5 capitolo: l'incidente

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"Finchè c'è amore e memoria, non c'è vera perdita"
Cassandra Clare

Pov's Lucas
Domenica, Palestra della scuola, 02:25

Finalmente io e Naomi lo abbiamo fatto. Per la prima volta. Insieme. E' stato fantastico, soltanto che ora mi sento strano, come se l'avessi costretta, ma non è quello che volevo. Io volevo che si sentisse seriamente convinta.Ma oltre a quella sensazione ho un mal di testa allucinante, mi gira tutto. Ma non glielo detto a Naomi, non voglio che si preoccupi. Usciamo dagli spogliatoi ancora eccitati, lei tremava completamente e io pure. Raggiungiamo gli altri che sono in procinto di andare via. <<Ecco i belli addormentati>> Ci dice Alisa con un sorrisetto in faccia. <<Romeo e Giulietta, potete dirci quello che stavate facendo, visto che vi abbiamo cercato 30 minuti per tutta la palestra?>> Ci chiede mezza ubriaca e arrabbiata Alisa. Anche da sbronza non sa tenere la bocca chiusa sta qua. <<Ali, dopo ve ne parlo>> Risponde Naomi imbarazzata guardando il pavimento sperando nessuno se ne accorga. Ma da come ci sta guardando Cecilia, penso che lei ha capito perfettamente. Infatti sul viso le appare un sorrisetto che neanche se le dicessi che sta per scoppiare un'apocalisse zombie riuscirei a farglielo toglierlo. <<Possiamo andare o vogliamo ancora stare qua a guardarci tutti negli occhi?>> si intromette quel topo di mia sorella, osservandoci con uno sguardo arrabbiato. Anche lei è un po 'ubriaca, e soprattutto un caso perso. Secondo me ha qualche problema che non gli hanno ancora diagnosticato. <<Si forse è meglio>> rispondo assonnato. Ho dei giramenti di testa fortissimi. Non mi era mai capitato; cosa cavolo c'era in quel drink?! Ci dirigiamo all'uscita nel mentre nessuno ha voglia di accennare parola. <<Ciao raga, io vado>> dico salutando i miei amici. Naomi si avvicina a me e mi attira in un bacio. Ci stacchiamo dopo, almeno, un minuto. <<Romeo non dovevi andare?>> mi chiede Alisa con tono arrogante e con un sorriso falso in faccia. <<Sì sì, vacca rompiscatole, ora me ne vado>> Le rispondo abbastanza irritato dal suo modo di parlarmi. <<Scusa?! Come mi hai chiamato?>> mi domanda incavolata avvicinandosi a me in modo minaccioso, ma la voluto lei. Sto per rispondergli cordialmente, ma Cecilia si intromette cercando di calmarci <<Calmi ragazzi, siamo stanchi e ubriachi. Non cominciamo anche a menarci. Grazie>> Ci dice mentre prende per il braccio dolcemente Alisa, allontanandola da me. <<Allora io vado>> Dico seriamente questa volta. I ragazzi mi salutano con una pacca sulla spalla e un abbraccio, invece le ragazze con un cenno della mano, mentre si riparano all'entrata della palestra. Effettivamente sta cominciando a fare freddo, sarà meglio arrivare a casa il prima possibile se non voglio prendermi la peste bubbonica e la broncopolmonite. Estraggo il cellulare dalla tasca dei Jeans e scrivo a mia mamma.
"Mamma, ora parto, sarò a casa per le 2:30. lasciami la porta aperta, o se no devo fare la mossa di Gesù Cristo per entrare 🥰" Le scrivo ironico, sperando non lo prenda sul serio, e che mi lasci seriamente la porta aperta. Mi dirigo in macchina e apro la portiera per entrare, avvio la macchina e faccio partire la radio. Prima di allontanarmi dal parcheggio comincio a frugare nel portaoggetti vicino al freno a mano per cercare un Oki o una qualsiasi medicina che mi aiuti ad alleviare il mal di testa. Però non trovo nulla, ci sono solo monetine e scontrini. Strano, ci sono sempre state. Saranno finite. Non penso che se qualcuno entri nella mia macchina, rubi due oki. Potrebbe tranquillamente prendere qualcosa di più costoso. Vabbè non ne faccio un problema, tanto tra 10 minuti arrivo a casa. Esco dal parcheggio con la macchina e guido in strada. Ho preso una scorciatoia, per arrivare prima a casa. Il tragitto è immerso tra alberi e raramente ci sono lampioni. E In tutto questo non c'è anima viva, né una macchina o né un animale. Un cazzo. Perfetto. Sto guidando in mezzo alla strada, tutto mi gira, a fatica riesco a tenere lo sguardo su dove sto andando; d'un tratto qualcosa mi viene addosso, una macchina, in tutta velocità. Sento lo schianto tra la mia e quella del mongoloide e tutte le mie ossa rompersi e gli organi schiacciarsi contro Il volante. ora sento un rumore lancinante alle orecchie e che in pochi secondi si diffonde in tutto il corpo per poi tramutarsi in dolore. Davanti a me sembra che passi tutta la mia vita, il primo ricordo che ho con i miei genitori, la prima volta che sono riuscito ad andare in bicicletta senza cadere, la prima lezione di football, il primo giorno di scuola, la prima uscita con i miei amici, il primo giorno di fidanzamento con Naomi. Tutto. Dal 28 settembre 2006, il giorno in cui sono nato, al 17 settembre 2024, il giorno in cui sembra che io sia morto. Ora ho la sensazione di essermi liberato da un peso della mia vita, ma ho anche un'altra sensazione quella della tristezza, disperazione. Oggi 17 settembre, giorno in cui ho perso la mia verginità, giorno che ha annunciato l'inizio del mio ultimo anno di liceo, e il giorno in cui ho detto a Naomi il mio ultimo addio. Spero solamente che qualcuno mi farà giustizia, farà giustizia della mia vita, che è stata appena portata via e spero che faranno giustizia sull'amore tra me e Naomi.

a mysterious accident. Un amore frenato dal casoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora