Capitolo 56

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"My soul bleeds...and the blood steadily, silently, disturbingly slowly, swallows me whole." Dostoevsky.

GIORGIO'S POV:

Rimettere piede al liceo è stato più strano di quanto pensassi. Sembra ieri che varcavo la soglia da maturando e, nonostante siano passati 8 anni, continuo a non avere un diploma.

Non che mi serva, non ho intenzione di concludere gli studi. Mi seccava studiare prima, figuriamoci adesso che sono passati anni e sono vicino ai 30.

"Salve, posso aiutarla?" mi fermano quelli della portineria guardandomi storto.

Giusto, non sembro più un liceale.

"Devo vedere il preside"

"Aveva un appuntamento?"

"No"

"Allora non potrà riceverla, il preside ha un'agenda fitta di appuntamenti. Provi a mettersi in contatto con la segreteria che le darà un giorno"

Mi trattengo dal ridere "Ho capito, sono sicuro però che abbia tempo per me. Sono un suo caro amico"

Il portiere sbuffa e alzando la cornetta chiama il preside.

"Sì, signor preside...non ha un appuntamento ma dice di essere un caro amico"

Annuisce piano e mettendo muto mi dice "Il preside dice di non avere cari amici"

"Me lo potrebbe passare un secondo?" allungo la mano per prendere la cornetta che lui titubante mi porge "Pronto?"

"Sì, con chi parlo?"

"Vuoi che ti venga a prendere a calci in culo o mi fai entrare?" sbotto facendo inorridire il signore che mi guarda come se mi fosse spuntata una seconda testa.

"Sei un coglione, passami il portiere" borbotta Bartis.

"Vuole parlare con lei" riporgo la cornetta facendo un sorriso tirato.

"Sì, signor preside? Lo faccio portare fuori dalla sicurezza?" chiede il portiere continuando a guardarmi come se fossi un avanzo di galera.

"N'è sicuro signor preside?" sussurra adesso al telefono preoccupato.

"Bene, lo lascio passare" chiude la chiamata e lanciandomi un'occhiataccia sbotta "Può entrare, le mostro la..."

"Non c'è bisogno, una volta frequentavo questa scuola. Grazie lo stesso" faccio un cenno al signore e proseguo tranquillo fino all'agorà ed entro nel corridoio dove ci sono gli uffici del personale.

Ridacchio leggendo sulla targa della porta del preside il nome di Bartis.

"Da moccioso liceale a preside, un bel salto di qualità" entro nell'ufficio e trovo Bartis con gli occhiali che digita serio qualcosa al computer.

"Bussare prima, no?" borbotta non staccando gli occhi dal monitor.

"Altrimenti? Rischio un'espulsione?" mi prendo gioco di lui mettendomi comodo sulla poltroncina.

"Togli quei piedacci dalla mia scrivania" ringhia subito Bartis facendomi ridere ulteriormente.

"Non ti ho mai visto così serioso in vita mia, che ne hai fatto del coglione che conoscevo prima?"

Bartis lancia gli occhiali e sbuffando chiede "A cosa sei venuto a fare? Ho del lavoro da sbrigare, non ho tempo da perdere"

Incrocio le braccia guardandomi attorno "Mi annoiavo e ho pensato di venirti a trovare"

"Non te ne frega un cazzo di me, tu sei venuto per Ines"

Bingo.

"Dov'è?"

Il brivido di amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora