𝐕𝐈𝐈

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𝓙𝓸𝓮

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Caro Joe,
Come sta mia madre? Il papà ogni quante volte torna a casa?
Ho appena raccontato al mio psichiatra chi è Silenzio e perché ne sono così tanto influenzato. Credi che riuscirò a sbarazzarmene?
Fino a prima che io entrassi in questa struttura credevo che una volta superato le superiori e una volta che avrei potuto trasferirmi lontano da quella dannata città il mio problema sarebbe svanito nell'aria ma sono stato sciocco a pensarlo. Fuggire non mi avrebbe permesso di superare il problema e questo me lo ha dimostrato il fatto che non parlo ancora... insomma, sono lontano da casa, lontano dalle voci da corridoio, lontano da mio padre e lontano da tutto ma nonostante questo non riesco a sbarazzarmi di quel peso che incombe su di me. Una cosa che però sono riuscito a capire e che non ha un peso inesistente e di cui sono particolarmente orgoglioso è il fatto che sono riuscito a capire che non è colpa mia.
Non è colpa mia se non parlo con nessuno oltre a mia madre.
Non è colpa mia se sono malato dentro.
Non è colpa mia se sono chiuso qui dentro.
Non è colpa mia se la mia vita fin'ora è stato uno schifo.
Non è colpa mia.
Mark dice che averlo capito è come aver risolto metà dei miei problemi.
Sai cosa ho scoperto? È una cosa abbastanza privata... fai il modo che non lo sappia nessun altro! Guarda che mi fido tanto di te e della tua parola.
Mark prima di essere chiuso qui aveva un migliore amico. È stato quel suo amico a insistere che lui si facesse ricoverare qui ma inizialmente non avrebbe voluto. Però un giorno la sua "medicina speciale" (è così che chiama il suo sfogo) lo ha fatto finire in ospedale in condizioni gravissime. Ha visto il suo amico piangere e singhiozzare fortissimo, in maniera talmente disperata che ha pianto anche lui ma di gioia. Fino ad allora non credeva che la sua morte sarebbe stato significativo per qualcuno. Per quello ha deciso di venire qui e provare a guarire le sue ferite interne per non far piangere mai più nessuno. È stato fortunato, vero? Se fosse morto... non voglio pensarci! È lui che in questi mesi mi sta dando la forza.
Tu non la sai la storia del mio Silenzio però... fatelo raccontare da mia madre! Ogni giorno mi chiama e io ascolto la sua voce melodica mentre mi racconta come stanno andando le cose da voi e mi dice che sei praticamente sempre a casa nostra per parlare con lei. Non sai quanto mi faccia piacere! Però volevo confidarti il motivo per cui con mamma riesco a parlare e con gli altri no. Io e la mamma siamo collegati, lei è la mia principessa e io devo proteggerla con la mia voce. Silenzio ha paura della mamma e non si fa mai vedere quando lei è con me.
Scusami per questa lettera lunga, spero la leggerai con lo stesso piacere con cui te la sto scrivendo. Ah... e comunque vorrei dirti che anche tu hai un viso grazioso però sarebbe come mentire. Tu hai il viso di un orsacchiotto feroce ma carino, carino di carattere a dire il vero.
Aspetto una tua risposta!

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Leggo la lettera con un sorriso lieve tra le labbra mentre la madre di David mi osserva sorseggiando una tazza di tè alla menta.
《Come sta il mio pinguino?》mi chiede la donna bionda davanti a me.
《Dice che sta facendo progressi, mi ha detto che posso chiederti di raccontarmi la storia di Silenzio》tossisce e mette giù la tazza di tè.
《Davvero?》mi chiede, io le mostra la lettera e le faccio leggere quel punto.

《Quindi David ha una voce che gli dice di non parlare?》
《A quanto pare sì, mi ha detto che quando ci sono io, però, quella voce se ne va tremando. Dice che ha paura di me》
《Lei sapeva tutto questo e comunque non gli ha fatto iniziare prima una terapia?》dico con una voce più minacciosa di quella che avrei voluto ottenere.
《Non potevo obbligarlo! Allontanarlo dall'unica persona sulla faccia della terra con cui parla mi sembrava una cosa troppo crudela da fare. Avrei voluto che capisse da solo che aveva bisogno di aiuto per superare il suo dolore》risponde lei con il viso rigato da lacrime salate 《è tutta colpa mia! È solo colpa mia se il mio piccolo ora deve lottare con quella voce. Tutto solo perché non sono stata abbastanza forte per》 interruppe la frase iniziando a singhiozzare disperatamente. L'unica cosa che posso fare per lei è accarezzarle la schiena dolcemente e confortarla dicendole che David avrebbe superato tutto. L'amore di una madre è come un fiore. Talmente delicato e puro che basta del vento per farlo soffrire.
《Suo padre mi picchia da quando David ha 5 anni e io invece di denunciarlo subito ho deciso di subire, non potevo permettere che David crescesse senza un padre. Avevo paura che avrebbe avuto delle ripercussioni sulla sua vita ma ho finito per peggiorare la situazione. Da quando David ha compiuto 13 anni suo padre ha trovato un lavoro che lo teneva lontano da casa mesi interi e ne abbiamo gioito, quindi ho lasciato perdere qualsiasi tipologia di vendetta. Non ne ho mai parlato con nessuno ma ora... Ora mi sento pronta a far pagare a quel verme tutti gli anni d'inferno che abbiamo passato io e il mio bambino. Vuoi accompagnarmi?》resto ad ascoltare quella donna che stava dando voce a anni e anni di ferite non curate e rimpianti. Quella donna che aveva lo stesso viso adorabile di David. Quella donna a cui ho attribuito la parola "madre" e non posso fare altro che abbracciarla per darle forza. Ho contribuito a rendere grande quella voce che dominava sulla vita di David quasi quanto l'uomo che non ha saputo recitare la sua parte da marito e da padre. Il minimo che posso fare è quindi contribuire alla sconfitta di quel mostro per dare al pinguino e alla principessa il loro lieto fine.

Cammino a fianco della donna, come un bambino con la madre. Lei è alta e ha la grazia di una vera regina e una determinazione palpabile. Leggere quanto aveva scritto David gli aveva fatto capire che neanche lei aveva colpe se si era innamorata dell'uomo sbagliato e non essendo colpa sua ha capito che finalmente è arrivato il momento che a pagare non sia solo lei e il suo bambino ma anche quel mostro. Fino a quel giorno facevo ancora attenzione a non farmi vedere a casa Samford per non avere a che fare con le voci da corridoio ma in quel momento non mi interessava granché. Quello che stavo contribuendo a fare era molto più importante.
Il fatto che sia stato proprio il carnefice ad aver dato lo stimolo a tutto mi fa sorridere. Davvero credeva di non avere colpe? La madre di David fece un sospiro profondo prima di raccontare il motivo per cui era lì a un uomo basso ma con lo sguardo di chi sa il fatto suo e appuntò tutto su un block notes.
《Mi scusi signora...》
《Mi chiami Sakura》
《Allora, signora Sakura. Non posso cogliere la sua denuncia se lei non ha cicatrici o segni di abuso e senza un testimone》 disse senza peli sulla lingua e come risposta la madre di David fece scivolare il maglione lilla che aveva addosso mostrando dei segni violacei sulla spalla. 《Questo è il più recente》, poi mostrò delle cicatrici che aveva lungo le braccia e dei segni violacei sulla schiena. Rabbrividii a quella vista e l'agente di polizia pure. 《Ha per coso un testimone?》 osò chiedere nuovamente. Ma che domande sono!
《Mio figlio... però vedendo suo padre maltrattarmi ha subito un trauma talmente profondo che non parla》
《Mi dispiace signora Sakura, ma senza testimoni non possiamo fare niente. Ha per caso dei vicini che la sentivano urlare?》io rimasi senza parole. Possibile che una donna non possa avere giustizia?
David deve riuscire a testimoniare per chiudere in una cella quel lurido maiale di suo padre! Sono certo che questo pretesto possa essere abbastanza grande da zittire quella voce del cazzo e riportare David qui. Da me e, soprattutto, da sua madre.
《Andiamo Sakura, ho un'idea》 le dico mentre l'accompagnavo verso casa. Era afflitta. Nulla sembrava poterla farla sorridere e non posso biasimarla.

Davanti casa sua c'era il signor Samford ad attenderla e nei suoi occhi ambrati venne a mancare definitivamente la luce.
《Buonasera cara, ciao ragazzino. Mi fa piacere passi del tempo con la mia amata moglie, da quando nostro figlio è nella clinica quando la vedo è sempre giù di morale ma per fortuna che ci sei tu con cui può giocare a fare la mamma》 disse ridendo, sembra abbia bevuto un po' troppo. 《Ora torna a casa, vorrei godermi un po' mia moglie》aggiunse con un sorriso malizioso strattonando con forza Sakura dalla vita. Apro bocca per parlare ma la donna mi precede: 《torna a casa Joe, buonanotte》mi saluta mentre si chiudeva in casa con quel rozzo maiale. Una lacrima salata scivola sulla cicatrice sotto il mio occhio sinistro ma sapevo cosa dovevo fare.
Resisti Sakura. Resisti per te, per me e per David.

𝐒𝐢𝐥𝐞𝐧𝐜𝐞 - 𝐒𝐚𝐤𝐮𝐆𝐞𝐧𝐝𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora