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Isabella, quando si riuscì a calmare, fece promettere ad Harry che i genitori e gli altri non dovevano sapere nulla di quella storia, ed Harry diede la sua parola. I due fratelli si diressero insieme all'aula di pozioni, dove si sedettero vicini, Harry aveva deciso che non era più il tempo di litigare con la sorella, ma che doveva fare il fratello e l'avrebbe protetta e difesa. Isabella, fece il minimo indispensabile, i tagli che si era fatta iniziavano a bruciare e dare fastidio, ciò rese i suoi movimenti difficili da eseguire. Ma Harry, fece tutto da solo, rassicurando Isabella con lo sguardo. A fine lezione, Piton fece uscire tutti, tranne Isabella, e la ragazza pensò che volesse  punirla, ma quando furono soli, il docente si sedette accanto "Isabella, cosa ti succede?" chiese senza giri di parole. La ragazza lo guardò e scosse il capo "Nulla, professore" rispose mentendo, non avrebbe detto nulla a nessuno. "Hai litigato con Harry?" chiese e Isabella scosse il capo "Ti vedo strana, se vuoi parlare con qualcuno, ci sono" disse per poi congedarla. 

Isabella, mentre si dirigeva verso l'aula di Difesa, si chiese perché il docente si preoccupasse così tanto di lei e di come stesse, ma scosse il capo appena entrò in aula e prese posto, l'unico posto libero era vicino a Blaise Zabini, serpeverde del suo stesso anno. Si sedette accanto e ascoltò distratta il docente, era in gamba ma era lei che non aveva tanta voglia di seguire la lezione, e passò a scarabocchiare sulla pergamena. Ancora non credeva che George si fosse avvicinato a lei solo con l'intento di umiliarla, sotto commando della madre. Si chiese come una donna, una madre, potesse essere così diabolica. "Ehy Potter" venne scossa da Zabini che le fece notare che la lezione era finita e che l'aula era vuota, se non per loro due "Oh, si grazie" disse distratta e si chinò per prendere lo zaino, ma il dolore e il fastidio che provava dalla mattina, fu così forte che perse la sensibilità al braccio e lo zaino cadde. "Cazzo" sibilò toccandosi il braccio che doleva, sicuramente aveva preso infezione. 

Zabini la guardò "Stai bene?" chiese e Isabella, annuì cercando di mettere su una faccia tranquilla, ma il dolore era troppo forte "Fai vedere" disse il ragazzo chiudendo la porta e tornando dalla ragazza, che fece non pochi lamenti per non farsi vedere il braccio, ma il moro ebbe la meglio, e quando tolse la garza vide non solo i tagli, ma che da essi usciva sangue e pus. La guardò volendo chiedere il perché, ma decise che l'avrebbe tenute per dopo le domande. La fece sedere e prese la cassetta del pronto soccorso presente in aula "Pizzicherà" disse prendendogli il braccio dolcemente e passò del unguento che a contatto con i tagli, bruciò "Diamine" sibilò stringendo l'altra mano al banco "Ora passa" disse il moro pulendo i tagli e poi la medicò alla meglio. "Stasera devi rifare la medicazione, o torneranno ad infettarsi" disse  ponendo tutto via e Isabella lo ringraziò. 

"Potter, se hai qualche problema, fai prima a parlarne, distruggere te stessa non risolverà nulla" disse uscendo dall'aula, e Isabella sapeva che aveva ragione, ma nessuno -beh a parte lu- avrebbe visto quei tagli, non voleva chiedere aiuto. Si trattenne ancora un po' e poi fingendo di stare bene -cosa non vera- andò in sala grande per pranzare. Harry gli chiese dove fosse stata "Peeves sai com'è" rispose e si riempì il piatto, mangiò solo perché il fratello la guardava assicurandosi che mangiasse. "Oggi, che ne dici, facciamo i compiti insieme?" chiese Hermione alla ragazza, che annuì. Doveva distrarsi come meglio poteva, e quando finì di mangiare vide Zabini avvicinarsi "Potter, due parole" disse e la ragazza, grata per averla aiutata, annuì. Tranquillizzò con lo sguardo il fratello e uscì dalla sala grande con il ragazzo, che la portò nei giardini. 

