Capitolo 47

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La speranza è un rischio da correre. È addirittura il rischio dei rischi. -Georges Bernanos

BARTIS'S POV:

Il pubblico si alza appena cala il sipario e tutti iniziano a battere le mani insieme a fischi e grida.

Lo spettacolo effettivamente è andato alla grande. Sono potuto arrivare solo alla metà della tragedia quando l'oracolo stava iniziando a narrare le sorti di Edipo e il pubblico era così assorto da non potersi neanche accorgere della mia presenza.

Jasmine e Ines iniziano a chiamare sul palco tutti gli attori e alla fine i ragazzi presentano le due registe. Le ragazze s'inchinano davanti al pubblico impazzito e senza mai uscire dalla mia zona nascosta dietro la colonna batto le mani fiero del loro lavoro.

Non riesco a staccare gli occhi da Jasmine che sorride al pubblico come un angelo e si passa una mano sulla coda per cercare di sistemarli un minimo, quando in realtà le ciocche sfuggite dalla coda le incorniciano meglio il viso rendendola ancora più angelica.

Dopo la standing ovation, i ragazzi insieme a Jasmine e Ines rientrano dentro e io esco dall'aula Magna per andare a controllare che sia tutto a posto in Agorà, dove ci sono varie postazioni che offrono vari servizi: chi vende dolci per beneficenza, chi fa l'henné, chi scrive poesie improvvisate, chi parla di astronomia, chi fa ritratti...la famosa notte bianca è un successone e  il merito va a Jasmine che ha gestito tutto nel modo migliore.

Appena ho dato l'ok all'iniziativa, tutti si sono messi all'opera e io ho fatto assumere diverse guardie del corpo appostate per ogni corridoio della scuola, in modo che nessun ragazzino rompa i coglioni. Chi si azzarda a salire nelle aule, verrà sospeso con effetto immediato e un bel calcio in culo da me.

Il bar sarà in servizio fino alla fine della nottata e fuori ai campetti hanno organizzato una serata stellare per chi fosse interessato a vedere e studiare le stelle. Devo dire che fidarmi di Jasmine è stata la scelta migliore da fare, ha portato una ventata d'aria fresca in questa scuola e io non mi sarei mai potuto fidare di qualcuno che non sia lei.

Passo per i vari corridoi per avere feedback da parte di guardie che hanno solo individuato un gruppo di ragazzini all'aperto che si facevano qualche canna. Finché è solo un'innocua canna potrei anche lasciare correre per stasera, chiedo comunque di tenerli sott'occhio e mi ritiro in ufficio per starmene un po' per conto mio.

Ne potrei approfittare per chiamare Giorgio e chiedergli che cazzo gli passi per la testa in questi giorni. Non è ancora uscito allo scoperto e ha qualcosa di grosso in ballo che non vuole rivelare a nessuno.

Apro la porta del mio ufficio e faccio per accendere la luce quando una mano sfiora la mia e una voce delicata mormora "Chiudi la porta"

"Kim?" domando stranito, effettivamente non l'ho vista in giro per la scuola.

"Ti sono mancata?" sussurra in inglese maliziosa baciandomi il collo.

"Perchè siamo al buio?" chiedo non capendo, a che gioco sta giocando?

"E' più eccitante, non trovi?" sento le sue dita sbottonare piano la mia camicia e lasciare dei baci umidi sui pettorali.

"Potremmo aspettare di essere a casa, non posso restare a lungo qui" cerco di sottrarmi, ma lei mi conduce sul divanetto dell'ufficio e si mette a cavalcioni su di me.

Ho subito un déjà-vu di me e Jasmine sullo stesso divanetto 9 anni fa che ci scambiavamo i primi baci spinti e ricordo ancora adesso il mio cuore a mille e le mani che non smettevano di muoversi su di lei. Ho fatto uno sforzo immane a non prenderla sul divano in quel momento stesso.

Il brivido di amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora