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Nella settimana successiva l'umore di Celeste era migliorato notevolmente, non poteva lasciare la sua cella per prescrizione medica ma a lei non dispiaceva, anzi era contenta di potersi dedicare alla lettura. Le sue compagne ogni volta a fine giornata si riunivano da lei per raccontarle cosa era successo e Celeste era rimasta particolarmente contenta del fatto che Cardiotrap chiedeva spesso di lei. Prima che lui entrasse all'IPM erano molto amici e avere qualcuno su cui poter contare, per lei era molto importante soprattutto in quel momento.

Rosa invece non le parlava più, Celeste aveva pensato tanto a quello che aveva detto ad Edoardo giungendo alla conclusione che forse aveva esagerato. Aveva quindi deciso che appena ne avrebbe avuto l'occasione si sarebbe scusata con il ragazzo.

Quel giorno finalmente la sua settimana di riposo sarebbe terminata
e avrebbe potuto ricominciare a svolgere le attività ma prima Maddalena avrebbe dovuto accompagnarla a fare un controllo dal medico del carcere minorile.

«Buongiorno dotto'!» salutò Celeste «Ciao Celeste, come stai?» le chiese facendola accomodare sul lettino «Mai stata meglio» rispose la ragazza sorridendo. Dopo aver fatto un po' di controlli il medico concluse che Celeste si era ripresa «Hai sentito?» le chiese Maddalena prendendola sotto braccio, la ragazza annuì «Andiamo!» esclamò la guardia «Arrivederci!» si congedò Celeste. «Maddale'! Pozze ji' primma a cambiarmi?» chiese ridacchiando leggermente «E perchè? Nun si' vestita?» chiese confusa la guardia «E ma pa' fretta aggie messo dei vestiti e merda» rispose la riccia con un sorriso «E che te devo di'? Vai!» la spinse scherzosamente.

Per quella giornata scelse una maglietta larga verde militare e un paio di jeans anch'essi larghi. Inizialmente aveva pensato di lasciare i suoi capelli ricci sciolti ma aveva subito cambiato idea complice del caldo, gli legò quindi in una coda alta lasciando alcuni ciuffetti ricci davanti ad incorniciarle il viso. Per completare il tutto mise un po' di correttore, mascara e un balsamo labbra. «Tiene fernute? Putimme ji'?» le chiese la guardia, Celeste annuì.

Dopo mensa era il momento dell'ora d'aria e Celeste decise di approfittarne per chiarire con Edorado «Liz!» chiamò la guardia «Che c'è?» chiese la guardia «Pozze parla' co Eduardo?» chiese la riccia «Da quanne chiedi pure 'o permesso?» domandò la più grande con un dolce sorriso sul volto «Da mo'! Quindi pozze ji'?» insistette «Vabbuo' vai!» le disse sorridendo. Celeste lasciò un bacio sulla guancia alla guardia prima di dirigersi dal ragazzo.

Edoardo era seduto su una panchina, la testa china e gli occhi fissi sul pavimento, in mano teneva una sigaretta ormai quasi finita.
Celeste si avvicinò cauta «Posso?» chiese quasi in un sussurro, il ragazzo annuì senza guardarla negli occhi. «So' stata cattiva cu te, me dispiace...» cominciò «So' sicura ca si te si' unito ai Ricci hai avuto dei validi motivi e nun penze tu sia 'o cagnolino lloro» continuò il suo discorso guardando il ragazzo «Si aggie ritte tutte chelle ccose è perchè in accussi' poco tiempe me so' affezzionata a te e... e nun vulesse mai ca te succedesse coccose» rivelò con non poca difficoltà. A seguire il silenzio «Me so' affezionato pur'io a te» parlò il ragazzo alzando lo sguardo ed accennando un sorriso «Quindi? So' stata perdonata?» chiese lei sorridendo a sua volta «E certo, sennò a chi rompo 'e palle» scherzò il ragazzo facendo ridere Celeste. «Vabbuo' ij aggia ji' mo' ca po' Liz m'accire» disse la ragazza «Ci vediamo piccrè» la saluta il ragazzo.

A pranzo Celeste si sedette al tavolo con Serena «Tiene pensate a chella cosa del concorso e disegno?» le chiese, la bionda annuì «Nun so' sicura ma penze ca-» venne interrotta da qualcuno che si sedeva accanto a loro: Viola. «Che succede? La paladina della giustizia stava cercando di aiutarti?» la rossa si rivolse a Serena «Viola vattenne» mormorò Celeste a denti stretti «Perchè? Non è forse vero che sei la paladina della giustizia? Ah no, tu hai ucciso un ragazzo. Sai noi due non siamo molto diverse, io ho ucciso la mia unica e migliore amica tu tuo fratello» disse Viola con il suo solito sorrisino da psicopatica, Serena sgranò gli occhi a quelle parole. Celeste si alzò, seguita subito dopo dalla rossa, sbattendo il suo vassoio sul tavolo «Viola, tu si' solo na manipolatrice del cazzo, te diverti a fa' del male agli altri e perchè? Aspetta famme indovina', i tuoi genitori nun c'erano maje pe te, si' cresciuta senza affetto e mo vuo' ca gli altri provino 'o stesso dolore tuo. Aggie indovinate?» disse la ragazza con un coraggio che non pensava di avere, tutte le ragazze smisero di fare ciò che stavano facendo per ascoltare la discussione.

Viola si fiondò sulla castana buttandola a terra, dando inizio ad una vera e propria rissa. Dovette intervenire il comandante per far in modo che si staccassero «O ma ca cazzo facite?! Tutte e dduje ra' direttrice!» urlò «Noi due non siamo uguali Viola, tu causi il dolore io lo provo» disse Celeste, questa volta non in dialetto, prima di dirigersi guidata da Nunzia dalla direttrice, dietro di loro Maddalena teneva sotto braccio la rossa.

«Celeste sono molto delusa da te, voglio dire da te Viola me lo sarei anche aspettato ma Celeste mi ha davvero sorpresa» disse la direttrice «Io non ho fatto niente direttrì, è stata lei a buttarmi per terra» si difese Celeste «Non avresti dovuto reagire» intervenne il comandante «Ma site seri? Cosa avrei dovuto fa'? Lasciarmi accidere da chesta pazza?» chiese retorica, i due adulti non risposero.
«Tu Viola cos'hai da dire?» chiese la direttrice «Niente» rispose solamente.

«Oggi chiuderò gli occhi, ma la prossima volta finite dritte in isolamento» concluse la direttrice.
Le ragazze vennero poi portate via.

SPAZIO A ME!
Sono davvero felice di essere riuscita ad aggiornare! Mi scuso tantissimo perchè mi rendo conto che non è tanto bello aspettare così tanto per leggere un capitolo.
Spero al più presto!

Aveline

Nun è colpa mij || Rosa RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora