Monza

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       "Ci pensi mai a quanto tempo
i miei pensieri ti dedichino?
Io che passo intere notti pensando a te
tanto da
perdere il sonno
tanto da
perdere il conto delle stelle."
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Monza 2019, finalmente ho vinto,il GP di Monza per i piloti della Ferrari è sempre il migliore.
Il 90% delle persone presenti tifano Ferrari, la maggior parte sono italiani, per loro la Ferrari non è una semplice marca d'auto, per loro è una religione.
Puoi chiedere a qualsiasi bambino che macchina vorrebbe e la risposta sarà sempre <Una Ferrari> e se gli chiedi di colorare una macchina loro la coloreranno di rosso, come la Ferrari, ovviamente tutto ciò non accade solo in italia, ma la percentuale dei tifosi ovviamente è maggiore.

Per un pilota della Ferrari vincere a Monza è un po' come vincere svariate gare tutte di fila, vincere il GP in casa è un onore, ovviamente tutti vorrebbero riuscirci, e io ce l'ho fatta.
Vincere il GP in casa è il mio sogno nel cassetto da quando ho firmato il contratto con la Ferrari, e ci sono riuscito.

Gli italiani se vinci fanno cose spettacolari, se guidi per la Ferrari e vinci il GP di Monza, loro ti acclameranno per sempre, ti ricorderanno per sempre e ti rispetteranno per sempre.
Vedere tutta quella gente che urla il mio nome e che mi acclama mi fa sentire così potente e invincibile, vedere tutti quei bambini sorridenti mi fa sciogliere il cuore.

Salgo sul podio e vede tutta quella gente felice, acclamano me, sono felici per la mia vittoria, le persone negli spalti urlano il mio nome, il rosso ricopre quel posto, ovunque guardi ci sono le bandiere della Ferrari.

Tutti cantano a squarciagola l'inno d'italia, gli italiani sono qualcosa di unico e questa cosa mi rende estremamente felice.
Sono tutti estremamente felici, a partire da Bottas e Hamilton che sono arrivati secondo e terzo, fino a Sainz che è arrivato ultimo, ovviamente sarebbero stati più felice se fossero stati al mio posto, ma la felice degli italiani contagia tutti, sono tutti felici tranne lui, tranne Max Verstappen, Max che ha sempre avuto buoni risultati, per lui arrivare ottavo è come aver fatto DNF, se non peggio, perché se fai DNF vuole dire che non sei abbastanza preparato per quella gara, se arrivi ottavo vuole dire che sei abbastanza preparato ma non abbastanza per vincere.

Io e Max siamo sempre stati rivali, fin dai go kart, non so bene il motivo ma era così, la nostra rivalità era visibile a tutti.
In pista intratteniamo tutti, la nostra è una lotta costante, se uno dei due fa una cosa bene l'altro la deve fare cento volte meglio.

Per me Max è come un rompicapo, uno di quelli impossibili da risolvere ma che tu ti ostini a provare a risolvere.
Ho sempre provato ad avvicinarmi a lui fin dai go kart ma ogni volta vengo respinto, vorrei smettere di provare ma c'è qualcosa che me lo impedisce, qualcosa a cui non so dare un nome, qualcosa di più grande di me, qualcosa che mi fa esasperare giorno e notte.

Max è come una rosa, così bella ma se provi a toccarla ti fai male, vieni punto dalle spine, le spine sono come uno scudo, a lui quelle spine servono per proteggersi, ma da cosa?
Questa domanda mi tormenta, ecco perché Max è un rompicapo, perché ti tormenta con tutte quelle cose che tu devi e vuoi scoprire per arrivare alla soluzione, la cosa brutta è che spesso le risposte sono davanti a te e tu le ignori ma quando lo capisci è troppo tardi, ormai non hai più tempo per risolvere quel rompicapo.

Il tempo ci è sempre mancato, non abbiamo avuto abbastanza tempo per conoscerci veramente, non abbiamo avuto abbastanza tempo per goderci la nostra infanzia come si deve, non abbiamo avuto tempo per essere veramente felici, non abbiamo mai tempo per niente. Se vinciamo una gara non abbiamo il tempo di festeggiare che dobbiamo subito prepararci per la prossima e dobbiamo fare ancora meglio, se perdiamo non abbiamo nemmeno il tempo di toglierci il casco e uscire dalla monoposto che ci vengono ripetuti a macchinetta tutti i nostri errori e dobbiamo subito rincominciare ad allenarci.
Tutto ciò perché noi dobbiamo essere sempre perfetti, se facciamo il minimo errore possiamo giocarci la vittoria o fare un incidente, che ci porterà a perdere, ma se perdiamo continuamente possiamo giocarci il posto e nessuno vorrebbe correre questo rischio.

Max che è così bello come un dipinto di Monet ma dannato come una poesia di Bukowski, è così bello che ti toglie il fiato.
Max è arte, è soggettivo, può piacere e non piace, dipende dalla persona.
Max è una poesia, così bella, piena di significati diversi, ma può essere dannata, come quelle di Bukowski, per quanto le sue poesie vengano considerate dannate o senza senso perché scritte da un "pazzo" per me non è così, infondo come possiamo sapere cos'è veramente la pazzia? Magari i pazzi siamo noi e non lui, ed è per questo che mi piacciono quelle poesie, per questo mi piace lui, Max, perché può essere considerato pazzo, visto che da quanto ne so nessuno lo capisce, o almeno non ci è ancora riuscito nessuno, ma io voglio capirlo, voglio leggerlo, come si fa come una poesia, perché se una poesia non la capisci allora sono solo parole scritte senza senso.

E mentre tutti questi pensieri su Max mi riempiono la testa i festeggiamenti finisco, è tempo di tornare nei paddock e poi in hotel.
Appena entro nei paddock tutto il mio team mi sorride e si congratula, mi congratulo anch'io con loro, infondo il nostro è un lavoro di squadra, anche se quello che deve tagliare il traguardo per primo sono io, loro fanno tanto quanto me, sono loro che fanno la macchina, che cambiano le rute quando c'è bisogno, se io taglio il traguardo per primo è anche grazie a loro.

Il ritorno in hotel è così dannatamente stancante, vorrei addormentarmi e non svegliarmi più per almeno una settimana, ma purtroppo non posso, sta sera devo andare a una festa.
Dopo ogni gara noi piloti andiamo in una discoteca a festeggiare, chi vince festeggia per la sua vittoria, chi perde in teoria dovrebbe festeggiare per la vittoria dell'amico, perché siamo tutti amici, o almeno così credono tutti, ma più che altro è una scusa per fare qualcosa invece di stare in hotel a disperarsi, quindi invece di stare in hotel ci disperiamo con l'alcol in pista.
Ma oggi non è il mio turno di disperarsi, oggi ho vinto.

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