6 capitolo: Lucas sei vivo?

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“Più difficile è la vittoria,
più grande è la felicità
nel vincere.”
Pelé
                

   
Pov’s Alisa
Domenica, Casa Naomi, ore 18:45

<<Sono pronti!>> grida Julia per far sì che la sentino tutti. I genitori di Naomi sono in vacanza per questo fine settimana, questo vuol dire solo: Serata film! I ragazzi si  precipitano come una mandria di bufali su una sedia. Naomi è a capotavola, alla sua destra Cecilia e di fronte a essa Felix. Che scelta di merda! Proprio lì si doveva sedere quel deficiente?! Io sono seduta di fianco a Ceci, mentre dall'altra parte c'è Julia. E’ comoda vicino al muro. Si posiziona sempre dove meno gente può starle vicino. Sono sempre io a mettermi vicino a lei, ormai da un anno. O meglio, da quando è caduta di nuovo in quel pozzo senza fine. Lo sappiamo entrambe: “Le cicatrici non vanno mai via”. Ecco, dei momenti della vita sono come cicatrici, e questo è uno di quelli. Non tutti capiscono, fino a quando non lo vivono. Nel momento del suo picco, io c'ero.Naomi e Cecilia non lo sanno, neppure i ragazzi, solo io e lei. In quel momento non aveva bisogno di guarire, solo di una persona pronta a proteggerla e a starle vicina. Le nostre amiche sanno del suo episodio passato, non di quello dell'anno scorso. La maggior parte della gente pensa che quando si guarisce non ci sono più preoccupazioni, invece no. Anzi l’ansia che torni è la prima cosa a cui pensi. Ogni giorno però Julia mi manda almeno una foto di quello che mangia, e questo mi fa capire che ci sta riuscendo. Sta riuscendo a salire quel pozzo oscuro e crudele. Tutta la parte felice di me svanisce solo alla vista di Drake che sposta la sedia davanti a me. <<Buonasera miss rompipalle. Ti vedo sgargiante.>>ogni volta che Drake apre bocca è sempre un'agonia.<< Anch'io ti vedo diverso Poseidone. Ha fatto qualche operazione?>> il suo sorrisetto dopo la mia risposta mi irrita ancora più della sua presenza.<<No. Nessun intervento. Quella che vedi è bellezza naturale. Sò che non ci sei molto abituata, dato che vederti allo specchio di prima mattina può risultare pauroso.>>La sua ipotesi mi fa inbestialire. Avete presente Ade nel film di “Hercules”, con le fiamme alla testa? Esatto, adesso lo vorrei solo far sgozzare dal mio cane a tre teste. Cecilia capisce subito che la pazienza, per precisare, la mia poca pazienza, è finita. Mi prende il braccio e poggia la sua testa sulla mia spalla per farmi calmare. Peccato che il ghigno che ha in faccia Drake mi faccia scordare della premura di Cecilia. << Senti Caronte, la  vuoi smettere con questo animo modesto o vedi che la tua autostima te la faccio calare a mò di pugni.>> La mia espressione deve farli tanto ridere, perché si sta tormentando il labbro inferiore come a trattenere una risata. La conversazione viene finalmente interrotta da una pacca sulla spalla. <<Potrei sedermi io vicino a Julia?>> mi chiede gentilmente la voce di Marcus. <<Scusa se mi permetto di sedermi accanto alla tua Francesca, caro Paolo, sai com'è “chi prima arriva meglio alloggia”>> Julia mi da una spallata, però la sua ramanzina viene interrotta da una risposta ancora più indesiderata:<< Questa frase l'ho sentita dire anche in altre circostanze!>> Dice Drake, seguito a una piccola risata da parte di Felix, che interrompo solo con uno sguardo. <<Buon per te. Ora ci lasci parlare o ti devo zittire io?>> Rispondo cercando di capire perché sua madre non abbia abortito quando ne ha avuto l'occasione. <<Prova a zittirmi, vediamo!>> Quel maledetto marmocchio. Julia mi tira per la felpa fino a costringermi ad alzarmi. Sta tirando verso il soggiorno pure Marus, che per sua fortuna era già in piedi. <<Che diavolo, Julia!>>La mia voce appare subito dopo la porta della cucina appena sbattuta da Julia. <<Sa tutto!>> esclama senza aggiungere altro. Peccato che abbia già capito tutto. << Oddio Ju, sei seria?>>urlo mentre sento che pian piano i miei occhi si fanno sempre più lucidi. <<Sei arrabbiata, vero?>> dice con un tono preoccupato. <<Stai scherzando? Sono contentissima. Stai guarendo Ju. Stai guarendo!>> gli ripeto con un sorriso enorme in faccia. Ci abbracciamo solo come noi sappiamo fare.
Ci stringiamo per quelli che sembrano millisecondi che sono bastati per dirci tutto, tuttavia sento Marcus emettere una tossetta, ovviamente finta, che mi fa capire che siamo state attaccate  più del dovuto. <<Ah.. e un'altra cosa!>> la voce di Julia è soffocata per l'emozione.<<Voglio che lo sappia.>> le sue parole mi sovrastano come un'onda. <<Ju, sei sicura?>> le chiedo spiazzata. Una cosa che per anni è rimasta solo nostra ,e adesso anche questa?!  <<Ju, non sei obbligata.>> le confermo con voce pacata, che solo con le mie amiche mi viene, che non sia una buona idea. Regola numero uno, per me: Pensaci bene, molto bene, prima di fidarti delle persone.  <<Sì! Tu sei brava a raccontare storie, ti prego Ali.>> mi rassicura. <<Ok. Tutto risale a circa un anno fa…
Un anno fa: Pov’s Alisa
Che palle. Non ho voglia di andare a scuola. Poi con quel moccioso che mi sta addosso ancora meno. Per carità, è sempre bello arrivare a scuola con un ragazzo, tralaltro carino, che ti regala una rosa. Sempre, però è fin troppo caro. Mi dispiace, ma tra noi, o meglio per me, non riesco a trovare altro che attrazione fisica. Se oggi rimanessi a casa? No, ho già collezionato un bel po' di assenze quest'anno. Entrare un'ora dopo? E abbiamo un vincitore. Posso dormire ancora 30 minuti.  Questa meravigliosa idea viene frenata dalla suoneria del mio cellulare. La lascio squillare per dei secondi mentre faccio un piccolo balletto sulle note di “If We Have Each Other”. Quando mi decido di rispondere sento solo una ragazza che piange. Dalla frustrazione ,che ho sempre se qualcuno mi chiama, alla pietà. Controllo il numero… è Julia. <<Julia sei tu? Amorino rispondi ti prego… Julia!>> la suplico, senza una risposta. <<Facciamo così: tu mi mandi la tua posizione e io ti vengo a prendere. Ok?>> finalmente le mie domande hanno ricevuto una risposta: <<Oo…ok.>>
La raggiungo, è su un marciapiede, rannicchiata con la testa tra le gambe. Metto le quattro frecce e le corro a fianco.<<Tu non hai la patente!>> mi dice fra un singhiozzo e l'altro. <<Lo so, è di mio padre. Ti piace?>> cerco di sdrammatizzare la situazione, e per un attimo funziona, tuttavia finita la risata i  singhiozzi e i continui tirar sù col naso diventano sempre più continui.<<Io ti faccio fare un giro, poi ti porto a casa e mi racconterai tutto quando ti sarai calmata. Va bene, Ju?>> Finita la passeggiata in centro l'accompagno a casa sua. Mi dirige in camera sua e mi porge una scatola. Mi guarda con terrore,e ancora prima che riesca a osservare il contenuto la chiude di scatto  e sussurra:<< Ti prego, dopo questo dimmi che mi guarderai sempre allo stesso modo.>> Mi ridà la scatola, le faccio una carezza dolce sul viso e lei piega il collo come un gatto con le fusa. <<Ti giuro, che ogni cosa ci sia in questa scatola non farà cambiare le mie emozioni per te.>> Apro la scatola e dentro ci trovo una lama, questa volta diversa da come aveva descritto la precedente Julia. Provo ogni modo per distrarmi dal mio riflesso sulla lametta e trovo una bilancia, prima inesistente, nell'angolo vicino all'armadio. Non riesco a dire niente, e Julia nemmeno. Ci scambiamo uno sguardo ,nel momento preciso in cui alzo la lama per metterla sul palmo della mano. Da quelle iridi ho capito tutto. Tutto.
<<Perchè?>> solo dopo, capisco che la mia domanda era sbagliata. Ultima cosa che la gente vuole dire è sempre il perchè . <<Ho incontrato per strada ,dei giorni fa, i suoi genitori.>> non continua. Sicuramente, gli avranno fatto delle domande sul “ perché mio figlio è finito agli arresti domiciliari" o “ guarda che ti ha fatto un favore , eri cicciotella da piccola, sai?” . <<Ti propongo una cosa!>>gli dico con voce pacata.<<Io, quando vorrai tu, me ne andrò a casa. Con me verrà anche lei.>> la stoppo subito prima che possa negarmelo.<<Se un giorno di questi la vorrai indietro io te la darò.>> So che è una proposta molto azzardata, nonostante non posso tirargliela via senza il suo consenso. Ne farebbe subito un’altra. Annuisce con gli occhi lucidi. Vedendola così mi viene un nodo alla gola. Dicono che sono troppo incazzata con il mondo, e da una parte è anche verò, ma non permetterò mai che qualcuno riduca una mia amica in questo modo. So cosa si prova a sentirsi sbagliati. Sempre, in ogni secondo… istante e per questo non voglio che questo peso passi anche a loro.

a mysterious accident. Un amore frenato dal casoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora