him.

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"...ma il cuore, quando vuole,
si ostina a vedere oceani immensi
in una misera goccia d'acqua"
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Il freddo gelido delle dolomiti fa spazio al tepore confortante dell'acqua della piscina. Andrea, il mio amato personal trainer è, come sempre al mio fianco. Abbiamo passato tutta la mattina e buona parte del pomeriggio sulle piste da sci, le ginocchia chiedono pietà, per non parlare dei piedi doloranti per via degli scarponi.

Il calore dell'acqua riesce a far sciogliere i muscoli contratti, alleviando il fastidio insopportabile causato dalla sessione prolungata di sport. La temperatura alta ma piacevole della piscina, mi fa tornare in mente il tocco di Max, una persona tanto fredda ma capace di bruciarti se il suo corpo tocca il tuo.

La mia mente torna ad Abu Dhabi, mi ricordo veramente poco di quella notte, ma non scorderò mai le sue braccia che mi cingevano dolcemente la vita mentre lui dormiva beatamente, il suo viso sempre contratto era così sereno e rilassato, come quello di un bambino. Quando quella mattina mi svegliai e lo trovai lì, accanto a me, ero felice come i piccoli il giorno di natale.

Lo schiocco delle dita di Andrea mi risveglia dal mio stato di trance, mi guarda con aria consapevole, come se sapesse a cosa stessi pensando. L'Italiano ride leggermente per via del mio sguardo perso nel nulla. <Chi sta occupando i tuoi pensieri?> La sua voce è estremamente calma, la sua non sembra nemmeno una domanda, ma più una conferma alle sue supposizioni.

La mia mente si schiarisce lentamente, come se un velo di nebbia si dissolvesse. Sorrido ad Andrea, cercando di mascherare il lieve imbarazzo che provo. <Solo vecchi ricordi,> Cerco di convincerlo a non approfittarne l'argomento, ma una risata che suona più nervosa di quanto vorrei, tradisce il mio tono sicuro.

Si immerge nell'acqua accanto a me, il suo calore e la sua presenza mi riportano al presente. <Charles, non puoi continuare così.> Lo guardo con aria perplessa, non capendo di che stia parlando. <Che intendi?> Il suo sguardo si fa più serio.

Andrea rimane in silenzio per qualche istante, il suo viso serio e concentrato. Mi chiedo se stia cercando le parole giuste o se stia cercando di capire fino a che punto spingersi con la sua sincerità. Infine, sospira e mi guarda dritto negli occhi.
<Max, si vede come lo guardi, come ci stai male quando lui ti ignora,> Smette di parlare per pochi secondi, cercando di capire la mia reazione alle sue parole. <so che tra voi due c'è qualcosa, da quando hai vinto a Monza qualcosa in te è cambiato. Anche se non parli i tuoi occhi dicono tutto.>

Mi paralizzo, lo guardo complimenti scioccato, non riesco a trovare le parole. Vorrei mentirgli, negare tutto ma come ha detto, i miei occhi dicono tutto, il mio sguardo rivela ogni mio segreto, ma anche se mi impegnassi non potrei mai mentirgli, non potrei mai mentire a l'unico persona che mi lega con Jules.

Il caldo confortante dell'acqua della piscina riesce a distendere i miei nervi, ma le parole di Andrea mi lasciano una strana sensazione di vuoto. Vorrei poter negare, vorrei dire che tutto ciò che ha detto è frutto della sua immaginazione, ma so che sarebbe inutile. Lui  mi conosce troppo bene.

<Non è così semplice, Andrea,> rispondo infine, cercando di mantenere la voce stabile. <Non posso semplicemente... smettere di pensare a lui.>

Mi guarda intensamente per un momento, poi annuisce lentamente. <Lo so, Charles. Ma devi capire che non puoi continuare a vivere così, con questa sofferenza costante. Non fa bene a te e non fa bene nemmeno a lui.>

"Sofferenza costante," penso, riflettendo sulle sue parole. Ha ragione, naturalmente. La mia ossessione per Max non mi sta portando da nessuna parte. Ma come posso lasciarlo andare quando ogni cellula del mio corpo urla il suo nome?

<Lo so che hai ragione,> dico con un sospiro. <Ma è più facile a dirsi che a farsi.>
L'italiano sorride leggermente, un sorriso comprensivo. <Lo so, Charles. Ma devi provarci. Per il tuo bene.> Rimango in silenzio per un momento, riflettendo sulle sue parole. Andrea ha sempre avuto questo dono, questa capacità di vedere attraverso di me e di dirmi esattamente ciò di cui ho bisogno di sentire. È per questo che mi fido così tanto di lui.

Nonostante le sue parole come posso dimenticarmi di lui, dei suoi occhi color ghiaccio, la sua pelle diafana e il suoi corpo scolpito. Come posso dimenticare una cosa che non è mai iniziata né finita? Il fuoco che tocca il ghiaccio, il giorno e la notte, il sale e lo zucchero, come posso dimenticare un noi, un noi che alla fine non c'è mai stato. Un pensiero fisso che ti tormenta giorno e notte, nonostante tu cerchi di dimenticarlo, ecco cos'è. Come posso dimenticarmi una cosa che ho voluto con tutto me stesso, ma quando sto per averla scompare. Come posso dimenticare lui.

Andrea mi scruta con attenzione, cercando di capire cosa passi per la mia mente. La sua presenza calma e rassicurante mi dà il coraggio di continuare a parlare.

<Non so come fare, Andrea. Max è stato una parte di me così importante, nonostante tutto.> La mia voce si spezza un po' mentre cerco di spiegare. <Ogni volta che chiudo gli occhi, lo vedo lì, accanto a me. E quando li riapro, il vuoto che lascia è insopportabile.>

Annuisce lentamente, il suo sguardo è pieno di comprensione. <Capisco, Charles. Non è facile, e non pretendo di avere tutte le risposte. Ma devi cercare di trovare un equilibrio. Non puoi permettere che il pensiero di Max ti consumi a questo punto.> Fa una pausa, poi continua con un tono più dolce. <Hai bisogno di trovare la pace dentro di te, indipendentemente da lui.>

Le sue parole colpiscono nel segno. Cerco di immaginare una vita in cui Max non domina i miei pensieri, ma mi sembra un'impresa titanica. Eppure, so che Andrea ha ragione. Non posso continuare così, sospeso tra il desiderio e la sofferenza.

Ma nonostante tutto voglio farmi consumare da lui, essere una foresta secca e farmi bruciare da lui, farmi tutti i gironi dell'infermo se lui fosse satana.

È la mia eroina, una volta iniettata nella fine la vita senza quella sostanza è impossibile. L'eroina è la peggior droga in circolazione perché ti mangia da dentro, ti uccide lentamente, ti rende impossibile la riabilitazione. Se smetti con quella dovrai per forza passare al metadone, cioè una sostanza che viene usata per curare gli eroinomani, quindi alla fine rimarrai sempre un tossico. Ma sei sei sfortunato non potrai mai avere il privilegio di usare quel sostituto e, se non sei morto per via dell'eroina allora sarà l'astinenza a ucciderti. Ma se la mia sostanza è lui allora sarò il peggior tossico in circolazione.

See you through the helmet Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora