5. NOAH THOMPSON 🔞

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La cena di compleanno andò bene. Beh, sempre se suo padre Bear ubriaco che scoppiò in lacrime mentre fissava male Ethan, accusandolo di avergli per sempre rapito il figlio, significava andare bene.

Oh e se JJ non fosse stato pesantemente sgridato da suo padre Creed e costretto ad una punizione estrema: niente uscite per due mesi.

Povero JJ, pensò Noah mentre Ethan si fermava davanti a casa sua.

Ethan lo guardò e gli afferrò la mano nella propria. Era un gesto al quale Noah si sarebbe ben presto abituato, visto quanto gli piaceva. Se anche le cose fossero finite, avrebbe chiesto ad Ethan se potevano stringersi la mano di tanto in tanto. Gli piaceva la sensazione. Così come i baci. E quello sarebbe stato un problema una volta finita quella situazione del finto fidanzato.

Quando Ethan suonò il campanello, Noah voleva vomitare. Sapeva chi erano i genitori di Ethan, li aveva visti qualche volta di sfuggita, ma non ci aveva mai davvero parlato, tantomeno era mai stato invitato a cena. Ma se avevano superato la prova con Papà Bear, i signori Lundberg non potevano essere peggio.... vero?

La signora Lundberg comparve sulla soglia e sorrise, radiosa. Ovviamente i suoi denti erano perfetti, come quelli di Ethan, dato che sia lei che il marito erano dentisti.

La villetta dei Lundberg era situata nella zona del porto, la più ricca di Seafare. La casa aveva un aspetto moderno, con grandi vetrate. Noah si sentì leggermente in soggezione.

"Tesoro della mamma, ciao. E tu devi essere Noah" disse la donna con un ampio sorriso.

"Ehm, si, piacere di conoscerla, signora...."

"Niente signora, chiamami pure Cinthia" e poi, prima che Noah potesse anche solo prevederlo, la donna lo abbracciò con forza, venendo travolto dal suo profumo di fiori.

Noah sbarrò gli occhi. La sua accoglienza era del tutto differente da quella ricevuta da Ethan da parte dei suoi genitori.

Merda, pensò Noah guardando colpevole Ethan quando la donna finalmente lo lasciò andare, facendo strada dentro casa.

Noah entrò guardandosi attorno. Non era mai davvero entrato dentro casa di Ethan, quella era la prima volta in assoluto. Era enorme e luminosissima per via delle ampie vetrate.

Era anche molto tecnologica. C'erano telecamere ovunque.

Il signor Lundberg, Frank, era in piedi in salotto, accanto al divano. Quando vide Noah, sorrise, facendo l'occhiolino ad Ethan.

"Che bello poterti finalmente conoscere, figliolo, Ethan non ha smesso di parlare di questo incontro per giorni. Io sono Frank, suo padre"

Noah sorrise.

"Ethan non smette di parlare di te da anni. Sapevi che la prima volta che vi siete conosciuti, Ethan è rimasto a fissare il vuoto per una sera intera? Gli parlavamo ma niente. Abbiamo dovuto accompagnarlo il giorno dopo a scuola per capire cosa lo avesse reso così con la testa tra le nuvole. E poi è bastato vedere le sue guance diventare rosse quando gli hai parlato per capire che il nostro bambino si era innamorato di te. Finalmente si è dichiarato! Era una pena vederlo..."

"Mamma!" disse Ethan tutto rosso, gli occhi sbarrati.

"Cosa c'è? Noah deve sapere che lo ami dal primo giorno. O glielo hai già confessato?" chiese la donna toccandosi i capelli rossi come quelli di Ethan e Frank.

Noah deglutì e con il cuore che batteva rapido nel petto guardò Ethan che fissava il pavimento. Certo che i suoi genitori stavano facendo un bel lavoro  con quella storia del finto fidanzato. E stavano prendendo bene anche il fatto che Ethan fosse gay. Miracolo, non se lo sarebbe aspettato da dei genitori etero. Papà Bear e Papino Otter si erano scambiati una rapidissima occhiata quando Noah lo aveva ammesso.

~Noah/Ethan~ My Fake Boyfriend (Seafare Chronicles fanfiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora