CAPITOLO 5

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Camminando per gli infiniti corridoi del labirinto di una fortezza medievale, Daphne incontrò molte guardie. Dai loro sguardi sconcertati, ogni volta pensava la stessa cosa: la probabilità che la vedessero come una potenziale ladra di tesori preziosi era alta.

Doveva sempre fare riferimento a Edward, l'uomo vestito come loro, e quando accennava al fatto che si conoscevano e che lei era appena arrivata da lui, cosa che potevano verificare ogni volta che volevano, poteva vedere strani sorrisi sui loro volti, sorrisi che testimoniavano il fatto che tutti pensavano che lei ed Edward avessero sicuramente una relazione intima. In quel momento, non poté fare a meno di pensare a quanto fosse fastidioso questo collettivo di attori maschi.

Tuttavia, le idee sbagliate che avevano non la preoccupavano più di tanto, perché l'unica cosa che voleva era uscire al più presto da quelle buie e fredde prigioni, sentire di nuovo i raggi radiosi e caldi del sole sulla pelle e trovare Karen. Notò anche che nel cuore della fortezza non c'erano molti attori vestiti da guardie. Pensò che fossero tutti al piano superiore, in superficie, immersi nella luce del sole, che ora le sembrava così sfuggente perché sembrava che questo labirinto nella fortezza non avesse né inizio né fine.

Chiese gentilmente al successivo gruppo di attori che incontrò di indicarle la via d'uscita e proseguì lungo un altro corridoio prima di iniziare a salire le scale di pietra a chiocciola che incontrò, sperando che questo corridoio portasse a un'uscita. L'inaccessibilità delle scale di pietra non la sorprese, perché la vita in quell'epoca era comunque impegnativa.

Avrei raggiunto una stella ardente prima di arrivare al piano di sopra, pensò. Poi provò a saltare due scale alla volta per arrivare più velocemente, ma al primo tentativo scivolò e riuscì a malapena a ritrovare l'equilibrio appoggiando la schiena al muro.

"Che avventura!", si rimproverò quando finalmente ritrovò l'equilibrio e continuò a salire, con cautela, un gradino alla volta.

"Sarò felice se riuscirò a tenere la testa sulle spalle e a non rompermi l'osso del collo", continuò a mormorare, portandosi il palmo della mano sul petto per calmare il cuore che batteva all'impazzata dalla paura, da quando pensava di poter cadere.

Dopo qualche altra curva e corridoio, finalmente intravide la fine della scala e i suoi occhi si arricchirono della luce che proveniva dalla cima. Fece uno sforzo doppio e finalmente si lasciò alle spalle l'ultimo gradino di pietra. Quando raggiunse la cima delle scale, si inarcò in vita, tenendosi sulle ginocchia e respirando come se avesse appena corso una maratona.

"Ragazza! Perché mai sei vestita così?" urlò una donna davanti a Daphne, che alzò la testa per guardarla.

Una donna minuta e paffuta, con le guance rosee e i capelli biondi che spuntavano da un buffo cappellino bianco, stava davanti a lei, vestita da cameriera, e la osservava arrabbiata con le sopracciglia alzate e le mani sui fianchi. Sebbene Daphne fosse piuttosto irritata dal rimprovero della donna, decise di essere educata perché, secondo i suoi calcoli, la signora aveva sicuramente almeno sessant'anni. Inoltre, le regole della buona educazione impongono di rispettare le persone anziane.

"Mi scuso, io... io vengo... da Edward... la guardia... e...". Daphne stava spiegando, cercando di riprendere fiato.

"Capisco", la donna fece un cenno con la mano per liquidare le inutili scuse di Daphne.

Sembrava avere fretta e, inoltre, non era la prima volta che vedeva giovani cameriere vestite in modo succinto fare visita alle guardie, aiutandole ad alleviare la loro noia mentre languivano nella penombra e nel fetore, sorvegliando prigionieri che comunque non avevano un posto dove andare.

"La prossima volta di' a Edward di aspettare la fine del suo turno, o glielo dirò io stesso. Oggi abbiamo troppo lavoro. Vi darò dei vestiti per cambiarvi. Abbiamo tutti bisogno di essere vestiti in modo adeguato", informò Daphne con un tono più morbido.

IL SEGRETO DEL MEDAGLIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora