3. Una serata ad Hogsmeade - Parte 1

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Indosso il mio nuovo e morbido maglioncino grigio con cucito sopra lo stemma di Serpeverde, e vado in bagno per darmi una veloce sistemata allo specchio prima di scendere.

Arruffo in fretta e furia i miei capelli scuri e rossicci per dargli un po' di volume, e con le mani stiro il maglioncino per farlo aderire bene al corpo senza neanche una piega.

Sorrido al mio riflesso. Ora che sono qui e che sto iniziando a realizzarlo, mi sembra impossibile non sorridere.

Torno nel dormitorio, afferro al volo la borsetta che avevo già preparato, e mi fiondo giu dalle scale quasi trotterellando.

Quando arrivo di sotto, la stanza principale è molto più buia di qualche ora prima: ormai il sole è sceso, e le acque del Lago Nero si sono fatte più scure. Oltre alla flebile luce che filtra tra le acque del lago, ci sono alcune lanterne accese che emanano un bagliore freddo.

Vado verso vetrata dove ho conosciuto Infaustus, e mi ci appoggio con la schiena attendendo con impazienza il suo arrivo.

Mi guardo attorno, scrutando attentamente i volti degli altri ragazzi e ragazzi nella sala comune che stanno chiacchierando tutti animatamente in piccoli gruppetti.

Quella da proprio l'impressione di essere una secchiona, mentre quello con cui sta parlando di sicuro non è del settimo anno, sembra troppo piccolo. Lei invece era la ragazza con cui era Imelda prima, e da lontano non sembra poi così spocchiosa...

Ma poi, il mio sguardo viene catturato da un ragazzo solitario, seduto ben composto su una poltrona in pelle nera, con in mano un libro che sembra essere parecchio pesante e lungo.

Un ragazzo che legge da solo, dovrebbe sembrarmi a dir poco noioso. E invece... la sua presenza attira la mia attenzione come una calamita.

Ha i capelli castani, gli occhi scuri dal taglio affilato, il viso tempestato di lentiggini rossicce, e le folte sopracciglia aggrottate per la concentrazione.

Mi chiedo che cosa stia leggendo di tanto interessante da starsene tutto solo mentre gli altri si divertono.

Sono ancora concentrata sul ragazzo misterioso, quando sento dei passi venire nella mia direzione.

«Ehi, Infaustus!» lo saluto allegramente, e lui segue la mia voce avvicinandosi a me.

«Ciao, Shar. Sei pronta? Hai preso tutto? Ti sei preparata una lista?» mi domanda entusiasta.

Sembra sia più contento lui di quanto lo sia io.

«Ho tutto, andiamo?»

«Andiamo» mi dice, e alza la sua bacchetta dritta davanti a lui, che produce un flebile bagliore. «È un'incantesimo che mi aiuta con la vista quando mi devo spostare. Proietta nella mia mente delle immagini e riesco ad identificare alcune sagome» mi spiega iniziando ad avanzare.

«Non pensavo esistesse un incantesimo simile» gli rispondo sorpresa.

«È una cosa che ho imparato a fare da solo, non me lo ha insegnato nessuno. È stato difficile, ma ora non mi richiede neanche un po' di sforzo lanciarlo».

Quando camminiamo affianco alla poltrona sulla quale è seduto il ragazzo misterioso, lo osservo di nuovo. È incredibile, è come se non riuscissi a staccare lo sguardo da lui. Fortunatamente lui è talmente impegnato nella lettura che non mi nota.

«Ehi, Seb!» esclama Infaustus, e d'improvviso mi trovo gli occhi del ragazzo puntati nei miei.

Sono profondi e cupi, molto più intensi di quanto mi fossero sembrati guardandoli da lontano.

«Infaustus, ciao. Come hai fatto a riconoscermi?» domanda lui con voce calma e bassa, chiudendo il libro e alzandosi in piedi.

È alto di almeno una ventina di centimetri in più di me, e la sua presenza è parecchio imponente.

Me and the Devil || Sebastian SallowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora