7

108 8 0
                                    


VENGO TRASCINATA NELLE BRACCIA DELLA MORTE

Erano ormai passati due giorni. Rilassarmi era diventato impossibile. Avevo incubi anche quando chiudevo gli occhi per pensare. Negavo di avere sonno seppure ero esausta, mi trasmettevano più stanchezza questi pensieri che combattere contro i mostri. Parlando di mostri: non ne vedevamo uno da quando eravamo saliti sul treno, questo non prometteva nulla di buono.

Per colpa del patrigno di Percy mi trovavo pure in prima pagina su diversi giornali. In tutte c'era la foto di noi appena scesi dal bus con ancora in mano le nostre spade, seppure, i mortali le vedevano come dei bastoni di lacrosse, perciò non mi preoccupava molto.

La didascalia citava: Il dodicenne, Percy Jackson, ricercato da due settimane per la scomparsa della madre, è stato avvistato su un bus. E' fuggito con una ragazza della sua età e si presume che ci fossero altri due, i ragazzi hanno molestato delle anziane e sono scappati causando del danno al mezzo di trasporto. Il patrigno, Gabe Ugliano, offre una ricompensa in contanti per qualunque informazione utile per la loro cattura.

Eravamo tutti stressati. Percy continuava a far avanti e dietro per il corridoio, nel frattempo Annabeth provava a rassicurarlo. Grover invece si impegnava a tirare su il morale di tutto il gruppo, inclusa anche io. Parlando di me, io cosa facevo? Nulla. Preferivo non aprire bocca non avendo molto da dire.

Il tempo passava molto lentamente non avendo nulla da fare. Grover ormai era sfinito e si era addormentato e provai a fare la stessa cosa.

<Allora> Annabeth provò a mantenere un discorso con Percy, <Chi vuole il tuo aiuto?>.
<Che vuoi dire?>
<Mentre dormivi, hai borbottato "Non ti aiuterò". Chi stavi sognando?>
In quel momento decisi di fingere di dormire non dando segni di vita. Ascoltai Percy raccontargli della voce che gli chiedeva la folgore, gli chiedeva di aiutare a sorgere dagli inferi. Gli aveva offerto la madre...

<Non penso sia Ade. Lui compare soltanto sul suo trono> affermò la bionda.
<Mi ha offerto mia madre. Chi altro può essere?>
<Perché chiederti di portargli la folgore allora?> gli ricordò la ragazza, <Non puoi fare un patto con Ade> lo avvertì.

<Tu cosa faresti se si trattasse di tuo padre?>
<Facile> rispose, <Lo lascerei marcire>.
A quelle parole mi irrigidii, sì, suo padre era imperdonabile ma non lo avrebbe mai lasciato nelle mani di Ade.

<Grace mi ha detto che l'avrebbe salvato. Lo ha detto lei che non vede il padre da anni da quel che ho capito. Come puoi?> disse scettico. Mi lasciò sorpresa, non mi aspettavo questo commento.
<Percy devi capire che Grace è diversa. Rischierebbe la vita per chiunque. Lei è... fantastica. Non prova rancore nemmeno verso i figli di Ermes>

<Perchè dovrebbe odiarli?> chiese confuso.
<L'hanno cacciata dalla cabina> gli spiegò.
<Cosa? Dov'è stata?> aveva quella voce che esprimeva preoccupazione e anche rabbia, seppure lui non aveva motivo di esserlo.
<Ho sentito dire da Dylan che ha una stanza nella casa grande ma il giorno in cui hai parlato con l'oracolo non sembrava così>
<Se lo avessi saputo prima...> iniziò Percy, che venne subito interrotto,
<Cosa avresti fatto? Grace non ti avrebbe mai assecondato. Ha sempre preferito di fare le cose per se>
<Io... vorrei solo conoscerla. L'altro giorno parlava nel sonno di un certo James> le annunciò.

<Non lo so Percy. Non ha mai parlato del suo passato, ho solo la certezza che ha paura dalle armi da fuoco>
Ci fu un momento di silenzio tra i due, come se stessero riflettendo in silenzio. In quei pochi secondi persi coscienza, ero ormai nel mondo delle favole.

<Non possiamo lasciarla sola> sentii una voce maschile.
<Vado da sola allora> affermò una voce femminile.
Solo alla parola sola la mia mente si attivò, aprii d'improvviso gli occhi. <Ci sono. Sono sveglia, andiamo>
<Sicura?> mi domandò Annabeth.
<Siamo un gruppo. Dai andiamo> mi alzai sistemandomi i vestiti addosso.

The Prophecies ~Percy JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora