La mia vita

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Ciao a tutti, è da tanto che non scrivo, ma spero che vogliate insieme a me affrontare questa nuova avventura.
Per quanto riguarda questo libro, può essere letto anche senza leggere i precedenti, ma, inserirò dei riferimenti alle storie precedenti.
Il prossimo capitolo è online il 20 APRILE.
Buona lettura!

Veronika

La mia è una vita come c'è ne sono tante, provengo da una famiglia normale, mia madre è una musicista di fama mondiale e mio padre un professore universitario.
Ho una vita felice e completa, che ruota intorno, alla famiglia, amici e la mia più grande passione il ballo.
Il mio incubo ha avuto inizio quando come tutti i giorni uscivo dalla scuola di danza che frequento da quando ho memoria, quel giorno la mia felicità era al massimo, finalmente avevo avuto l'opportunità che si ha una sola volta nella vita, partecipare come prima ballerina al saggio di chiusura, dove sarebbero stati presenti i più importanti ballerini classici americani, sarebbe stato un buon trampolino di lancio.
Ero felice, sono uscita, sono stata investita.
Non ricordo nulla dell'incidente.
Quando sono arrivata in ospedale sono state ore infernali, il dottore mi ha informato che dovevo essere operata urgentemente, senza esitazioni.
I miei genitori mi sono stati accanto, incoraggiandomi a non mollare, che sarebbe andato tutto bene.
L'operazione è durata diverse ore, il tempo dopo l'intervento non passava mai, sembrava di vivere in un limbo da cui non sapevo se sarei mai uscita.
L'esito dell'operazione mi è arrivata, il giorno successivo, dal dottor Mike Ross, che appena è entrato nella mia stanza, ha iniziato dicendo, - buongiorno Veronika. Salve signora e Volkov -.
Buongiorno - salutiamo all'unisono io e la mia famiglia.
- Veronika l'operazione è andata bene molto meglio di quello che noi speravamo. I tendini sono stati rinsaldati, però mi dispiace doverti annunciare che non potrai mai più danzare - termina guardandomi negli occhi con tristezza.
Questa è stata la sentenza che mi ha distrutto la vita, il dottor Ross va via.
Una volta rimasta sola inizio a piangere, mia madre mi abbraccia e mi dice, - è difficile, tesoro mio. La danza era il tuo mondo, adesso ti vedi privata di un tuo pilastro fondamentale della tua vita. Ma, tu sei una ragazza forte riuscirai a vincere anche questa battaglia - termina convinta.
- Bambina mia di qualsiasi cosa tu abbia bisogno basta chiedere - mi dice il mio adorato papà.
Vi prego non prendetela male, voglio rimanere un po' da sola - rivelo con voce tremante.
I miei mi conoscono, quindi mi lasciano sola. Inizio a piangere, le lacrime escono senza fermarsi.
Tutto ciò su cui avevo basato la mia vita si è distrutto come il cristallo più pregiato. Mi sento svuotata e senza forze, come, se per me l'esistenza fosse vuota e priva di esistenza.
I miei genitori mi hanno sempre detto che la danza doveva essere coltivata allo stesso modo dello studio, quindi per me è stato difficile conciliare le due cose, ho fatto rinunce e sacrifici.
Mi sporge semplice la domanda, a che cosa è servito tutto quello che ho fatto fino adesso ?
I giorni successivi nel dolore e nell'inizio dell'accettazione della verità, quella domanda è stata uno sprono per me, per capire cosa voglia fare del resto della mia vita.
Sono tornata a casa da dieci giorni, le mie giornate si svolgono all'insegna della tristezza e del pianto, vorrei essere forte, ma non ci riesco.
E' un Sabato pomeriggio mentre io e mia madre stiamo prendendo il tea nel salotto, mi accorgo che la donna che mi ha dato la vita, non fa altro che guardarmi. Esasperata le chiedo, - che cosa succede ? -.
Veronika perché non mi hai chiesto nulla della persona che ha provocato l'incidente ? - mi chiede.
Rifletto sulla sua domanda per diversi minuti, poi rispondo, - perché la mia vita è stata distrutta in un momento, ora voglio solo concentrarmi sul raccogliere i pezzi della mia vita e ricominciare - termino.
Da quella strana discussione sono passati due mesi, non dico che mi sono ripresa, ma mi sono concentrata sugli studi, ho vinto una borsa di studio per concludere il college all' Università di Mosca, questo è un segno del destino.
Siamo a cena, i miei genitori sono più rilassati e più tranquilli. - Mamma e papà ho una notizia da darvi -, annuncio con serenità.
-Che cosa succede ? - mi chiede il mio adorato papà in modalità protettiva.
-Tranquilli è una bellissima notizia. Ho vinto una borsa di studio per terminare gli studi a Mosca - .
I mei rimangono sorpresi, poi è mia madre che fa la fatidica domanda, - che decisione hai preso ? -.
Ho bisogno di lasciare New York, per poter iniziare nel vero senso della parola. Quindi andrò a Mosca -.
- Se è ciò che hai deciso, noi ti approveremo. Per maggiore tranquillità, al inizio vivrai a casa tua zia, la sorella di tua madre-.

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