté su di lei con uno schiaffo forte, che ruppe il silenzio con un suono netto. Abbassai subito lo sguardo, il mio corpo che tremava leggermente per lo shock, Alexis non disse nulla, per un attimo, sembrava che anche lei avesse esaurito tutte le sue parole.
<<Modera i toni, Alexis>> disse Elia con voce ferma, quasi senza emozione. Era abituato a comandare, a imporre la sua volontà senza dover alzare la voce. <<Tornatevene in camera vostra e non disturbateci più>> Mi costrinse a parlare con  il nodo che avevo in gola<<Scusate, non volevamo disturbare>>mormorai, la voce così bassa che quasi non la riconobbi, Elia ci scrutò per un istante, poi annuì lentamente. <<Bene. Ora andatevene>> Senza dire altro, presi Alexis per il braccio e la trascinai fuori dalla stanza. Lei non si oppose, ma il silenzio che ci seguiva sembrava pesare più di qualsiasi parola.
<<Se quelli pensano che torniamo in camera nostra, hanno visto un bel mondo>>disse Alexis con un sorrisetto furbo, continuando a camminare per il corridoio. La conoscevo troppo bene per sapere che di lì a poco mi avrebbe cacciata in qualche guaio. E, come sempre, non potevo fare a meno di seguirla.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 11 ⏰

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