Anastasia

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Sono sconvolta da ciò che mi ha appena raccontato Dimitri, potevo pensare a tutto ma non che addirittura suo padre abbia commesso questo crimine orribile ... Proprio quando sto per alzarmi, Dimitri mi dice di rimettermi a sedere, io lo faccio e poi gli chiedo "Dopo cosa hai fatto? Quando tuo padre è stato arrestato" "Sono venuto in tuo soccorso, amore mio" dice cercando un mio bacio, sorrido e rifiuto "Dai, sul serio!" "Scusami" dice ricomponendosi, poi riprende con il suo racconto "Lí ho conosciuto Vlad, l'amico che mi ha salvato la vita e che a modo suo mi ha fatto da padre, grazie a lui sono entrato a corte come sguattero" mi rivolge un sorriso accogliente ed io lo ascolto con maggiore interesse rispetto a prima "C'era una ragazzina che si lamentava del suo aspetto pur essendo molto bella" sta parlando di me ed è adorabile, poi gli faccio una domanda a trabocchetto "Questa ragazzina molto bella chi era?" "La figlia dello zar" "Quale delle quattro?" gli chiedo con un sorriso furbo "La più giovane, tu invece che ricordi hai di me?" "Mi ricordo che a Palazzo c'era un ragazzino molto vivace e disobbediente" "Solo questo Anya?" "No, mia madre mi diceva di non stare con te, pensava che avrei perso la retta via, ma sono certa che se lei fosse ancora viva si sarebbe ricreduta" ci sorridiamo e Dimitri mi dice "L'hai già persa" "Sí, ma almeno ne è valsa la pena" lui si alza  e mi mette una mano sulla spalla "Scusami Anya, ma io adesso devo andare, ho una cosa importante da fare" "D'accordo" poi chiudo gli occhi e attendo il suo bacio estatica, ma non arriva, quindi glielo ricordo "Dimitri, aspetta" "Oh si, hai ragione, scusami" dice, si avvicina e mi bacia furtivamente, dopo se ne va e mi grida da lontano "Ricorda che ti amo!" "Certo, lo stesso vale anche per te!" poi gli mando un bacio, non credevo che col passare del tempo sarei diventata così romantica, soprattutto nei confronti di un'uomo che prima mi stava antipatico... Adesso che ci penso, ricordo che lui si era fatto notare anche dai bolscevichi, non ha mai avuto paura di nulla ed io lo ammiro per questo, quella sera ero triste perché mi ero scontrata con Olga, non era una cosa che succedeva spesso... Ma quella volta, sentivo che c'era qualcosa di diverso, non riuscivo a capire cosa però... Io ero davanti allo specchio nella mia camera a guardarmi con aria triste, mentre tutti quanti erano nel grande salone del nostro palazzo a divertirsi e festeggiare il trecentesimo anniversario dell'ascesa al potere della nostra dinastia, poi, proprio quando distolgo lo sguardo dallo specchio, bussa mia madre, ma non le rispondo "Va tutto bene?" mi chiede "Sì mamma, non ti preoccupare, entra pure" lei avanza verso di me e inizia a spazzolarmi i capelli "Olga ha detto che sono brutta e ha ragione" "No Anastasia, io invece penso di aver avuto quattro bambine bellissime, una più bella dell'altra" io mi giro verso di lei e le dico "Certo, è normale che dici così, tu sei mia mamma e non so chi abbia ragione tra te e Olga..." "Tu che pensi?" è una domanda complicata per la ragazzina che ero e faccio spallucce, mamma mi mette le mani sulle guance e mi dice "Vedi che sei una granduchessa, è ovvio che sei bella" poi mi da un bacio in fronte e prima di lasciarmi nuovamente da sola conclude dicendo "Scendi quando vuoi, basta che lo fai" "Sì mamma" nel frattempo sento della bellissima musica , ma ciò che mi fa tornare subito il sorriso è la voce di mia nonna che dice "Ci sono tutte, tranne una, dov'è Anastasia?" "È rimasta nella sua stanza" le spiega mia madre, poi si rivolge a mia sorella per dirle "Tatiana per favore, potresti andarla a chiamare?" "Sì mamma" mi sento meglio di prima e quando arriva Tatiana scendo senza fare storie , lei mi mette il braccio intorno alle spalle e mi sorride in modo accogliente, appena raggiungiamo la sala da ballo, Tatiana mi spinge verso mamma e papà e inizio a ballare , lui è molto contento di vedermi , poi scherzo con mia nonna facendole una linguaccia da lontano con tanto di smorfia e dopo, papà mi solleva da terra e inizia a farmi volteggiare, talmente forte da far cadere dalla mia testa il copricapo del costume russo che quella sera indossavo abbinato con mia madre e le mie sorelle, ancora ricordo che era di colore blu e aveva dei bellissimi motivi geometrici dorati "Oh papà!" esclamo mentre balliamo insieme, poi vado da mia nonna per regalarle il disegno che mi aveva mostrato a Parigi quando ci siamo ritrovate , appena glielo do, mi pizzica il viso affettuosamente e subito dopo noto che il ragazzino vivace stava sbirciando, ma non gli do molto conto, sono più impegnata a guardare il carillon che mi aveva regalato la nonna "Guarda che bello" mi dice "Per me? È un carillon" sono così contenta! Poi vengo distratta da una voce maschile che dice a quel ragazzino "Dimitri! Torna in cucina!" guardo quella scena con la coda dell'occhio, poi mi giro verso la nonna, che nel frattempo mi sta spiegando come usare il carillon "Guarda" mi dice mentre lo apre con quella chiave che tuttora mi fa anche da ciondolo, ricordo che quando aveva aperto il carillon per me è stata una gioia immensa, sopra c'è una piccola statuetta di mia madre e mio padre che ballano "Quando viene dicembre" la ninna nanna che nonna mi cantava quando ero piccola, iniziamo a cantare quella canzone e lei mi fa fare un giro su me stessa "Questo regalo è per rendere più facile la nostra separazione, io a breve dovrò andare a Parigi, però quando sentirai la mia mancanza potrai guardarmi qui" dice mentre mi porge il ciondolo , c'è scritto "Insieme a Parigi" lo leggo ad alta voce e dopo la abbraccio "Oh nonna!" esclamo, poco dopo mi sento chiamare, è Olga, ma cosa vorrà mai? Così, la raggiungo subito e lei mi dice "Possiamo parlare?" "Si, ma di cosa?" "Di quello che è successo oggi" dice con aria triste "Ma certo" le metto una mano sulla spalla e ci appartiamo vicino alla cucina "Anastasia davvero, scusami per quello che ho detto ma ero arrabbiata" "Lo so" dico sorridendo "Lo sai?" annuisco e dopo ci abbracciamo, torniamo in sala tenendoci per mano, ma non è più tutto allegro come prima... Era scoppiata la Rivoluzione Russa, le mie sorelle ed io ci stringevamo per garantirci protezione a vicenda, nel frattempo io tappavo le orecchie a mio fratello Alexei, mentre il popolo riduceva in mille pezzi il cancello del palazzo con torce e forconi, lui piangeva forte ed io cercavo di tranquillizzarlo pur sapendo che nessuno di noi era tranquillo, come tutto ciò che ci circondava, era stata anche distrutta una statua dedicata a mio padre "Non vi allontanate!" supplicava lui, ma purtroppo non l'ho ascoltato, avevo perso Alexei, non lo trovavo più ed ero agitatissima, mi guardavo costantemente intorno e quando eravamo di nuovo insieme, l'ho richiamato "Non ti allontanare mai più, va bene? Mi sono spaventata" "Scusami" "Tranquillo, l'importante è che adesso stai vicino a me" concludo rivolgendogli uno dei miei ultimi sorrisi per lui "Papà! Papà!" lo chiamavo disperatamente, avevo disperatamente bisogno di essere confrontata da lui, amavo mio padre... Mi faceva sentire protetta e mi faceva ridere tanto, peccato che quella volta non lo stava facendo "Presto bambine!" ci diceva in modo fuggitivo, a me ci pensava nonna , che chiamava il mio nome mentre correvo disperata a recuperare il carillon che mi aveva regalato "Torna qui! Torna qui!" ripeteva mentre entravo in camera mia, lo avevo trovato, era dentro la casa delle bambole e la nonna mi aveva appena raggiunta, mentre lei mi stringeva a sè, vedevo Dimitri affacciarsi dal passaggio nella parete che ci ha permesso di sopravvivere al massacro "Vi prego di venire da questa parte, negli alloggi della servitù" ci ha detto "Presto Anastasia" insiste la nonna, avevo nuovamente perso il carillon, mi era caduto, ho implorato Dimitri di prenderlo, ma lui mi diceva che non c'era tempo, una volta chiuso il passaggio , sentivo i bolscevichi dire "È andata là dentro!" poi provarono a parlare con Dimitri "Dove sono ragazzo?" sentivo che lui gli aveva tirato addosso qualcosa, ma non saprei quale... Lui era svenuto subito dopo perché i bolscevichi gli avevano dato un colpo di fucile sulla testa, povero ragazzo quante ne ha passate... Ma nonostante ciò lui rimane adorabile e gentile come un tempo, molta gente diventa un cumulo di rabbia repressa soltanto perché "Ne ha passate tante" crescendo ho capito che la rabbia non serve a nulla e non ti porta da nessuna parte, si può essere forti anche senza provare rancore verso tutto e tutti, Dimitri è tutta l'essenza di quello che penso a riguardo... Mentre la nonna ed io usciamo dal palazzo, lei mi dice "Forza, corri tesoro!" ero terrorizzata, avevo la testa altrove, volevo e dovevo assolutamente sapere se la mia famiglia stava bene... Nel giro di pochi minuti eravamo già arrivate in stazione, un signore che si trovava a passare di lì era riuscito a far salire la nonna a bordo del treno, ma ci aveva separate, purtroppo io non sono riuscita a raggiungerla, mi ero aggrappata più volte alla sua mano "Non mi lasciare!" la imploravo con le lacrime agli occhi, ma quella notte è stata crudele con noi, le nostre mani si sono separate ed io sono scivolata sulla neve, perdendo sensi e memoria.

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