"Prendi questa boccetta, ti aiuterà ad alleviare il dolore" disse porgendogli una fialetta con del liquido grigio e la prese "Perché?" chiese fermandolo per il braccio prima che potesse andare via "Perché sei più di questo, sei forte ma ancora non lo sai." rispose guardandola e poi andò via, rimanendo la ragazza lì curiosa di quelle parole. Nascose la fialetta e tornò nel castello, dirigendosi in biblioteca, dove vi trovò Hermione. Si avvicinò al tavolo e si sedette "Cosa voleva?" chiese a voce bassa "Mi ha chiesto degli appunti" rispose prendendo -con non poche difficoltà- i libri dallo zaino e le pergamene. La riccia annuì e poco dopo tornò a parlare "Ce George lì...penso che voglia parlarti" disse indicando con la testa il tavolo di fronte dove George stava seduto e la guardava speranzoso. Isabella si guardò distrattamente il braccio e scosse il capo "Non merita il mio tempo" disse dando le spalle al ragazzo e tornando a fare i compiti. 

George non demorse però, attese che le due uscissero dalla biblioteca e la fermò prendendole il braccio, ma era quello dolorante e Isabella emise un gemito di dolore quando le sue dita si chiusero proprio intorno alla ferita, George lasciò la presa guardandola preoccupato. "Che succede?" chiese e la ragazza lo guardò male "Va via" sibilò e andò via senza nemmeno aspettare Hermione. Isabella, invece di andare a cena, decise di tornare al dormitorio, e mentre si dirigeva verso il settimo piano, si scontrò con il padrino del fratello, che la prese al volo dai fianchi "Ci incontriamo sempre così" disse e la ragazza si staccò dalla sua prese distogliendo lo sguardo "Cosa ci fai qui?" chiese guardandolo "Sono venuto per dire a te ed Harry che sono un uomo libero, finalmente" rispose giovale e Isabella gli sorrise "Sono contenta, Harry è a cena, lo puoi aspettare fuori la sala grande" disse e tornò a salire le scale, ma Sirius non aveva intenzione di andare via, e la seguì. 

"Sir, non puoi entrare" disse fermandosi davanti il quadro della signora grassa "Nemmeno tu" disse indicando il quadro vuoto, chissà dov'era andata. "Che ne dici se andiamo da qualche parte a parlare?" chiese con un sorrisetto sulle labbra, che fece innervosire e  non poco la ragazza "Parlare di cosa?" chiese retorica "Di come fuggi quando sei con me" rispose l'uomo appoggiandosi alla parete, e Isabella non poté negare che aveva un aria così sexy, i capelli che cadevano sopra le spalle, gli occhi grigi posati su di lei, la postura, il profumo, tutto di Sirius urlava "sexy". Isabella sospirò "Non è la giornata Sirius" rispose ma l'uomo scosse la testa "Per te non è mai la giornata, ma io non voglio più aspettare" disse e sorprendendola, la prese a mo' di sposa e continuò a camminare, arrivando davanti una parete vuota "Sirius mettimi giù" disse guardandosi intorno per evitare che qualcuno li vedesse.

Ma Sirius non solo non la mise a terra, ma entrò attraversò le porte che erano appena apparse, sparendo una volta che i due furono dentro. "Ma dove siamo?" chiese Isabella guardandosi in giro "Stanza delle necessità." rispose Sirius e solo lì la fece scendere "Ora qui nessuno potrà disturbarci, e possiamo parlare" disse giovale andando a sedersi sul divano in pelle presente in stanza. Isabella si morse le labbra, scappare o restare?


Innamorata del padrino di mio fratello [Sirius Black]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora