Parlare

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Il prossimo capitolo è online Sabato 6 Luglio ore 11.30

Veronika

Oggi sono forte davanti a mia mamma, ma in realtà ho paura, se ci fosse stato anche il mio adorato papà forse sarei stata più sicura, lui per motivi di sicurezza verrà il giorno del operazione.
Dopo la registrazione in clinica sotto falso nome, sono stata accompagnata nella mia camera privata.
Mia madre guardandosi intorno mi dice, - Veronika stai calma per qualunque cosa ci sono -.
- Lo so mamma, non ti preoccupare soni tranquilla - gli sorrido, per farla tranquillizzare.
Dopo che mi ha aiutato a mettere via i vestiti che ho portato nel armadio, mi ha aspettato in camera, mentre mi facevano gli accertamenti di routine.
Il medico che mi segue è lo stesso che mi opererà, mi ha spiegato che se tutti gli esami che faremo nei prossimi giorni risulteranno nella norma, si potrà stabilire la data del operazione.
Non vedo l'ora che tutto finisca, anche se ho una paura immensa.
Verso fine giornata, convinco mia madre che può tornare nel nostro appartamento, che io farò una buona dormita e ci rivedremo domattina, va via dopo avermi dato un bacio e augurandomi la buonanotte.

Igor

Il mio uomo mi ha spiegato che non c'è nessuna Veronika Volkov ricoverata in quel ospedale, l' unica spiegazione è che entrata sotto falso nome, la cosa non mi sembra assurda in quanto la sua famiglia ha molti nemici, come d'altronde anche io.
Quindi do ordine di scoprire sotto quale nome è stata registrata la mia ballerina.
Il giorno dopo mentre sono al telefono è arriva l' uomo a cui ho dato l' ordine la sera precedente
- Parla - gli ordini senza preamboli.
- Signor Andreeva la clinica dove la signorina Volkov è stata una registrata con il nome Lara Ross, si occupa di operazioni al cuore di ultima generazione, è la migliore nella sua categoria - termina la spiegazione.
- Hai fatto un buon lavoro. Puoi andare - lo mando via.
Ecco spiegato l' arcano la mia ballerina è venuta per farsi operare, quindi mi ha mentito, dovrà essere punita anche per questo.
Mi preparo e mi dirigo verso la clinica dove è ricoverata Veronika.
Mi indicano dove si trova la camera di Veronika e mi dirigo a passo sicuro, verso la mia ballerina.

Veronika

Sono le dieci di mattina, mia madre verrà un po' più tardi perché vuole preparare una sorpresa per mio padre.
In quanto io ho già fatto colazione e tutti gli esami previsti, quindi mi si prospetta una lenta e noiosa resto di giornata.
Voglio vedere il lato positivo, posso leggere e rilassarmi.

Igor

Sono davanti alla porta della camera di Veronika, entro senza bussare.
Non credo ai miei occhi, si è addormentata, è la prima volta che la vedo in questo modo,mi nasce spontaneo un sorriso.
È vero che il patto è stato rotto, ma questo non significa che lei non sarà mia.
Questa è una promessa che ho fatto a me stesso, molti anni fa.
Non mi rimangio mai la mia parola, sono un uomo di parola, questo sono io, questo è il mio essere.
Mi avvicino e le accarezzo il volto, lei non si sveglia in nessun modo.
Mi abbasso e le sussurro all' orecchio - svegliati ballerina, sono qui! - esclamo.
All' improvviso si sveglia e mi guarda smarrita, chiedendosi evidentemente, che cosa ci faccio io qui.

Veronika

Sento qualcuno sussurrarmi e mi sveglio di soprassalto, non credo ai miei occhi,i viene spontaneo chiedergli, - cosa ci fai qui? -.
Lui si allontana da me e mi sorride, prende una sedia e si siede vicino a me.
Mi sorride e non mi risponde, già mi dà sui nervi.
- Che ci fai qui? - pongo per la seconda volta la domanda.
Lui mi sorride, per l'ennesima volta e non mi risponde, non posso negare che è a dir poco bellissimo.
Se vuole fare il gioco del silenzio, si può fare un due.
Così passa il tempo in modo lento e implacabile.
Mi volto dall' altra parte, non voglio essere la prima a parlare.
- Non ti comporti come una bambina - afferma Igor, venendo dal mio lato.
- Che cosa ci fai qui? - gli pongo per l' ennesima volta la medesima domanda, senza rispondere alla sua.
- Vuoi che ti risponda veramente. La risposta è solo una, sono qui per te. È a proposito cosa ci fai qui? - mi domanda, guardandomi seriamente.
- Non avevo nulla da fare, quindi mi sono venuta a a fare qualche giorno di vacanza in una clinica privata - rispondo ironicamente.
- Veronika, sto cercando di non arrabbiarmi. Ma, tu non mi rendi le cose facili - mi sgrida, come fossi una bambina.
Non ho intenzione di dirgli la verità, - sono qui per fare degli esami, sarò fuori tra qualche giorno - gli rispondo, in modo più vago e tranquillo.
Dopo alcuni scambi di convenienza, mi saluta dicendomi, - ci rivediamo in Russia -.
- Ciao Igor - mi limito a dire.
Quando va via e chiudo la porta, faccio un sospiro di sollievo e mi rilasso. Non è questione di qualche giorno, ma di settimane.

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