1.I swear

95 6 13
                                    

                                       I'll only make you c r y
Maybe I'd  c h a n g e  for you someday
But I can't help the way I feel
Wish I was  g o o d, wish that I c o u l d


EVELIA TONKS

Mi sveglio di sopraffatto, sudata e ci vuole un po' prima che mi accorga di star piangendo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Mi sveglio di sopraffatto, sudata e ci vuole un po' prima che mi accorga di star piangendo. Sempre lo stesso sogno.
Mi alzo dal letto e dato che sono le quattro e quarantacinque, decido di fare una doccia.

Vado in bagno, mi spoglio dai vestiti e cerco di non soffermarmi sulla mia figura riflessa nello specchio, nell'ultimo periodo sto iniziando ad odiare anche me stessa.
Mentre l'acqua bollente scorre sul mio corpo ripenso a tutto quello che è successo negli ultimi tre mesi: le vacanze sono praticamente finite e io non sono uscita dalla mia stanza neanche per salutare Draco, mio cugino nonché il mio migliore amico.

É la mia spalla destra, se sta male lui sto male io e so che se mi avesse vista in questo stato, si sarebbe bruciato l'estate per rimanere con me e non l'avrei permesso.

È arrivato il momento di lavarmi il corpo quindi prendo la spugna, le metto sopra il bagno doccia alla vaniglia, e inizio a sfregare.

Sfregare, sfregare e sfregare.
Magari anche fino a fare uscire del sangue.
Sfregare per togliermi di dosso questa situazione di merda.
Sfregare per cercare di punirmi, perché è tutta colpa mia.
Sfregare perché nel mentre lo faccio mi sento bene.

È appena finisco di farlo, che tutto torna come prima, così passo l'acqua bollente sopra. Mi brucia la pelle al contatto, ma non giro la manopola della doccia.

Me lo merito.

Esco dalla doccia, e dopo essermi avvolta nell'asciugamano, mi accorgo che sulle cosce e sulla pancia ci sono segni rossi dai quali fuoriesce un po' di sangue, causati sia dalla spugna che dalle mie unghie.
E l'unica cosa a cui riesco a pensare è che non ho fatto abbastanza.
Io non faccio mai abbastanza.

Cerco di non soffermarmi troppo su questo, e dopo essermi lavata anche i denti mi vesto, per poi scendere.

«Finalmente ti sei decisa a uscire da quella stanza del cazzo»

«Draco» e mi abbraccia.
Senza dirmi niente, mi abbraccia e basta. Sento gli occhi pizzicare ma rimando in dietro le lacrime, ho capito che lui è al corrente di tutto, ma forse lo è sempre stato. È per questo che è come mio fratello, mi capisce con un solo sguardo. Nonostante noi due siamo diversissimi.

Io capelli scuri, lui biondo platino.
Io disordinata e sempre stanca, lui impeccabile e pieno d'energia.
Però siamo io e lui, sempre.

«Dai lasciami sei troppo affettuoso così» e faccio finta di strofinarmi gli occhi, per asciugarli.
«Ti sento sempre quando piangi, Eve.
Notte, giorno e soprattutto quando vuoi nasconderlo.» dice guardandomi negli occhi.

Ecco un'altra cosa:
i miei occhi, spenti e cupi.
I suoi, chiari e comprensivi.

«Eccoli qua i miei ragazzi.»

«Cissy» non ho il tempo di salutarla che mi abbraccia fino a stritolarmi.

«Si ok anche io ti voglio bene, ma mi stai uccidendo così!» dico ridacchiando.

«Scusami, amore. So che avevi bisogno di tempo.» mi dice seria.
È come una mamma per me, da quando la mia mi ha letteralmente abbandonato a loro alla sola età di 10 mesi.
Se dovesse farlo anche lei o Draco, uscirei pazza.

Narcissa mi risveglia dai miei pensieri « Allora io e Lucius partiamo adesso e torneremo tra tre giorni, mi raccomando non voglio sporcizia in casa!» dice prendendo le sue borse e andando in contro al marito, che ci guarda disinteressati.
Mi dispiace per zia perché una persona talmente buona vicino a un uomo orribile e terrificante tende a venire giudicata molto male, ma io so che non è per niente come gli altri la pensano.
È così gentile, la donna più buona del mondo.

«Ciao papà» dice Draco, sperano in un contraccambio, ma tutto quello che fa il padre è un cenno, e io so che mio cugino patisce tanto per questo.

«Dai, andiamo in cucina» dico cercando di fermare tutte le sue paranoie.
«Sí»

________________________________

«Draco, non puoi fare una cazzo di festa!» urlo esasperata per la terza volta.
«E perché no? Ci saranno tutti! Prendila come una festa d'addio all'estate che non ti sei goduta, idiota» dice snobbandomi.

«Stronzo! Spero per te ci sia Amalia» dico alzando gli occhi al cielo.

«Ho scritto a Theodore, verrà con lei» dice, e so bene quanto le piace, insomma io ho sempre avuto una cotta per Theodore e lui per Amalia, sin da piccoli.

«Vedi di non tardare, Evelia! Alle 23 devi essere qua» mi raccomanda, ma lo sa già
che farò ritardo.

«Sisi, a dopo cuginetto!» è l'ultima cosa che dico, mentre salgo sulle scale per andare a prepararmi.






S.A.
Scusatemi per il capitolo corto, ma era il primo e non volevo farlo troppo lungo.
Al prossimo!

Endless Game || Mattheo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora