𝐈𝐕

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𝓙𝓸𝓮

Ho sentito di David Samford pochi giorni fa, l'hanno rinchiuso in una clinica psichiatrica per affrontare il suo problema nel modo in cui merita di essere trattato ma non so se esserne triste o contento.
Sono sicuro che lui non volesse andarci, chi vorrebbe mai essere rinchiuso dentro una struttura lontana kilometri da casa tua quando sai che quando tornerai le voci che ti hanno fatto ammallare torneranno più cattive di prima? Già addesso si stanno preparando con il loro silenzio ad assalirti con ancora più brama di vederti cadere.
Fossi in lui, una volta rilasciato cambierei scuola e terrei quella parentesi della mia vita chiusa a chiave in un cassetto; cosa che effettivamente ho già fatto.
Spero soltanto che riesca a guarire dal suo presumo mutismo selettivo, ho fatto delle ricerche sui ragazzi come lui. Quelli che nonostante abbiano una voce non la usino mai in contesti fuori di casa. Mi sembrava quello che più descriva il suo stato.
Ora sono davanti alla casa Samford, sento il bisogno di parlare con qualcuno che viva con lui ogni giorno e chi meglio di sua madre? Le voci dicono che il padre non sia mai in casa ma si sono sbagliati. Dopo aver suonato alla porta di casa mi aprì un uomo identico a David ma senza la bandana e una faccia segnata dall'età. Non aveva gli stessi occhi di David, sono gli occhi di un uomo che vive di agi e con una vita che gli sorride ogni giorno. Non aveva la stessa grazia di David, non aveva nulla di lui se non i capelli e alcuni tratti.
《Buongiorno, David non è in casa se cerchi lui》
《Chi è caro?》 disse una voce da donna dietro di lui.
《Sono diciamo un compagno di scuola, volevo chiedervi lui》 dissi in un sussurro guardandomi intorno sperando che non ci fosse nessuno nei dintorni che potesse riconoscermi e dire a qualcuno di aver visto Joe King davanti la casa di David.

La madre mi fece entrare in cucina e mi servì una tazza calda di tea al zenzero e limone, il padre era in soggiorno a scorrere i programmi in TV con una birra tra le mani. Che sia un alcolizzato? Chi, sennò, beve una birra il sabato mattina? Ma non mi interessa, è un altro Samford che mi interessa.
《Dimmi pure》 disse sedendosi davanti a me con un sorriso accogliente in viso. Ha gli stessi occhi di David, chissà se pure la stesso sorriso.
Io sorseggiai lentamente quella bevanda che mi riscaldò lo stomaco.
《Intanto vorrei dirle che non ho intenzione di raccogliere informazioni su David per fornire ai bulli nuovi pretesti per bullizarlo. Ci tenevo a chiarirlo》
《Tranquillo, la mente umana non è così tanto crudele da arrivare a tanto》 rispose spostando una ciocca dei suoi capelli biondi dietro la schiena, è davvero una bella donna. Ora capisco perché David ha un viso così tanto grazioso.
Come risposta feci uscire dalle mie labbra un sorriso triste e una risatina roca.
《Vorrei lei avesse ragione.
《vorrei chiederle di David, l'indirizzo della clinica in cui l'avete rinchiuso per l'esattezza》
《A quale scopo?》
《Vorrei scrivergli una lettera, chiamarlo sarebbe inutile perché lui non parla. O almeno, sarei l'ultima persona con cui parlerebbe. Prima vorrei chiedere il vostro permesso, se ritenete chi sia dannoso per lui ricevere lettere lo capirei》
《Sei tu l'anonimo che gli ha scritto?》 come fa a saperlo? Mi sorrise sperando in una mia risposta affermativa.
《Non essere così imbarazzato! Abbiamo ricevuto una lettera dalla clinica perché la inviassimo al destinatario, dicono che l'indirizzo che il mio David ha scritto non esista. L'ha scritta lui la lettera ed è per te se sei tu quel anonimo. Scusa se l'ho letta ma avevo bisogno di vedere qualcosa che è del mio piccolino, sono due settimane che è là e mi manca tanto. Ho provato a chiamarlo ma lui non parla se non è davanti a me faccia a faccia, sono l'unica con cui riesce a parlare. L'unica che sa come suona la sua voce》 ama suo figlio più di qualsiasi cosa e glielo si può vedere negli occhi. Il suo sorriso è talmente tanto puro che mi commuove quasi vederlo.
《Penso di essere io》 ammisi guardando il tavolo. La signora Samford si alzò e da un cassetto tirò fuori una lettera già aperta.
《Non ferire il mio piccolo, per favore. Si merita tanto e sono sicura che tu sia in grado di dargli quel tanto. Voglio fidarmi di te, vedo nei tuoi occhi la stessa cosa che vedo in quelli del mio David. Volete entrambi essere accettati, non è così?》 disse accarezzandomi la guancia con il tocco di una madre che mi è stata tolta.
《Tu sei Joe King, dico bene? Hai i suoi stessi occhi, quelli di tua madre. Quando ci siamo visti la prima volta eri troppo piccolo perché tu ti ricorda di me. Tua madre non era di qui, tuo padre neanche. Perché vi siete trasferiti?》come fa questa donna a sapere così tanto di me?
Mi accarezza le cicatrici sotto i miei occhi con una delicata carezza che mi fa sussultare.
《Te li sei fatti quel giorno, devono farti riaffiorare ricordi confusi. Dico bene?》
《La scuola era un ricordo troppo vivido di quello che era successo.
Avevo supplicato tantissimo mia madre perché venisse in gita con me, tutti gli altri bambini avevano o la mamma o il papà io ero sempre lì da solo.
I miei genitori lavoravano sempre perché volevano darmi tutto, per questo gli ero grato ma volevo qualcosa di più dei semplici gioccatoli. Volevo loro.
Alla fine cedette e chiese un giorno dal lavoro per venire con me, quanto ero felice!》 inizia, mi stava strappando una verità che avrei voluto dimenticare. Una verità che non avevo mai raccontato a nessuno. La signora Samford mi ascoltava senza battere ciglio continuando a guardarmi con quei suoi occhi lucenti.
《La gita era presso un parco, un parco del cazzo》 iniziai a ridere per non cedere alle lacrime.
《Trascinavo mia madre in tutte le direzioni per vedere gli animali. 'Che carino!' diceva lei ridendo mentre mi accarezzava i capelli. Per colpa mia ci siamo allontanati dal gruppo e la trascinai verso dove trovò la sua morte, un destino crudele il suo!》 feci un sospiro per poi proseguire: 《Vidi uno scoiattolo, quando era carino quello scoiattolo se non fosse che fu l'ultimo animale che mia madre vide. Mi arrampicai su un albero che sporgeva verso un burrone che non avevo notato e mia madre in panico salì per salvarmi. Ero seduto su un ramo e lei si piazzo accanto a me ma una cosa di cui non ci eravamo accorti era che il ramo stava per staccarsi dall'albero. Mia mamma se ne accorse e mi prese in braccio e mi fece scivolare giù dall'albero: non c'erano altre alternative. Successivamente il ramo si spezzò e la mia mamma cadde giù. Io ero svenuto perché cadendo avevo sbattuto la testa e la pelle sotto i miei occhi scivolò via dalla mia carne. Per fortuna che ci vedo ancora》 la mamma di David mi abbracciò forte sussurandomi che non era colpa mia. Ma cazzo se lo era!
《Da quel giorno a scuola tutti mi ignoravano, pensavano che io portassi la morte: che mente che hanno i bambini! Ogni volta che vedevo le mie maestre mi tornava in mente quel giorno quindi supplicai mio padre di andarcene da quella città. Tutto ricordava la mamma》
《Devi sapere che tua madre da piccolina viveva in una famiglia molto povera, sai? Abbiamo frequentato la scuola insieme e aveva sempre vestiti bucati e scarpe dalle suole sempre consumate ma nonostante questo era la migliore in tutto quello che facesse. Aveva un obiettivo: diventare ricca così che i suoi figli possano sempre avere vestiti nuovi e scarpe alla moda. La ammiravo tantissimo e siamo diventate migliore amiche. Le regalai i miei vestiti vecchi, le compravo quaderni con animali carini come regalo e penne che duravano tantissimo e lei! Lei era sempre così felice di queste piccole cose. A scuola non la prendevano in giro per i suoi vestiti solo perché passava i compiti a tutti. Che modo per non essere vittima dei bulli! Lei è stata felice della sua vita, fidati. Ha raggiunto il suo obiettivo e ha assaporato il sapore della vittoria fino all'ultimo: è andata in gita con suo figlio. Lei non ci andava mai perché non voleva far sprecare soldi ai suoi genitori》
《Questo non me lo aveva mai detto》 confessai tra le lacrime
《Avevi solo cinque anni quando è morta, eri troppo piccolo per capire》 mi accarezzò la guancia
《Sei bellissimo come lei, sono felice di averti visto! Torna a trovarmi per favore e continua a scrivere a David. Io ho aiutato tua madre, tu puoi aiutare David e caspita se da lassù non sarà felice! Diceva sempre che nei miei confronti aveva un debito, io non ero d'accordo ma vedo che vuole comunque saldarlo usando suo figlio. Che donna!》 disse salutandomi dalla porta.
Ero entrato a casa Samford per sapere di David e sono uscito sapendo più di quello che mi serviva. I Samford sono creature magnifiche! (Tranne papà Samford).

𝐒𝐢𝐥𝐞𝐧𝐜𝐞 - 𝐒𝐚𝐤𝐮𝐆𝐞𝐧𝐝𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora