Appena entrai in quella stanza vidi Sam che tentava di buttarsi dal balcone della sua camera, non potevo crederci scoppiai in lacrime, vidi la finestra aperta e tentai di andare a fermarlo calmandolo ma mi disse:
-Nina vattene, urlando e piangendo.
-Non me ne andrò finché tu non verrai qui, urlai con le lacrime che rigavano il mio viso.
-Nina ho detto di andartene, urlò ma scivolò con il piede e stava quasi per cadere ma mi disse:
-Ninaa ricordati che ti amo, ti amo da matti.
-NOOOOOO, urlai prima che Sam cadesse, ero distrutta chiamai subito Marc e Miriam vennero di corsa, non sapevamo che fare. Era tutta colpa mia perché sono andata più avanti lui mi diceva di andarmene ma io come una stupida feci un passo avanti. Tutti piangevamo chiamammo subito un ambulanza e ci dirigemmo frettolosi in ospedale, se Sam moriva era tutta colpa mia, non potevo crederci. Appena arrivammo lo portarono in una stanza, non lo potevamo vedere, solamente attraverso un vetro, era tutto ricoperto di macchinari, di fili intorno alla faccia ed era fasciato intorno a tutta la testa e le gambe. Piangevo come una matta, anche Marc e Miriam piangevano, ad un certo punto vediamo i medici venire da noi:
-Ha solo delle ferite, però non è detto che non si può svegliare, gli faremo altri accertamenti e poi vi avviseremo.
-Oh grazie mille!!, risponde Miriam.
-Possiamo entrare?, domando frettolosa.
-Si certo però tra due minuti, quando se ne va l'infermiera, vi avvisiamo.
-Ok, rispondo.
-Marc Miriam mi....... inizio a parlare ma non mi fecero finire che Marc disse:
-Tesoro, e dal primo giorno che fai parte della nostra famiglia che ti vogliamo dire di..... ,Miriam lo interrompe subito.
-Di chiamarci mamma e papà se ti vabene, sempre se a te non dispiaccia.
Non sapevo come comportarmi, me lo chiesero proprio in ospedale, però senza aspettare un minuto di più decisi:
-Ok mamma, papà volevo dirvi che mi dispiace tanto, ho saputo di tuo fratello papà e la cosa mi rattrista molto ma non possiamo farci niente, vi adoro.
Subito arriva Marc e mi abbraccia accarezzandomi i capelli e ripetendomi:
-Oh figliola.
Nel momento più dolce della mia vita, il medico ci avvisa che potremo entrare a vedere Sam.
Gli presi la mano e la baciai, era più bello di prima conciato in quella maniera, anche se lo odiavo a morte allo stesso tempo lo amavo da morire. Mamma e papà piangevano ma io li consolavo, bisognava essere più forti in quelle circostanze, ma infondo stavo male anch'io, la mamma avvisó le sue sorelle e ad un tratto arrivarono piangendo,Charlotte Anna,Jessica e Simon, e pure zia Merily, l'altra sorella vedova. Si sedettero per circa un paio di minuti poi arrivò il medico ad avvisarci che dovevamo uscire e subito gli chiesi a Miriam:
-Mamma posso stare qui stasera con Sam? Non dirmi di no.
-Ok va bene se così vuoi resterai tu con lui.
Appena se ne andarono entrai nella stanza, andai vicino a Sam piangendo e pronunciai alcune parole:
-Ehi Sam, quand'è che ti svegli mi manchi, e a quel punto gli strinsi più forte la mano e sento un "bip bip bip bip", sempre più veloce e Sam muoversi, non potevo crederci, chiamai subito i medici, però mi dissero di uscire, ne approfittai per chiamare Marc e Miriam:
-Mamma, tu e papà dovete correre in ospedale Sam si sta svegliando.
I medici però erano preoccuoati non sapevo perché e vennero da me dicendomi:
-Signorina il paziente Sam Collins ha un angioma alla testa ed è probabile che sia grave ancora non lo sappiamo ma dobbiamo solo verificare,vi chiediamo solo di restare disponibili.
A quel punto le lacrime rigavano solo il mio viso, non ci vidi più me ne andai più lontano possibile piangevo e piangevo,
Il cellulare mi suonava era mia madre ma non volevo rispondere, solo dopo 45 chiamate decisi di rispobdergli:
-M-amma?
-Nina dove sei?
-S-am, sam ha un angioma alla testa, piangevo e singhiozzavo.
-Oh mio dio, vai all' ospedale siamo nel traffico noi, vai da Sam.
-Ok ci vediamo li.
Chiusi la chiamata e iniziai a correre per ritornare all'ospedale ma quando attreversai la strada, BOOM, non ci vidi più, fui stesa da una dannata macchina che se ne andata lasciandomi li. Mi portarono con un'ambulanza all'ospedale, in fondo ringraziavo quella macchina per avermi spiaccicata, tanto ormai la mia vita non valeva più se Sam non si svegliava, un po come la tragedia di Romeo e Giulietta, muoiono insieme l'uno accanto all'altro, con la tomba vicina, volevano fuggire e avere un futuro insieme, ma non fu così, come io e Sam, mi ero innamorata nel suo volto di lui, ma purtroppo la favola finisce nel più bello.Pov's Sam
Mi svegliai, avevo perso conoscenza non capivo più niente, i medici mi dissero solo che forse tutto si sarebbe risolto, ma io non ci speravo, ad un tratto vidi una ragazza arrivare con una barella il volto era famigliare, era davvero molto bella, ad un tratto mi arrivò un forte mal di testa e diverse immaggini e molta confusione frullavano nel mio cervello, all'improvviso i medici mi portarono nella sala operatoria, mi hanno detto che avevo un angioma, non so se si dice così, nella testa e mi dissero che se volevo che andasse tutto bene mi dovevano operare, ma ci volevano tante ore per eseguire un operazione così delicata.
Dopo l'operazione iniziai a prendere conoscenza e.....
-Oh nooo, gridai.
Riconobbi Nina, in quelle condizioni con grossi fili e macchinari intorno al viso, non sapevo come era successo, piangevo ,piangevo e ripiangevo, c'era mia madre e mio padre, erano felici per me, ma piangevano per Nina, era bellissima, e fu da li che mi resi conto che la amavo più di qualunque altra cosa. Tutto questo accadde per colpa di mio zio, lo odiavo mi ha reso un'imbecille, mi voleva uccidere, ma mentre ero immerso nei miei pensieri, all'improvviso sentiamo bip bip bip non sappiamo se avvertiva bene o male, ero praticamente distrutto, così attendevamo una risposta.Spazio autrice:
Ciaoo ragazzi, vi sta piacendo la storia?? Come sempre, commentate dicendo cosa ne pensate e lasciate un like, ci tengo.
Grazie, alla prossima! !♥
BINABASA MO ANG
NON CREDEVO DI AMARTI.
De TodoQuesta è la storia di Antonina Williams, una ragazza adottata a 16 anni da una famiglia nobile di Londra. I genitori hanno un figlio di 17 anni considerato il play boy della scuola, Samuel Collins, i due ragazzi si innamorano follemente uno dell'alt...