2 capitolo: La prima lezione

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"Quello che conta tra amici
non è ciò che si dice,
ma quello che non occorre dire"
Albert Camus

Pov's Julia
Sabato, 13:00, scuola di Betlight

Suonata l'ultima campanella, che segnava l'ora di tornare a casa. io mi diressi nell'aula magna, dove avrei tenuto il corso di criminologia insieme a una mia amica, Jennifer, e altri compagni della scuola.
entro e mi siedo in seconda fila, tenendo il posto alla mia amica, sperando che arrivi presto. L'aula comincia a riempirsi occupando la maggior parte dei posti, e finalmente entra Jennifer. <<Ciao, Jenny! ti stavo giusto aspettando>> le dico sorridendo e facendole il cenno di accomodarsi di fianco a me. <<Ciao Ju! Grazie mille per il posto. sono un pò in ritardo perché all'ultima ora avevo la professoressa Clark, e sai, con lei non sperare mai di arrivare in orario.>> mi risponde ridendo. Mi metto a ridere anch'io. <<per fortuna io non c'è l'ho, ma ho il professor Abner. lui e lei potrebbero fare una bella coppietta>> Gli ribatto sghignazzando. Ci mettiamo a ridere per mezzo secondo, per poi fermarci perché metà classe ci stava osservando male. Gli sto per chiedere come avesse passato le sue vacanze estive, ma entra il professore, richiamando il silenzio.<< Buon pomeriggio ragazzi. mi presento, sono il professor Holley, e sarò il vostro insegnante in questo corso.>> si presenta il professore. 'Ammazza che professore.' mi dico nella mia mente sorrido. <<Per cominciare, direi di fare un giro di nomi>>ci dice facendo avanti e indietro per la stanza. << comincia tu, qua in prima fila, con i capelli rossi.>> La ragazza comincia a parlare e argomentare tutta la sua carta d'identità. <<ciao a tutti mi chiamo Bonnie Foster, ho 17 anni, e vivo con la mia famiglia a Betlight. Ho una sorellina più piccola di nome Asia e un gatto che si chiama...>>
<<ok Bonnie non c'è bisogno che ci racconti vita, morte e miracoli. Va benissimo il nome>> la blocca il professore incrociando le braccia. andammo avanti per circa 10 minuti, fin quando una voce cominciò a parlare. <<Ciao io mi chiamo Marcus Baker>> dice con voce soave.
Mi girai a guardarlo: è in ultima fila e mentre parlava mi fissava così attentamente, che dovetti staccare i miei occhi dai suoi, o sicuro non avrei retto il suo sguardo e avrei fatto una figura delle mie. <<Benissimo ora che ci siamo presentati tutti, possiamo iniziare la nostra prima lezione>>dice osservandoci sorridendo.
<<inizierei col dire che la criminologia non è assolutamente una materia semplice, ma molto complessa. C'è qualcuno qui che conosce il termine di criminologia o magari quali solo gli impieghi di un criminologo?>> ci chiede il professore sedendosi alla cattedra aspettando una nostra risposta. Alzo immediatamente la mano, ma mi accorgo subito di non essere l'unica. <<signor Baker>> lo chiama per rispondere alla domanda. mi rigiro verso Marcus, ma questa volta per guardarlo il peggio possibile. Mi degna solo di un sorrisetto e comincia a spiegare <<La criminologia, da quello che sò, è una scienza che studia reati, gli autori dei reati, le loro vittime, i tipi di condotta criminale e le forme possibili di prevenzione e controllo del crimine.>> risponde perfettamente, senza intrecci di parole o senza osare pronunciare sbagliata una singola lettera. La sua voce mi ha preso così tanto che mi sono completamente dimenticata di avere ancora la mano alzata. <<signorina Torres, vorrebbe aggiungere qualcos'altro?>> mi domanda il professore. <in verità sì. Io so che ci sono differenti tipologie di criminologo, tra cui quello penitenziario, medico, forense e investigatore e le cui responsabilità possono variare leggermente>> dico fiera di me. Si certe volte sono competitiva, ma giusto pochissimo. <<ottimo, tutti e due avete detto cose giuste. Complimenti!. Vedo che come argomento la criminologia vi interessa particolarmente.>> Si complimenta con noi. <<si a me ha sempre affascinato la criminologia>> rispondo sincera. <<si anche a me professore.>> risponde Marcus con un ghigno stampato in faccia.<<Bene, ne sono contento. E state tranquilli di incidenti e omicidi ne sentirete parlare molto, tra poco>> ci rivela osservando me e Marcus con una faccia seria, come se fosse una minaccia. Okay, un po inquietante. Magari era seriamente una minaccia? E SE FOSSE SERIAMENTE UNA MINACCIA?! ma no impossibile, siamo in un corso di criminologia, è ovvio che sentiremo parlare di omicidi, suicidi e incidenti. 'Julia sei troppo paranoica' penso. Mi giro verso Marcus per guardare la sua reazione, e sorprendentemente è uguale spiaccicata come la mia. Sembra che stia elaborando quello che ha appena detto il professore. La sua faccia dice tutto. Sta pensando la stessa cosa che ho appena pensato anch'io. Marcus sentendosi un pò osservato mi rivolge uno sguardo non proprio rassicurante. Con le labbra mi mima un: " Finita la lezione ci incontriamo nei bagni dei ragazzi e ne parliamo", e io faccio un cenno con la testa in segno di si. <<Allora andando avanti con la lezione, continuerei col spiegarvi la storia della criminologia, chi fù uno dei primi intellettuali a scoprire cosa succede nella mente di uno psicopatico.>> dice cambiano improvvisamente tono di voce, ora più soave. Il professore si alza dalla sedia per prendere un gessetto e scrivere alla lavagna. <<Dal punto di vista storico, i primi albori della criminologia si hanno con l'affermarsi della cultura illuminista nel XVIII secolo e in particolare con l'intellettuale giurista italiano Cesare Beccaria.>> spiega mentre scrive alla lavagna le parole chiave. Io e il resto della classe cominciamo a frugare nello zaino per trovare un foglio per gli appunti e cominciamo a scrivere. <<Cesare Beccaria è uno dei padri illuministi della criminologia e autore del trattato :"dei delitti e delle pene". E perciò nasce in questo contesto la cosiddetta "scuola classica", imperniata sui concetti liberistici del diritto penale.>> conclude posando il gessetto sul porta gessetti in fondo alla lavagna. Io finisco di prendere appunti su questa persona e poi suona la campanella che segna la fine delle lezioni extracurricolari. <<Arrivederci ragazzi. Questa è stata un pò un'introduzione, ma andando avanti parleremo di cose più interessanti, ve lo assicuro.>> Ci congede salutandoci con un caloroso sorriso, per poi chiudere la porta. Io e Jennifer ci salutiamo per poi prendere strade diverse, lei si dirige verso l'uscita, e invece io mi incammino verso i bagni dei ragazzi. Entro e subito mi imbatto in Marcus che è appoggiato alla parete opposta dell'entrata. Si alza e avanza a passo spedito verso di me, <<Vedo che mi hai ascoltato>> Mi afferma con un sorrisetto sulle labbra. <<Tranquillo, non pensare che io sia qui per stare con te. Sono solo venuta per parlare dell'avvenimento che è accaduto oggi in classe.>> mi affretto a chiarire. <<Mh. Farò finta di crederci>> risponde alla mia frecciatina che non l'ha colpito affatto. Appoggio lo zaino sul pavimento per poi allontanarmi verso i lavandini e mi ci siedo sopra a uno di essi, a mò di sedia. <<C'è qualcosa di strano in quel professore.>> cominciò a sostenere. <<come se stesse nascondendo qualcosa>> concludo le mie osservazioni muovendo avanti e indietro le gambe all'aria. <<Sono daccordo con te. Quando ha pronunciato quelle parole, non sembrava stesse parlando in generale a tutta la classe e di un argomento, ma sembrava più che stesse parlando a noi due e la sua frase suonava quasi come un avvertimento>> dice con un pizzico di stranezza. <<In tal caso non c'è nulla da preoccuparsi, è un adulto grande e vaccinato, ha studiato queste cose. Magari è solo una nostra impressione, non dobbiamo stare in apprensione per questo motivo>> concludo alzando lo sguardo per guardarlo, o meglio, per decifrare la sua espressione, lasciata dalle mie parole. <<Hai pienamente ragione, ci stiamo preoccupando per una cavolata. Da ora in poi non penseremo più a nulla del genere, intesi?>> mi domanda intrecciando i suoi occhi con i miei. Annuisco, perché d'un tratto le mie corde vocali hanno smesso di funzionare e anche le mie gambe che fino a un secondo fa, si muovevano come delle giostre, ora si sono fermate. Questo mio cambio di comportamento fa scappare una risatina a parte di Marcus, che si avvicina lentamente al posto in cui sono seduta. Si mette davanti a me. Posso giurare che ci siano solo 10 cm di distanza fra le sue labbra e le mie. Sento il suo respiro caldo e dolce che mi avvolge il collo e la faccia e i suoi occhi verdi che mi scrutano attentamente. Fa scivolare le sue mani sui miei fianchi, li stringe leggermente per poi trascinarmi più vicino a lui, solo da un palmo di distanza. Prima che le nostre bocche osino solo appoggiarsi l'una sull'altra entra il bidello della scuola con il carrellino per pulire i pavimenti, ci guarda e se ne esce con << I bagni al piano di sotto sono ancora sporchi, andate la cosi li potete battezzare tranquillamente, perchè qua devo lavare>> ci prese in giro. Ci stacchiamo a una velocità supersonica per poi ricomporci e uscire dal bagno imbarazzati. camminammo in silenzio fino all'uscita della scuola. <<emh. Comunque per il passaggio di domani sera come ci mettiamo d'accordo?>> gli chiedo per dimenticare quello che stavamo per fare meno di 5 minuti fa. <<Con Lucas salgono in macchina, Felix, Cecilia e Naomi. Con Drake andiamo io te e Alisa.>> Mi risponde imbarazzato. <<okay. Allora ci vediamo domani. Ciao>> gli feci un cenno con la mano mentre mi allontanavo per tornare a casa mia. <<Ciao a domani. E, aspetta un secondo Julia>> mi ferma Marcus.<< Ricordati bene cosa stavamo per fare oggi che ti assicuro, lo continueremo domani>> mi disse con un ghigno stampato in faccia, mentre si gira e si incammina nella direzione opposta alla mia. Arrossii. No, penso proprio di essere diventata la luce rossa del semaforo.

Arrivata a casa mia, salgo le scale e mi dirigo spedita verso camera mia, per preparare lo zaino con dentro tutto il materiale che mi serviva a casa di Naomi. Appoggio la mia cartella di scuola sotto la scrivania, e in velocità prendo il mio borsone che 2 anni fa usavo per andare a nuotare e ci infilo la Pochette rosa confetto con all'interno tutti i miei trucchi. poi mi fiondo in bagno a prendere il gel per i capelli, qualche elastico e la mia spazzola. Afferro per sicurezza anche lo spazzolino, non si sa mai. Mi fiondo in camera e ficco tutto nel borsone, prendo il vestito, i tacchi, il pigiama e l'intimo per il pigiama party e infilo anche loro. Prendo una borsetta abbastanza capiente, e ci metto il carica batteria, gomme da masticare e il portafoglio. Chiudo tutto e corro giù dalle scale. Prendo le chiavi di casa, chiudo la porta dietro di me e serro gli scuri. Guardo il mio cellulare; sono le 19:06. Ho solo 5 minuti per arrivare a casa di Naomi, o se no sono in ritardo. Comincio a correre per tutta Betlight, non badando alle macchine e alle persone sedute nei bar, che mi guardavano malissimo, corro sempre più veloce, fino ad arrivare nel vialetto della casa di Naomi. Mi avvicino al cancelletto, e mentre cerco di riprendermi dalla campestre che avevo appena fatto, suono il campanello con tutta la forza che avevo in corpo.

Pov's Naomi

Sono in cucina insieme a Alisa e Cecilia, a finire di decorare i biscotti che avevo cucinato per questo pomeriggio, fin quando non sentiamo suonare così forte il campanello che probabilmente ci siamo rotte tutte e 3 i timpani. <<Chi è stato?!>> Domanda incavolata nera Alisa. << Secondo te, chi se non Julia?>> gli domando ridendo mentre saltello per la casa dirigendomi alla porta. La apro e quello che mi ritrovo davanti è un mostriciattolo che è completamente appoggiato al mio cancelletto.<<Ju, penso tu sia in ritardo.>> le dico scherzosamente appoggiando una spalla sullo stirpe della porta. <<Lo penso anch'io, ma ti giuro che mi sono fatta 2 km correndo per arrivare a casa tua il prima possibile.>> mi risponde accorta di fiato. <<e va bene, entra>> le dico schiacciando il pulsante per aprire il cancello. Entriamo in casa e lei subito si sdraia sul divano chiedendomi un bicchiere d'acqua fredda. Io accetto e mentre prendo un bicchiere e la bottiglia dal frigo, Alisa e Cecilia hanno appena finito di decorare i biscottini con la glassa e la panna. Porgo il bicchiere a Julia, sistemo i biscotti in un piatto e ci dirigiamo su in camera mia. Ognuna comincia a sfilare tutto dalle proprie borse e cominciamo a truccarci. Mentre io comincio a fare la base makeup Cecilia sta attaccando la musica e Julia sta avviando una diretta su instagram. <<ragazze che ne dite se il nostro makeup è in pendant con il nostro vestito?>> Domando gasatissima. <<sii, è la stessa cosa che volevo fare anch'io>> risponde Julia eccitata. Le altre due si prestarono solo ad annuire. Continuiamo così per circa 20 minuti, dove Cecilia sta cantando e Alisa ballando, Julia è in bagno perchè la riga dell'eyeliner è venuta di merda e io sto sclerando perchè non so utilizzare la piastra. Penso che questa sarà una lunghissima serata.

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Ciaoo ragazze, ecco a voi il secondo capitolo. Se avete consigli da darci o farci accorgere di degli errori grammaticali, non esitate a dircelo. Noi accettiamo tutto ❤️

a mysterious accident. Un amore frenato dal casoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora