Era un caldo giorno d'estate, quando io e le mie amiche abbiamo deciso come nostro solito di andare al bar nel grande bosco sotto casa. L'erba era alta, gli alberi curati e tante margherite che crescevano ovunque, i grandi ombrelloni bianchi coprivano i tavoli stracolmi di cibo ed aperitivi dal sole, i camerieri affaticati dall'andare avanti ed indietro che con gentilezza chiedono cosa preferisci e le risate di quella ragazza poco distante da me che colmava quel silenzio imbarazzante. Finalmente arriva la gentile cameriera sudata che prende il tanto atteso ordine.
"Per me un analcolico alla fragola, tu Nina?"
Per un attimo il mio sguardo si piazza d'altra parte, il ragazzo con cui mi frequentavo da poco era li, in quel bar, poco distante da me.
"Per me lo stesso grazie."
Cosa ci faceva qui?
Si gira verso di me, sapeva già che ero qui. Fa un cenno alla bella ragazza accanto a lui, cosa stava succedendo?
"Nina tutto bene?"
La ragazza dai capelli d'oro inizia a prendere la mia concentrazione e ad un tratto il giovane scompare, ma non sembra il solo, dov'era finita l'altra ragazza seduta al mio stesso tavolo?
"Clio dov'è andata Bea?"
Il panico si scatena in quel calmo bar estivo, poteva esserne semplicemente andata da sola?
Iniziamo a correre verso casa di quest'ultima per cercare qualcosa che ci portasse a lei, l'asfalto caldo scaldava le suole di gomma, il sole dritto sulle nostre teste, le borse che oscillavano sui nostri fianchi, la salita che si faceva pian piano più ripida, il sudore che ci colava negli occhi, le gambe seminude che strofinavano tra loro portando un bruciore intenso.
Finalmente in quella casa che sembrava cosi vicina.
La scritta sull'ascensore così chiara che segnalava un guasto.
Le scale erano così scivolose, le suole ancora azzeccose, una combinazione perfetta per non cadere in quei 6 piani.
Il telefono squilla ed usiamo la scusa per riposare un attimo.
—-Chiamata in arrivo-Bea-
-dove siete finite?
-siamo venute a cercarti, siamo a casa tua
-ferme lì, sto arrivando
Non era a casa, cosa stava combinando?
Ci sediamo su quelle scale congelate che grazie ai nostri pantaloncini ci rinfrescano, il palazzo completamente in marmo sembrava un frigorifero, perfetto per questo periodo dell'anno.
Il sole a Napoli sembra quasi una stella diversa, una sosia più piccola che veglia costantemente sulla città, sempre calda e sempre illuminata.
La risata della biondina riempiva anche in un momento così ansioso.
Erano passate già circa due ore dalla chiamata, il Sole era arrivato al suo orario di massimo splendore, la linea telefonica non prendeva più, il marmo si stava facendo già più caldo.
Scendiamo di corsa le scale, il quartiere era desolato, mi giro e dietro di me non c'era più nessuno.
Torno nell'androne e non vi era completamente nessuno, le scale sole con tutto quel marmo, il silenzio abbandonato a se stesso senza quella risata che era sempre pronta.
Decido di tornare all'esterno ed anche le mille macchine del traffico sono scomparse.
Gli uccelli non canticchiavano, il sole bollente non scottava più la pelle, i semafori fermi sul verde ed i negozi completamente abbandonati.
la prima cosa che mi viene in mente è correre via da li, al costo di abbandonare le mie due socie.
Percorro tutta la discesa di corsa, fino ad arrivare ad una piazza sommersa di persone.
Erano tutti completamente attirati da qualcosa o qualcuno, qualunque cosa fosse non era positiva.
La piazza solitamente piena di verde era completamente bruciata, forse dal troppo caldo di questi giorni piuttosto anomalo.
Qualcuno all'improvviso inizia ad urlare così mi faccio spazio tra la gente. Tra la tanta,troppa, sudata gente. Erano come una barriera, non riuscivo ad intravedere nulla ne ad infilarmi.
Decido di indietreggiare, fino a quando vedo finalmente lei, Bea, la ragazza scomparsa da troppo tempo.
E se fossi scomparsa anche io?
"Oddio Nina finalmente!" urla abbracciandomi, non da lei.
"Da quando abbracci?" chiedo perplessa.
Bea era la classica anafettiva, non amava abbracci o parole dolci, non amava stare troppo attaccati ma invece amava uscire con noi, esclusivamente con noi.
"Infatti" dice staccandosi frettolosamente.
Prendo il telefono per avvisare le altre, ma la linea telefonica mancava ancora, forse è solo un sogno?
Rialzo lo sguardo nella realtà e tutta quella gente ammassata non c'era più, neanche Bea.




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