𝐈𝐈

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𝓙𝓸𝓮

Ha inizio un'altra giornata di merda. La routine è sempre la stessa: sopportare tutto con uno sorriso e una battuta spiritosa. Per sopravvivere a scuola contano solo queste due cose: essere sempre sorridente e avere una battuta per qualsiasi evenienza. Qualcuno cade? battuta. Prendi un brutto voto? Non devi restarci male anche se hai studiato per giorni, per l'amor del cielo! Battuta anche lì. Un professore ti rimprovera davanti a tutta la classe? Non devi mostrarti debole neanche davanti a loro, battuta anche se vorrebbe dire andare in presidenza. Ricordate: essere bocciato va bene, essere emarginato no. Non voglio tornare a quelle dita puntate su di me, a quelle risate che portavano il mio nome e a quelle frecciatine che puntavano alle mie lacrime. Non voglio. Non posso. Ho faticato tanto per essere rispettato da tutti e non butterò via tutto facendo l'errore di mostrarmi meno sorridente e meno spiritoso del solito ma tutto questo io lo odio. Odio tutti quelli che mi obbligano a essere così per non essere emarginato di nuovo.
《Joe scendi! Farai tardi a scuola》
Io odio la scuola.

Sono seduto con coloro che dovrebbero essere miei amici ma non aspettano altro che un mio passo falso per alimentare le voci da corridoio. Gossip croccante, si potrebbe definire. Ma io faccio attenzione a tutto: non parlo della mia vita privata in loro presenta, non lascio il mio telefono neanche sotto tortura e ho sempre un sorriso beffardo sulle mie labbra.
《Guardate ragazzi, non è Samford?》dice Alan colpendomi il braccio con il gomito destro sogghignando. Noi siamo seduti in un tavolino nell'area studenti della nostra scuola: libri da poter consultare in caso di noia, divani soffici per riposarsi dopo ore massacranti di lezioni e il personale della scuola che si aggirano furtivi per cogliere in fragranza qualche studente a infrangere le regole di questa infrastruttura e tutto velato da colori che dovrebbero avere lo scopo di rilassare la mente ma a me questi colori nauseano. Mi ricordano che sono a scuola e ogni mio passo falso mi porterà alla distruzione.
David è lì che cammina lentamente, grattandosi nervosamente il braccio destro e con il cappuccio a nascondergli il viso. Questo è quello che voglio evitare ma vederlo sulla pelle di qualcun altro è doloroso, tanto doloroso ma devo essere forte.
《Dicono che non parli neanche a casa!》 altre voci da corridoio. Ma qualcosa di inaspettato giunge ai nostri occhi: non sta camminando da solo. Al suo fianco vi è un ragazzo poco più alto di lui con la testa piena di dred raccolti in una coda e con agli occhi degli occhiali strani. Un altro che sarà vittima dalle voci da corridoio. E gli sta parlando. Che bello David! Non sei più da solo. Senza che me ne accorgessi tra le mie labbra spunta un sorriso, devo giustificarlo prima che la gente lo interpreti a proprio favore. Cosa ne sarà di me se le voci penseranno che mi piaccia David? Cosa ne sarà di me se le voci penseranno che sono omosessuale?
《Il muto ha trovato qualcuno che lo completi: un cieco》scusa David, non volevo. Non ho avuto scelta.
Delle risate si inalzarono colpendo le due vittime. "Non ho sentito! Cosa ha detto? voglio ridere anch'io" sento dire da una voce. Un bisbiglio sentii dopo e la voce precedente ride con gli altri: è così che una frase viene trasmessa a tutti. Scusa David, scusa.
Alan mi dà una pacca sulla spalla per dimostrarmi quanto la mia battuta gli sia piaciuta ma in quel momento vorrei solo scusarmi con David e il suo amico. Scusate. Scusate. Scusate. È tutto così sbagliato.
《Sai sempre essere così pungente! Mi chiedo quale possa essere il tuo segreto》 viverlo sulla proprio pelle. L'ansia che la gente possa dire qualcosa che per ora è solo nella tua testa. "E se pensano che..." e lì ti viene il peggiore scenario. Sopravvivi finché quel scenario non si avvera. Per me è facile, mi metto nei panni delle persone e cerco di pensare a cosa non vorrei che mi dicessero e lo dico. Cazzo se devo dirlo. Vorrei solo non capire gli emarginati. No, Alan. Non te lo dirò. Non devi saperlo.
David alza lo sguardo sul suo amico e sembra dirgli "scusa" con gli occhi ma al suo nuovo amico non sembra importargli. Un luccichio vedo illuminargli gli occhiali e un accenno di sorriso spuntargli sulle labbra. David cerca di proseguire la strada verso la sua classe ma il quattrocchi gli afferra il braccio e lo obbliga a fermarsi con lui davanti al tavolino in cui sono seduti. Dovrebbero scappare. Non devono stare qui, non devono obbligarmi a fare altre battute su di loro, non devono dare benzina alle fiamme delle voci.
《Bella battuta... tu saresti?》
《Joe》 rispondo 《Joe King》
《Pensavo fossi il pagliaccio della scuola, errore mio! Andiamo David, tra pochi minuti iniziano le lezioni》 risate quelle che sentii dopo. Risate e bisbigli e il mio mondo sprofondare. Tutto quello che avevo faticato è andato distrutto così? Non rispondo. È la scelta più giusta: penseranno che io non voglia avere alcun dialogo con gente come loro.
David venne trascinato via nuovamente e un brillume di speranza gli accarezza gli occhi.

Dopo questa mattina le voci da corridoio trovarono altro carburante per andare avanti e il battibecco tra me e Jude, come mi hanno detto che si chiama, è stato già dimenticato. Ora girano voci su David, di nuovo. Dicono che con Jude si crederà più importante. Dicono che probabilmente ha dimenticato come suona la sua voce. Dicono che non abbia mai avuto neanche mezzo amico prima di Jude. Dicono e dicono ma non hanno nessuna certezza.
《Oh Joe, a che pensi?》Mi domanda l'unica persona che possono considerare amico. Non è come una zanzara che trova piacere nel succhiarti via lentamente il sangue. Lui è davvero mio amico. Caleb Stonewall. Ci sono tante voci su di lui ma semplicemente a lui non gliene frega un cazzo. La sua filosofia di vita è: "bene o male l'importante è parlarne". Gira i corridoi con la testa alta ed è pronto ad alzare il dito medio contro chiunque intralci il suo cammino. Dovrebbero essere tutti come lui e fregarsene ma non siamo tutti psicologicamente forti come lo è Caleb.
Siamo fuori nel giardino della scuola mentre gli altri pranzano tra la mensa o le classi. Lui è appoggiato al muretto della scuola, come avrete già sentito da qualcun'altro è stato sospeso. La terza volta quest'anno! Stentavo a crederci.
《Che merda le persone che sono in questa scuola del cazzo. Se potessi ti giuro che la farei esplodere con tutti dentro, nessuno escluso! Fanculo le bidelle, fanculo le professoresse, fanculo chiunque abbia due labbra con cui rompermi le palle》
《È per questo che sei stato espulso DI NUOVO?》 marco il "di nuovo" per fargli capire che non è sulla strada giusta. La scuola è iniziata da quattro mesi ed è già stato sospeso per tre volte! Cazzo Caleb.
《No, ho tirato un pugno innocuo per difendere una certa persona e boom! sospeso. Ma ti immagini? Cerco di fare qualcosa di carino per una persona e mi sospendono. Capisci cosa dico quando la nostra scuola è una merda? Un ragazzo stava subendo abuso verbale ma puniscono il suo eroe e non il bullo! Ovviamente poi ho mandato a 'fanculo la preside e le ho fatto un bel discorsetto. Spero qualcosa le sia rimasto sennò non smetterò di dire che al posto del cervello ha una cazzo di ghianda!》
《Che genere di discorso?》
《Cose tipo che tra i suoi studenti c'è chi soffre di bullismo, chi soffre per paura di subire il bullismo, chi soffre per l'ansia che questa scuola ci dà, chi soffre talmente tanto da aver perso il proprio cazzo di sorriso! Cazzo che schifo! Mi fanno tutti schifo, giuro》risponde con la sua voce pungente. 《Ora vai Joe, tra pochi minuti ti aspetta una palosissima lezione di matematica, non ti invidio affatto! Ci vediamo alla fine delle lezioni. Poi mi racconti cosa è successo tra i corridoi. Mentre ti aspettavo ho sentito le voci.》
E così lo salutai e mi incamminai verso la mia classe. Vorrei essere forte almeno la metà di quanto lo è Caleb.


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Salve! Spero vi sia piaciuto il capitolo con il punto di vista di Joe. La canzone che voglio dedicare al Joe di questa storia è: "Fairytail" di Gabby Sophia.
"What if the bad guy wasn't the bad guy?
What if the hero wasn't really good?"
L'eroe di qualsiasi scuola dovrebbe essere il preside o qualche professore, no? Eppure non si accorgono di cosa succede tra i loro studenti. Non si accorgono che dietro a un ragazzo o una ragazza che non parla con i propri compagni di classe ha qualcosa ad oprimerlo. Non si accorgono che dietro a un ragazzo che parla troppo a lezione si nasconde qualcuno che ha paura del silenzio. Non si accorgono che dietro tutti i 9 e i 10 che uno studente prende non c'è solo un ragazzo o una ragazza che si impegna seriamente per arrivare ad un obiettivo ma c'è qualcuno che vive con la costante paura di non essere abbastanza se non prende 8, di non meritarsi l'ammirazione degli altri se non prende 9 e di non essere il figlio che i propri genitori meritano se non prende 10.
Come direbbe Caleb: la scuola è una merda.
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Ps: se ci sono qualche errore di battitura li correggerò questa sera! Spero non sia un problema.

𝐒𝐢𝐥𝐞𝐧𝐜𝐞 - 𝐒𝐚𝐤𝐮𝐆𝐞𝐧𝐝𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora