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I MOSTRI HANNO UN'OSSESSIONE PER IL MIO COLLO

Se potessi decidere se essere una semidea o un'umana rifiuterei tutte e due le opzione, preferendo diventare un animale.
Vivere da umana dipenderebbe tutto da come sei messa nella vita: bullizzata, al verde, super ricca, senza casa e molto altro, ma vivere come mezzosangue... vivi con la consapevolezza di essere in continuo pericolo. Peggio se sei a conoscenza che in un futuro si scatenerà una grande guerra.

Pioveva come non so cosa e Annabeth voleva che continuassimo a camminare.
Zeus ci odiava veramente tanto. La tempesta non sembrava voler terminare.

<Coraggio! Più ci allontaniamo e meglio è> ci ricordò quest'ultima.
<Laggiù avevamo i nostri soldi, tutto> le ricordò Percy.
<Be', se tu non fossi risalito...>
<Cosa volevi che facevo? Era lì sola. Avevi detto che l'avresti aiutata! Poteva morire>
<Se la poteva cavare. Non ha bisogno della tua protezione> si girò verso il ragazzo abbastanza arrabbiata.
<La stavano facendo a pezzi> intervenne Grover, <Ma se la sarebbe cavata>.
<Vi prego basta. Sapevano tutto... sapevano che voi eravate scappati. Erano lì per altro. Mi dispiace per aver fallito> iniziai a parlare
come un razzo ma venni fermata dal corvino che mi appoggiò una mano sulla spalla.
<Non devi dispiacerti per nulla. L'importante tu stia bene> mi disse Percy con sincerità.
Gli rivolsi solo un sorriso e continuammo il nostro cammino mantenendo il silenzio.

Affiancai Grover che sembrava stanco, i due davanti mantennero il passo veloce invece io e il satiro rallentammo molto.

Sentii Annabeth aprirsi con Percy così che iniziarono a parlare. Ciò mi diede fastidio, non perché fossi gelosa ma per il fatto che la ragazza parlava tranquillamente con Percy e non con me che stavo al campo da ormai più di sei mesi. Era molto irritante come situazione.

<Ti dà fastidio?> mi chiese il satiro seguendo il mio sguardo.
<Forse> affermai.
<Per Percy o Annabeth?> continuò il discorso.
<Mi dispiace che Annabeth sia fredda con me. Che voi siete tutti in sintonia e poi ci sono io> spiegai.
<Dagli del tempo. È una ragazza d'oro e ci si deve andare piano con lei>
<L'avevo intuito> risposi sospirando forte, <Sembrano andare d'accordo>
<Si, ma tu e Percy siete più in sintonia> mi lanciò uno sguardo strano che non capii, <Lo vedo diverso con te. Non so cosa tu abbia fatto ma lo hai impressionato>
<Non ti seguo nel discorso>
<Si comporta in modo differente, è più protettivo> mi provò a rendere chiara la situazione.
<È un bene o un male?> chiesi. Avevo una sensazione strana nello stomaco, preferivo non sapere di ciò, molte volte l'ignoranza era la scelta migliore.
<Un bene. Vuol dire che ci tiene>

<È un male> bisbigliai, <Grover te lo dico perché mi fido e... perché sei il suo custode. Faccio incubi, tanti. C'è sempre il figlio della grande profezia, e se colui è Percy, vuol dire che è in pericolo. Deve avere poco da perdere, non deve affezionarsi a nessuno in particolare. Sarebbero dei punti deboli quelle persone>
<Chirone lo sa?> mi domandò agitato.

Annuii a testa bassa, <Nei incubi muore sempre per colpa mia, non riesco mai a salvarlo> mi aprii.
<Tu non lo permetteresti> disse quasi sicuro ma si sentiva il tono dubbioso come se chiedesse conferma.
<Ho giurato. Ma questi sogni sono così realistici che ho paura di non farcela>
<Tu cosa?> urlò. Attirò l'attenzione dei due che ricevettero un sorriso ansioso da parte nostra e poi continuarono a camminare.

Gli raccontai della mia chiacchierata con Chirone, quella fatta nella sera in cui io e Percy fummo riconosciuti. Gli parlai anche del mio ultimo sogno, o meglio chiamare incubo, così scoprì cosa mi dissero gli Dei per convincermi a partecipare nell'impresa.

The Prophecies ~Percy JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora