Inno bacchico.

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Jeon Jeongguk non ha fatto altro che pensare per due settimane. Totalmente improduttivo; la tesi è rimasta allo stesso rigo, capitolo, paragrafo di quando era stato al ricevimento col professore. Per il resto, si è limitato a frequentare le lezioni ogni lunedì, mercoledì e venerdì o a fare il disoccupato: guardare serie, leggere libri di narrativa. Nemmeno vagare per il Chueca e far shopping o sballarsi fra i bei culi dei culturisti omosessuali palestrati.

Jeon Jeongguk ha ingannato sé stesso che la normale vita monotona possa essere il giusto rimedio per pensare alla proposta di assegnista, soprattutto a quella sotterfugi di Taehyung. "Vuoi diventare il mio assistente?" suona come "Vuoi scopare con me, piccolo Jeongguk?" e lui diventa completamente rosso peperone o arancione paella. Perché quello, ciò che Jeongguk ha fatto per due settimane intere, oltre ad uscire di casa per le lezioni: starsene a vagliare i pro e i contro, annotandosi su di un blocco tutto ciò per cui vale la pena rischiare il culo. Nell'elenco, anche il cazzo di Taehyung.

"Due settimane. Due settimane, e ho ancora le allucinazioni su di lui." dice a Don Pedros "Ho le allucinazioni con la faccia del mio professore!"

"È una confessione, Jeongguk?"

Passeggiano insieme al Parco del Ritiro; costeggiano il laghetto al di sotto del palazzo di cristallo chiuso per ristrutturazione: emana caldo già di primavera inoltrata; e si fermano sui gradini sotto gli alberi. Refrigerio: Jeongguk chiude gli occhi non per il caldo, di più per la frustrazione. Non si può dire ad un giovane prete che il proprio cazzo si stringe nelle mutande al più proibito fra tanti pensieri: Jeongguk si ritiene, ma svela il suo segreto dentro al vaso di Pandora.

"Sei mai stato innamorato?"

"Sì."

"E di chi?"

"Di Gesù... non era ovvio?"

Jeongguk è afflitto, amareggiato, frustrato dal suo corrente pensare che: se accetta, ottiene il lavoro dei suoi sogni; se accetta, già è proiettato verso la grandiosa e liberatoria scopata con Taehyung. Se non accetta, almeno non si piegherà a: fato, destino, Kim Taehyung, il suo gradissimo cazzo, ma, a suo sfavore, gioca una fottuta sbandata per quell'uomo che – speriamo – sia omosessuale. A sfavore del suo sfavore (perché la sfiga tocca a tutti, soprattutto a Jeon Jeongguk), il fatto che pensa di essersi immaginato tutto, che Taehyung l'altro giorno non ci abbia provato così tanto spudoratamente. Purtroppo, il suo cazzo continua a piacergli, ma nemmeno una questione di cazzi, perché Jeongguk si arrovella per un motivo insulto a cui basterebbe dire un solo "no" o un solo "sì".

"Già, sei un prete... io un coglione?"

"Che ti turba?"

Jeongguk non sa come mai, ma la parola "turbare" gli ricorda quella di "masturbare", ed in tal caso pure adatta, perché il rompimento di palle frequente (oltre che da Jimin) gli viene da un professore saccente ed altolocato come Taehyung, che vorrebbe gli succhiasse il cazzo come una sanguisuga. Lo stesso discorso del rimming e della bomba atomica: Jeongguk pensa che si stia fregando con le sue stesse masturbate e zozzerie mentali. Chissà com'è il rimming di un Taehyung coi baffi.

"Non parlarmi da prete adesso. Siamo amici."

"Ti dirò quello che penso?"

"Per favore, Don... tu che faresti al mio posto?"

È la stessa cosa. Sempre stata la stessa cosa. Ogni volta che Jeongguk s'innamora puntualmente fa un buco nell'acqua. Al ragazzo numero uno aveva chiesto di uscire, ed aveva preso palo; al ragazzo numero due aveva scritto una lettera e lui aveva pensato fosse uno scherzo. Del ragazzo numero tre si era proprio innamorato ma per sua sfortuna era fidanzato e pure eterosessuale: bello, biondo, col baffo Chueca. Come dimenticare! Si pente amaramente di aver fatto pensieri erotici su di lui: Jeongguk sopra che gli saltella sul cazzo, e il bel biondo cowboy proustiano sotto che lo tiene per i fianchi, mentre lo fissa con gli occhi azzurri.

epitumía | VKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora