-17- "M manc":

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Rivedersi, ha comportato conseguenze al punto da risvegliare molte emozioni... soprattutto per Giovanni.
Adriana si sente in parte combattuta. Ama alla follia Gianmarco ma Giovanni è stato il suo primo amore, la sua prima volta, colui con cui ha avuto la storia più lunga.
Sono stati insieme 4 anni.
Le capita di pensarlo e sognarlo, più di quanto non voglia ammetterlo ma non ha mai tradito Gianmarco neanche col pensiero.
L'attore non sopporta il capitano, lo tiene sotto stretto controllo soprattutto perché ha letteralmente preso il vizio di palesarsi di tanto in tanto, e meno che mai ama il fatto che in un certo senso faccia parte della famiglia di Adriana.

<< che bella sorpresa >> esclama Gianmarco estasiato passeggiando per le strade di Venezia mano nella mano con Adriana.
Gli ha fatto una sorpresa portandolo fuori per il weekend.

<< grazie amore >> aggiunge più felice che mai.
<< te lo meritavi e poi volevo farti riprendere fiato visto che hai appena terminato le riprese di Doc. É stato un periodo intenso >>
Annuisce lui.
<< come mi capisci tu, sono troppo fortunato. Sinceramente c'è anche un altro motivo per cui sono contento >>
<< quale? >>
<< qui non subiremo le incursioni del tuo ex, stanno diventando un po' troppo frequenti per i miei gusti >>

Adriana si ferma e posiziona le braccia sulle sue spalle.
<< sei geloso? >>
<< sì ed anche attento. Mi fido ciecamente di te ma non mi fido per niente di lui. Al suo posto farei carte false per riconquistarti >>

Gli sorride e lui la bacia con passione.

<< ti amo Giammi, il resto non conta >>

Si baciano ancora e dopo un altro giro e qualche acquisto tornano rapidamente in albergo per ricoprirsi di baci.

Cercando di riprendere fiato l'attore appoggia la nuca sul cuscino.

<< dove mi porti questa estate? >>

<< purtroppo devo lavorare tutto luglio ma ad agosto pensavo di andare al mare >>

<< devo fare quattro chiacchiere col tuo capo, non ci può concedere solo un mese di vacanza. Comunque due settimane le organizzi tu e due io >>

<< ottima idea, ti ricordo che lavoro per te >>
<< giusto, te l'ho già detto che sono un uomo davvero fortunato? >>
<< sì ma sei vuoi puoi anche dimostrarmelo >>

Annuisce lui regalandole un sorriso gigantesco poi si tuffa con la testa sotto le lenzuola e dopo poco sente la sua fidanzata che comincia a gemere.

Quando riemerge lei è in pace dei sensi, lo guarda in modo speciale al punto da farlo sciogliere.

<< facciamo qualcosa di speciale anche il prossimo weekend? >> le domanda lasciandosi stringere mentre adagia la testa sul suo seno.
<< vorrei ma é il compleanno di papà, devo andare a casa >>

<< hai ragione, è che al momento mi stai distraendo abbastanza >>
<< possiamo rimandare al successivo? >>
<< ovvio >> conferma lui.

——————————-

É venerdì pomeriggio, Adriana ha appena finito di lavorare e sta entrando in stazione Termini col fidanzato.

Mano nella mano mentre lui trascina al trolley.

L'accompagna fino al vagone, le sistema il trolley poi la bacia con passione e scende.
Aspettano insieme la partenza.
Lui sul binario mentre lei sui gradini della freccia.
Si scambiano baci, parlano del più e del meno.
Si prendono per mano.
Si sussurrano dolci parole.
Ultimo bacio poi le porte vengono chiuse.
Lui mani in tasca a sorriderle, lei che agita la mano.
Il treno parte lentamente e solo quando sparisce lui si incammina per tornare a casa mentre lei va a prendere posto.

50 minuti dopo rimette il libro nello zaino e si concede una pausa bagno.
Trascorre gli ultimi minuti di viaggio ad ascoltare la musica.
Quando il treno si ferma si alza con calma, indossa la felpa, sistema lo zaino sulle spalle e trascinandosi il trolley scende.
Si incammina.
Ha avvisato tutti per confermare la sua presenza ma essendo venerdì sa che i suoi familiari hanno lavorato e sicuramente non sono in stazione.
Poco importa, cammina diretta verso piazza Garibaldi.
Prenderà un caffè, acquisterà un biglietto e tornerà in metro.

Davanti al suo bar preferito della stazione, quello con le pareti a vetri che da sulla piazza, c'è un ragazzo con una felpa blu notte col cappuccio tirato su e gli occhiali da sole sul naso.
Appena si avvicina all'entrata del bar le rivolge la parola.

<< lo sapevo che saresti passata di qui per il caffè >>
Non ha bisogno che lui si tolga gli occhiali o il cappuccio, gli butta le braccia al collo e gli bacia la guancia.

<< come mi conosci tu, forza Gio offri visto che il tuo stipendio è migliore del mio >> dichiara lei.

Ridono.
<< prendiamo caffè e sfogliatella però >> risponde lui sfilandole il trolley poi entrano.

Ordinano e prendono posto.
<< tu però mi induci sempre in tentazione >> commenta lei quando servono caffè e sfogliatella.
<< so schiacciare i tasti giusti >> ammette Giovanni sorridendole poi afferra la sfogliatella.

<< certe cose non cambieranno mai >> confessa la ragazza gustandosi prima il caffè rigorosamente amaro.
Finita la merenda, anche se sono quasi le 19 pagano e lasciano il bar.

<< come hai fatto a sapere che venivo? >>
<< ieri sera ho cenato dai tuoi, ci vado spesso... in realtà non ho mai smesso >> le risponde.

<< ah quindi sei sempre stato informato regolarmente anche se non ci siamo visti o sentiti per un bel pò >>
<< esatto >>
<< ma non dovresti essere ad allenamento? >>

<< in realtà ho finito alle 14.30 come sempre. Ti sei dimenticata i miei orari? >>
<< credevo fossero cambiati, quando sei entrato nella mia squadra del cuore non stavamo più insieme >>
<< tutto sempre uguale, dai andiamo >> la esorta poi le fa l'occhiolino.

<< credevo di dover rientrare in metro >>
<< se preferisci >> dichiara lui ironicamente.
<< scelta difficile mio capitano, in metro o con una bellissima Mercedes?!, non saprei... fammi pensare >>
<< andiamo in macchina, se ti lascio scegliere in quanto eterna indecisa tra un mese siamo ancora qui >> la prende per mano e la porta fuori dalla stazione Centrale.

Ha parcheggiato la macchina in una traversa poco distante.
Essendo primavera inoltrata c'è ancora il sole ed è giorno pieno.
Il clima è piacevolissimo.

Salgono a bordo dopo aver caricato il trolley e Giovanni parte rapidamente cominciando a sfrecciare tra le strade del capoluogo campano con la musica a tutto volume, il cambio automatico gli concede libertà assoluta.

<< allora comincia a piacerti la mia città natale? >>

<< crescendo diventi sempre più spiritosa, mi piaceva già prima e poi lo sai perché ho accettato di venire qui, tu fai parte dei motivi >>

<< volevi regalarmi lo scudetto che ho sempre sognato >>

<< sì anche >>

Le avvolge il braccio attorno al collo e comincia a canticchiare come faceva sempre quando veniva a trovarla a Napoli ai tempi della loro storia.
Erano entrambi giovani, lei si stava diplomando lui stava cercando di entrare nel calcio che conta.
La macchina era molto meno prestigiosa ma perfetta per loro 2.
Adriana adagia la testa e gli accarezza il torace, le sembra di essere tornata indietro nel tempo.
Le sembra di essere tornata a quei giorni quando tutto era facile, quando erano spensierati e lei doveva solo preoccuparsi di studiare.

La canzone è "M Manc" di Geolier, Sfera Ebbasta e Shablo.

<< Nun m'annammoro cchiù 'e nisciuna, ammò, ma nun saccio 'o pecché. Si ce rifliette 'e cose giuste ca po' nu fanno pe' me.
Popo pecché si troppo giusta quindi nu' puo' sta cu'mme. No, no, pure je 'nu juorno aggia murì, ma no' mo. Già da criaturo 'e cose giuste nun erano giuste. Quanno m'abbracce metto 'o tiempo a slo-mo >>

La voce del capitano é sempre la stessa.

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