Third act.

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Angel si trovò in un ufficio splendido.
Regale, a dir poco.
Tutto era pregiato in quel cazzo di posto, dalla scrivania nera, al maledetto porta penne.
Aveva persino un bar privato in quella stanza, provvisto di tutto.

Il demone ragno sbattè le palpebre più volte, era esterrefatto.

"Ciao, Angel."
Tornó alla realtà in fretta, il suo di quella voce gli fece rizzare i peli sulla nuca.
Quando guardó dritto di fronte a lui, quasi gli mancó un battito.
Era ancora più affascinante di quanto ricordava.

"Signore.."
"Come ti ho già detto, dammi del tu. Sono solo Husk, qui. Signore lo teniamo nell'ambito lavorativo."

Angel annuì, incapace di aggiungere qualsiasi cosa.

"Siediti."
Il signore supremo gli fece cenno di accomodarsi su una delle poltrone di fronte alla sua scrivania.
Angel avanzó piano, prendendo posto e rendendosi immediatamente conto di quanto fosse comoda.
Niente a che vedere con i divanetti distrutti di Valentino.

"Sarò diretto, con te. E cercherò di essere il più chiaro possibile. Ascoltami con attenzione, quando avrò finito potrai fare domande. Va bene?"

"Si, va bene." Cercó di rispondere dandosi un tono, un minimo di tono, con scarso successo.
Husk evocó il vecchio contratto di Angel e lo incenerì davanti ad i suoi occhi.
Il cuore cominciò a battergli nel petto velocissimo.

"Era già nulla, e penso tu te ne sia accorto. Ma non avevo ancora avuto il piacere di farlo."
Il signore supremo del gioco d'azzardo sorrise, soddisfatto, mentre Angel cercava di controllare il respiro.

Wow. Solo.. wow.
Dove cazzo era stato questo tizio fino ad ora?
Ok, calmo, Angel. Non cantare vittoria.

Evocó immediatamente il nuovo contratto, molto più lungo di quello di Valentino.
"Te lo riassumerò, ma comunque te lo farò leggere appena avrò finito di spiegarti."
Una piccola pausa.
Husk prese del liquore da un mini frigo sotto la sua scrivania e se ne versó un bicchiere.
"Ne vuoi un po', ragazzo?"
"Si, grazie."

Husk ne versó un bicchiere anche ad Angel e quest'ultimo cominciò a berlo con assoluta calma.
Non voleva scolarsi l'intero bicchiere e dare un'impressione di merda da subito, e poi doveva essere dannatamente vigile. Doveva capire ogni parola del suo nuovo possessore.

"Allora, sarò il più coinciso possibile.
Lavorerai per me.
Ho saputo da dei collaboratori che non sei solo una pornostar affermata e molto famosa, ma che sai anche cantare e ballare. Burlesque, giusto? Mi hanno mostrato qualche video su HellTube."

Angel annuì: "si si, ho lavorato in più spettacoli per Velvette.."

"Bene. Sapevo che nelle mani di quel povero idiota eri sprecato. Mi serve questo, qualcuno che faccia spettacolo. Che intrattenga e provochi, che renda tutti i poveri stronzi che verranno qui schiavi di questo posto. Devono spendere ogni centesimo."
Husk bevve un altro sorso, ed Angel lo seguì a ruota.

"La tua fama mi farà fare una fortuna, e ovviamente sto già lavorando per aumentare la sicurezza e le misure da prendere. Attirerai vari tipi di clienti, anche gente che non ha mai messo piede qui e che potrebbe essere problematica, me ne rendo conto. Non è colpa tua, ovviamente, ma voglio che tu sia consapevole che non sarai mai in pericolo. Sto già lavorando su questo."

Più di una domanda si formò nella mente di Angel, ma le trattenne e si morse la lingua. Doveva aspettare che il signore alato finisse.
Fino ad ora, tutto ciò gli sembrava assolutamente surreale.
Non era mai stato trattato così.
Sapeva che c'erano signori supremi che trattavano le proprietà con decenza e quasi umanità, ma così?
Era un sogno.

The overlord of gambling. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora