6. Nel sotterraneo

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Dopo almeno un paio d'ore passate a studiare, provare e perfezionare incantesimi insieme a Sebastian, ci concediamo qualche minuto di pausa.

Mi siedo sul divanetto in pelle, e lui si siede accanto a me.

«Allora, come sono andata, insegnante spietato ed esigente?»

«Molto meglio di quanto credessi, a dir la verità. Insomma, non hai mai avuto una vera bacchetta, eppure sembra che tu sia in grado di lanciare incantesimi da una vita. Riesci a farlo senza sforzi, ti viene naturale, non ho mai visto una cosa simile» mi risponde lui in tono serio.

«È strano usare la magia. Per me che non l'ho quasi mai fatto, intendo. È come se la mia anima vibrasse quando lancio un incantesimo. Sento la magia scorrermi dentro, nelle vene e nelle ossa. Forse è perché non ci sono abituata».

«Aspetta, che hai detto?» mi domanda scattando sull'attenti.

«Che... non ci sono abituata?» ripeto confusa in tono interrogativo, aggrottando le sopracciglia.

«No, no. Ripeti quello che hai detto prima di quello» farfuglia agitato.

«Ho detto che sento la magia scorrermi nelle vene e nelle ossa...» gli rispondo sempre più perplessa.

«Nelle vene... e nelle ossa...» mormora tra sé e sé picchiettandosi l'indice sul mento con fare riflessivo.

«Non credo di star capendo».

«Aspetta... no, non è possibile. Però, magari... senti, Shar, tu hai mai...»

«Seb? Sei qui?» lo interrompe la voce di Infaustus, che proviene dall'entrata del sotterraneo.

Mi si gela il sangue. Ora Infaustus scoprirà che sono qui, e si arrabbierà sicuramente.

«Cazzo» bisbiglia lui con una smorfia infastidita.

«Che facciamo ora?» domando a bassa voce a Sebastian, mentre Infaustus si avvicina.

«Lascia fare a me» risponde lui alzandosi. «Infaustus, sono qui».

«Ehi, eccoti! Volevo chiederti se per caso avevi visto Shar, sono andato in biblioteca per darle un libro che avevo dimenticato nella mia stanza ma non l'ho trovata, ero convinto fosse lì... Aspetta, chi c'è con te?» domanda sbigottito, venendo verso di me a passi svelti.

«Infaustus, Shar è qui. Non prendertela, volevo insegnarle qualche incantesimo per darle una mano e questo era l'unico posto in cui potevamo farlo in tranquillità».

«Che cosa?!» esclama lui, palesemente stizzito. «Ma questo posto doveva essere un segreto!»

«Infaustus, possiamo fidarci di lei, lo sai».

«Non è questo il punto. Dovevi chiedermi un parere prima di portarla qui! Come hai potuto farlo senza prima chiedermelo? Ultimanente non ti capisco proprio, Sebastian!» continua lui sempre più alterato.

«Senti, mi dispiace, io...» tenta di giustificarsi Sebastian.

«Non voglio sentire un'altra parola da te. Me ne vado» borbotta Infaustus andandosene in fretta e furia.

«Perfetto!» sbotta Sebastian alzando le mani al cielo con fare rassegnato.

«Sebastian, credo dovresti seguirlo, sembra esserci rimasto molto male».

«Ma tu dovevi...»

«Tranquillo. Avremo modo di continuare ad esercitarci con gli incantesimi un'altra volta. Va bene così. Vai da Infaustus» lo incito indicandogli la porta del sotterraneo con un cenno del capo.

Me and the Devil || Sebastian SallowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora