La mia mente era sempre altrove quando accadeva.
Le urla di mia madre che lo supplicavano di smetterla si tramutavano in uccellini liberi che volavano in cielo.
I colpi che mia madre riceveva diventavano semplicemente i legnetti che si spezzavano sotto i miei piedi.
Quando dei piatti si frantumavano erano i tuoni che preannunciavano una tempesta.
E colui che faceva del male alla mamma non era più il papà e la mamma non stava venendo picchiata.
Papà diventava un narratore di una storia romantica e la mamma diventava una principessa da salvare.La principessa non era una brava ragazza, commetteva tanti errori e l'errore peggiore fu quello di innamorarsi di un mostro.
La principessa, però, all'inizio non sapeva che dietro il suo principe azzurro ci fosse un mostro.
La principessa dei ghiacci aveva come animaletto domestico un dolce e tenero pinguino che adorava il principe azzurro quindi la principessa non poteva lasciarlo. I motivi per cui non poteva lasciarlo erano due: amava quel mostro e il suo pinguino adorava il principe azzurro. Non poteva fare niente se non sopportare.
Era innamorata persa e nonostante tutto il male che riceveva doveva trovare un modo per andare avanti per il suo tenero pinguino.
La principessa piangeva quando riceveva i suoi colpi ma doveva sopportare, quel dolore doveva sopportarlo perché era colpa sua se era in quella situazione e non uscirne è solo una sua scelta.
Lei non voleva essere giudicata, sapeva che chiunque al suo posto avrebbe fatto lo stesso: se ami una persona non ti importa tutto il dolore che ti provoca, lo amerai nonostante ti faccia cadere, lo amerai nonostante ti faccia piangere, lo amerai nonostante ti colpisca così violentemente da farti dimenticare il tuo nome, non puoi fermare l'amore a comando ed è per questo che la principessa non vuole essere giudicata ma capita.
La principessa quando sapeva che stava per venire picchiata diceva al suo pinguino: "vai in camera e ricordati della favola che ti ho raccontato, dove le urla sono uccellini liberi, i colpi diventano ramoscelli sotto i tuoi piedini e i piatti che si rompono sono solo tuoni che preannunciano un temporale" e così il pinguino faceva. Sognava mentre alla principessa rimanevano solo sogni infranti e il prologo di un incubo crudele.
La principessa un giorno divenne un mucchio di sangue e ossa e il pinguino non potè più rivedere la sua principessa. Da quel mucchio, però, ne uscì una strega. La strega era senza emozioni, non urlava più, non parlava più, non provava più nulla. Per il senso di colpa il mostro tornò principe azzurro per guarirla ma appena la principessa ritornò il principe azzurro si ritrasformò nel mostro che era e cambiò soltanto quando il pinguino smise di parlargli.
Il silenzio era sempre con il pinguino quando si rifugiava nell'altro mondo e in quel mondo di pace apparente il silenzio lo coccolava dolcemente:
"ciao piccolo pinguino, sei qui da solo?" chiedeva ogni volta e il pinguino gli sorrideva e rispondeva con ingenuità: "ora che sei qui con me non sono più da solo!" e sorrideva correndo ad abbracciarlo. Il silenzio lo cullava e gli dava baci teneri sulla fronte e sulla guancia e gli sussurrava all'orecchio: "Non sei abbastanza forte per parlare con le persone, ricordatelo. Ricordatelo sempre. Non sei nessuno. Non meriti che le persone ti stiano affianco. Silenzio. Silenzio. Solo silenzio". Il grazioso pinguino lo ascoltava sempre ma prima di accettare il silenzio gli chiedeva sempre: "perché?" a quel punto il silenzio gli prendeva una mano e lo invitava a seguirlo dietro una siepe dove c'era il mostro che maltrattava la principessa e gli sussurrò: "tutto questo succede solo per colpa tua" e poi se ne andava e il piccolo pinguino restava lì a guardare finché attorno a lui non ci fu altro che silenzio.《◇》
《Sei riuscito a scrivermi quello che ti ho chiesto?》 mi chiese lo psichiatra. Non gli diedi alcuna risposta. La verità è che non so se posso fidarmi a consegnargli la storia della principessa dei ghiacci e del pinguino. Accarezzo con un dito il foglio ripiegato su se stesso che avevo nella tasca della mia felpa azzurra da ormai troppo tempo. Poi mi decisi, se la chiave per stare di nuovo bene e poter uscire da questo posto era quello di confidargli quel segreto devo farlo. Devo farlo per Joe, per quel pinguino, per la principessa, per Jude e per Mark. Non posso tirarmi indietro. Tiro fuori quel foglio rivelando la mia scrittura piccola e ordinata e glielo pongo tremando.
Il mio dottore me lo prese dalle mani delicatamente, offrendomi un sorriso per dirmi tacitamente "sono orgoglioso di te".
《Lo leggo davanti a te o preferisci che lo leggo per conto mio?》come risposta mi alzo rimettendo la sedia morbida e comoda in ordine dietro la scrivania e con un cenno della mia mano lo saluto per poi andarmene. Ora ho davvero bisogno di scrivere a Joe.
Scusate la lunga assenza! Sono intenzionata a finirla costi quel che costi

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𝐒𝐢𝐥𝐞𝐧𝐜𝐞 - 𝐒𝐚𝐤𝐮𝐆𝐞𝐧𝐝𝐚
Fanfiction⚠️WARNING⚠️ ● bullismo ● ansia sociale ● ansia/depressione ● linguaggio scurrile a volte 。+゚☆゚+。★。+゚☆゚+。★。+゚☆゚+。☆゚+。★。+゚☆゚+。 Silenzio. La mia mente continua a dirmi di stare in silenzio. Io non mi merito le attenzioni da parte delle persone. Io n...