4. Notte insonne

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Proprio non riesco a prendere sonno.

Sono stanca, ho mal di testa, quasi non mi sento più i piedi dopo tutte le camminate che ho fatto tra Hogwarts e Hogsmeade, eppure non riesco a chiudere occhio.

Continuo a pensare a che cosa succederà domani, a come sarà frequentare le lezioni, ai miei nuovi compagni con i quali spero di instaurare un'amicizia... e ogni tanto, come un fulmine al ciel sereno, mi appaiono nella mente gli occhi intensi e affilati di Sebastian.

All'ennesima volta in cui chiudo gli occhi per provare ad addormentarmi, e poi inevitabilmente li riapro perché non riesco a mettere a tacere la mia testa, ci rinuncio definitivamente.

Sbuffando silenziosamente mi alzo con lentezza, scendo dal letto cercando di fare il meno rumore possibile, e vado verso l'uscita del dormitorio.

Scendo al piano di sotto, pensando che forse potrei trovare un libro da leggere nell'attesa che mi cali un po' la palpebra.

Stringendomi nella vestaglia di Serpeverde, guardo le vetrate della sala comune e l'acqua tranquilla del Lago Nero.

Sospiro accenando un sorriso. Ancora non mi sembra vero che sono qui, ad Hogwarts.

Vado verso una delle grandi librerie che si estendono su tutte le pareti, e cerco di capire in che ordine sono disposti i volumi. Ordine alfabetico per titolo... o forse per autore. Si, decisamente per autore.

Sono tutti nomi e titoli che non conosco, perciò ne prendo uno qualsiasi. Andrà bene, mi basta che mi faccia rilassare un po'.

Apro il libro, e inizio a dare uno sguardo alle prime pagine. Sono illustrate, raffigurano bellissime creature magiche che si muovono eleganti sulla carta ingiallita.

Tenendo gli occhi incollati ai disegni animati, mi dirigo a passo lento verso i divanetti.

Mi siedo su una poltrona, appollaiandomi comodamente e tenendomi stretta al petto la vestaglia. Fa un po' freddo qui, forse la temperatura dell'acqua del lago influenza quella della stanza.

Inizio a leggere il libro, e mi perdo nel racconto della storia di creature magiche mitologiche che potrebbero essere realmente esistite.

Più vado avanti con la lettura, più mi sento la mente rilassata e meno affollata.

Dopo circa una mezz'ora mi scappa uno sbadiglio, e capisco che è arrivato il momento di tornare nel mio letto per non perdere il colpo di sonno.

Chiudo il libro, e sento il mio cuore che salta un battito quando con la coda dell'occhio scorgo una figura seduta sulla poltrona alla mia destra.

Faccio un piccolo scatto per lo spavento, e con ancora i battiti accelerati mi rendo conto di chi mi sta osservando nel buio da almeno trenta minuti buoni.

«Ti ho spaventata?» dice Sebastian serio.

D'istinto mi guardo attorno per controllare se siamo soli o meno. Lo siamo, e mi accorgo che la poltrona su cui è seduto è proprio la stessa sulla quale era quando l'ho incontrato poche ore prima.

Ero talmente immersa nel libro che nemmeno mi ero accorta di lui. Ma lui ha un'aura talmente tetra che l'oscurità gli si addice, e ci si nasconde bene.

Me and the Devil || Sebastian SallowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora