Capitolo 48

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Il paradosso del sentimento di vendetta è che ti rende dipendente da chi ti ha fatto del male, facendoti credere che ti libererai dal dolore solo quando farai soffrire i tuoi persecutori. -Laura Hillenbrand

MONICA'S POV:

"Allora...fammi capire. Hai un fratellastro che hai scoperto di avere da poco e che ti vuole morto per essere l'unico Demir e in parte ci è riuscito, perchè ti ha fatto cadere sulle scale e l'impatto è stato così forte da farti andare in coma per 8 anni. Adesso sei sveglio, ma nessuno lo sa perchè vuoi fottere il tuo fratellastro e prendergli l'unica cosa a cui tiene, il potere"

Giorgio mi fa un applauso per le mie doti riepilogative "Molto molto brava ed è proprio qui che mi servi. Si tratta di una gara d'appalto che dobbiamo assolutamente vincere, ci candideremo in incognito e proporremo il progetto migliore di tutti"

Storco il naso contrariata "Tu sai che non sono più un'architetta? Ho lasciato lo studio d'architettura in cui lavoravo da un po' "

"E come l'ha presa il capo?"

Incrocio le braccia sospirando "Appena ho chiesto di poter lavorare part time per dedicarmi alla mia passione per la cucina, mi ha buttata fuori a suon di calci"

"Non sono stati molto cortesi"

"Direi per nulla"

Giorgio annuisce piano con la testa e scendendo dal letto mormora "Ok, ti propongo una cosa. Sei libera di pensarci e darmi una risposta anche più tardi"

"Mmm...sentiamo" allungo la mano a prendere una banana, non so perchè ci sia un cesto pieno di frutta nella stanza di una persona in coma, almeno...lo era.

"Hai bisogno di vitto e alloggio, mi pare di capire...no?"

Decisamente sì, dopo la morte di Lisa ho lasciato casa mia e quel folle di mio padre indebitato fino al collo per il suo vecchio negozio alimentare.

Lo avevo intimato di chiudere molto tempo fa quando abbiamo avuto i primi debiti, ma mio padre non ne voleva sapere. Voleva dimostrare a tutti che fosse un imprenditore senza sapere manco farlo. Ho ripagato una gran parte dei debiti lavorando come un mulo, ma adesso sono arrivata al limite.

Per fortuna, al il momento sto a casa di un'amica che si è offerta di dividere la stanza con me senza chiedere un euro. E' stata un angelo, ma questa situazione non potrà andare avanti a lungo.

Non avrei mai immaginato di arrivare a 25 anni in queste condizioni, ma per la prima volta in vita mia, mi sento libera di scegliere cosa fare della mia vita e penso che non ci sia un prezzo a questo.

"Non sarebbe male" faccio spallucce mangiucchiando la banana, dato che scrocco la stanza alla mia amica cerco di non scroccarle anche il cibo e mangio qualche avanzo in silenzio. Per il momento mi va benissimo.

"Senti qua: ti offro vitto, alloggio e cinquemila euro al mese per mettere in scena la parte della nuova cuoca in casa e lavorare di nascosto al progetto"

"E' tutto splendido, ma non voglio più niente a che fare con architettura. Sono nauseata da tutto ciò, potrei passare il progetto a qualcun altro" propongo ma lui scuote subito la testa in disapprovazione.

"No, assolutamente no. Avrei potuto contattare chiunque, ma ho deciso di contattare te perchè, innanzitutto, mi fido di te e delle tue capacità e poi perché è una situazione estremamente delicata e personale. Nessun altro deve venire a conoscenza del piano"

Mi mordicchio il labbro valutando la situazione "E se fossi una frana a recitare?"

"Impossibile, quante volte mi hai parato il culo in palestra?"

Il brivido di amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora