Con calma mi risveglio, ero in una powsizione molto comoda, il mal di testa sembrava essere passato.
Riapro gli occhi e ad accogliermi è proprio il Sole in una camera completamente bianca.
Cos'è successo? non ero in un bagno ieri?
Io ero stesa su un letto posizionato a centro stanza pieno di cuscini colorati e coperte bianche, la struttura in rame e legno.
proprio di fianco al letto c'era un'enorme finestra con la vista verso il mare, con delle enormi tende color indaco che riparavano la stanza dal troppo sole.
Non faceva eccessivamente caldo.
Il grande specchio posizionato di fianco all'armadio mi fa notare che non solo i miei capelli erano perfettamente puliti e sistemati, ma che addosso non avevo più i miei vestiti ma una camicia da notte sempre indaco che mi arrivava non troppo sotto i fianchi.
Bussano alla porta della camera e ad entrare è un ragazzo alto, biondo con occhi scuri e lentiggini. È vestito con un costume da bagno ed una camicia bianca che sorreggeva gli occhiali da sole appoggiati sull'ultimo bottone abbottonato.
"Buongiorno, ti aspettiamo tra mezz'ora per la colazione giu. Ci sono dei vestiti nell'armadio ed anche un costume da bagno. Per il tuo telefono invece è in carica sul comodino. Ti aspettiamo" dice d'un fiato uscendo subito dopo dalla stanza.
Chi era questa gente? Che ci facevo qui?
Apro l'armadio e mi ritrovo un costume bianco a due pezzi, un pantaloncino di jeans sempre bianco con una camicetta celeste.
Indosso il tutto, raccolgo i capelli e prendo il telefono. Nessuna chiamata persa, nessun messaggio in arrivo.
Apro il cassetto per deporre il caricatore e trovo dei trucchi.
Una volta truccata esco dalla camera e mi ritrovo in un grande corridoio con solo un tappeto e tante altre porte.
Trovo le scale che erano graziosamente illuminate dalle finestre e finalmente trovo la sala per la colazione.
Era enorme, il tavolo e le sedie in legno, tutto attorno era sui toni del celeste chiaro ed una parete era completamente di finestre enormi.
"Buongiorno" dice una signora sulla quarantina, abbastanza alta, capelli scuri e occhi chiari con un sorriso enorme.
"Ti starai chiedendo cosa ci fai qui, non è vero? Beh te lo spiegherà mio figlio Philip" continua.
Philip? Intende il ragazzo di prima?
"Beh ti ho vista per terra nel bagno, eri completamente svenuta così ho pensato di portarti qui per riposare." dice un altro ragazzo. Anche lui capelli scuri ed occhi chiari, costume da bagno e camicia bianca.
"Grazie" rispondo guardandomi attorno, non era male qui.
"Allora sa parlare la straniera" ridacchia il ragazzo di prima.
"Scusalo, lui è Nick, mio fratello maggiore. Devi sapere che da sempre molto fastidio" mi spiega il moro.
"beh se ti va puoi rimanere un giorno o due qui" continua per spezzare il silenzio.
"Si certo" riprende la madre, "ci sono un paio di camere in più".
Intanto io non riuscivo a spostare la mia attenzione da una di quelle finestre. Stranamente non si sentivano rumori caotici ma solo quello del mare, delle onde, di ragazzini che ridevano garbatamente.
Non potevo rimanere qui, avevo delle amiche da cercare.
"Mi scusi tanto, ma io non-" non riesco a terminare la frase che mi sento afferrare la spalla. "Devi, lì fuori sta succedendo qualcosa di molto brutto, non posso mandarti a morire." dice Nick facendomi girare verso di lui. "Hai messo il costume? Mangeremo qualcosa stesso in piscina." continua avviandosi verso un enorme porta di vetro.
Piscina?
Inizio a seguirlo e passiamo tra delle enormi stanze.
Superato il tappeto sottostante a quell'enorme divano indaco ci ritroviamo finalmente fuori quella porta.
C'era dell'erba, qualche palma sparsa ed una enorme ringhiera.
Mi avvicino ad essa lasciando completamente Nick, le onde battevano sulla minuscola spiaggia sotto l'enorme villa, il sole stranamente poco bollente rendeva tutto così luminoso, il cielo completamente limpido, i gabbiani che svolazzavano rendendo il tutto ancora più magico.
"Ti piace il mare eh?" dice qualcuno afferrandomi i fianchi da dietro.
Mi giro di scatto e mi ritrovo Nick faccia a faccia, mentre mi stringeva ancora più forte.
"Mi fai male" dico cercando di spostarmi ma le mie forze erano nullità in confronto alle sue.
I suoi occhi scuri mi fissavano in continuazione mentre quel sorrisino maligno mi tagliava la pelle.
"Lasciami!" inizio ad urlare ma inutilmente, non mi sentiva nessuno.
Le mie mani gli arrivano al collo e la prima cosa che mi viene in mente è stringere.
Lo stavo strozzando, o almeno ci provavo.
Stringevo il più possibile ma la sua faccia era sempre la stessa, fino a quando non scoppia in una risata dove finalmente mi lascia.
"Che hai da ridere?" chiedo preoccupata.
"Pensavi davvero che volessi farti del male? *ride * Impossibile piccola, come farmi del male" risponde continuando a camminare verso la piscina.
Oltrepassato il giardino ci ritroviamo su un sentiero di sassolini bianchi che portavano verso un capanno sempre dello stesso colore con una brace, un tavolo e delle sedie in paglia, accanto a cio c'è l'enorme piscina con idromassaggio incorporato.
Mi spoglio e lascio i vestiti su una delle tante sdraio con materassino e mi siedo garbatamente sulla panca apposita che era leggermente fuori dall'acqua.
Nick si avvicina ad una ragazza mulatta, capelli totalmente bagnati ed anche lei con il solito costume bianco.
Insieme a lei c'è un ragazzino identico a Nick, solo più giovane.
Non riuscivo a starmene comoda lì senza sapere nulla delle mie amiche.
Esco dall'acqua e mi stendo sulla comoda sdraio e prendo il telefono.
Provo a chiamare Clio ma dopo un paio di squilli non risponde, provo allora con Bea ma la chiamata non arriva, provo alle altre due ragazze ed entrambe senza risposta.

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