Fourteenth Act.

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La sua vita era una barzelletta, molto intrisa di Black humor e pessime decisioni con conseguenze a dir poco disastrose, ma comunque una barzelletta.

Due su due.

Due overlord avevano posseduto la sua anima e due overlord avevano avuto più di quella (e si, parliamo anche del suo culo).

Angel si stava facendo una doccia in super rapidità, doveva filare a pranzare ed andare alle prove ed era CERTO che Celia sapesse già tutto.

Era pronto per sentire le sue battute e dei due segugi infernali, nonché sue guardie del corpo? No.
Era pronto a dare spiegazioni? No.

Voleva stare con Husk e farsi montare come un cazzo di mobile? Si.

Cazzo, si.

Era ancora eccitato come non mai ed era davvero davvero davvero fuori di testa.

Dovette masturbarsi di nuovo, nonostante lo avessero fatto per tutta la notte.

Lo calmó, inevitabilmente, ma l'odore di Husk impresso nella sua pelle ed il segno dei suoi artigli sotto la pelliccia non gli stavano rendendo la non-vita facile.

Il controllo era un filo molto sottile pronto a spezzarsi.
Lo sentiva, fragile e teso, totalmente in balia del cambiamento e degli occhi di Husk.

Quando scese a pranzo, non trovò nessuno di particolare.
Mangió in rapidità e raggiunse il teatro.

Nel percorso, si guardò in giro, osservando le varie sale.

Volente o nolente, i suoi occhi cercavano Husk in ogni dove. Sperando di vederlo anche solo per un secondo, sperando di scorgerlo per un attimo.

Non gli aveva risposto, ma era certo non stesse dormendo ancora.

Il tempo che tale pensiero terminasse, ed il cellulare trilló.

Husk: ero ad una riunione che mi hai fatto dimenticare di avere. Devi farti perdonare.

Angel si bloccó sul posto per qualche secondo, un rossore sicuramente ben visibile sulle guance e le gambe che tremavano appena.

: Oh, mi dispiace così tanto. Posso farlo stasera se vuoi😘

Husk: devi, baby.

Angel sorrise, ma non rispose, Husk stava ancora scrivendo.

Husk: ti voglio, cazzo

Angel si immobilizzò, entrando nel teatro. Sentì una scarica di piacere dritta nei pantaloni.
Husk stava facendo danni nel momento più sbagliato in assoluto.

: Ti voglio anche io. Non vedo l'ora di riaverti su di me.

Ok, doveva fermarsi. Bloccare il telefono e andare a lavoro.
O si sarebbe chiuso in bagno a sfogare l'ennesima erezione causata da Husk nel giro di poche ore.

Per i cazzo di cieli, era peggio di una puttanella ninfomane alle prime armi!

"Angel.. tesoro mio.. buongiorno."

Il tono di Celia, lo distrasse immediatamente dai suoi pensieri.

Oh, merda.

The overlord of gambling. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora