POV JUNGKOOKLa biblioteca versava in un silenzio lancinante, pungente come aghi di spillo contro il cranio. Doleva quasi sentire il nulla frapporsi tra un fruscio e l'altro generati dalle pagine dei libri che venivano sfogliati.
"Vi ricordo che la biblioteca chiuderà tra dieci minuti". La bibliotecaria avvisò i pochi studenti che erano rimasti.
Namjoon sedeva di fronte a me, aveva uno dei suoi libri aperto sotto il naso, mentre io studiavo in attesa di taehyung e il resto dei ragazzi del gruppo.
"Sarà meglio che io vada". Mormorò, mentre i pochi rimasti iniziavano a raccattare le proprie cose e a prepararsi per andare via.
Aveva i capelli neri legati in un codino e il maglioncino nero sopra l'uniforme. "Magari ci vediamo più tardi?" proposi, alludendo di andare al bemd.
Ancora non sapevo come avvicinarmi a quel ragazzo, quel chimchim, volevo conoscerlo e namjoon lo sapeva. Per questo desideravo andare in quel posto più di chiunque altro. Raccattai le mie cose, portai il mio zaino sulle spalle, allontanandomi da namjoon, la quale si addentrò per primo nel lungo corridoio.
Attorno a me è tutto così frenetico che mi viene il capogiro. Dovrei capire chi sono le matricole e seguirli per arrivare nell'auditorium, ma c'è troppa calca e finisco per arrangiarmi a modo mio.
Percorro il corridoio che ho davanti a me e svolto a destra. Mi ritrovo una scalinata in marmo, larga, e con il corrimano color oro.
Sollevo lo sguardo e trasalisco quando noto per quanto si estende in altezza. Comincio a salire i gradini, scoraggiato.
"Stai sbagliando," dice una voce maschile alle mie spalle.
Mi giro, portandomi una mano al cuore. Ai piedi della scala, poggiato contro il muro, c'è un ragazzo. Guarda dritto davanti a sé e ha una mela rossa in mano, con cui giocherella come se fosse una palla e non del cibo. Assottiglio gli occhi, aggiustando leggermente la montatura degli occhiali, era quel ragazzo dai capelli dorati, era nuovamente park jimin.
I capelli biondi, sotto le luci artificiali, emanano riflessi bianchi . Una ciocca gli scivola davanti al viso, nascondendomelo ulteriormente. "Stai sbagliando strada. L'auditorium è dalla parte opposta."
Comincio a scendere le scale, ma sembra che più mi avvicini a lui, più si irrigidisca. "Ti dispiace mostrarmi dove andare?" gli domando.
"Macché,andiamo jeon Jungkook"
Lui solleva lo sguardo. È divertito. Dà un morso alla mela e mastica senza staccarmi gli occhi di dosso. Inconsciamente, muovo un passo verso di lui per osservargli meglio il volto, aveva un aria tremendamente familiare quel ragazzo.
Con se portava un grosso porta computer sostenuto dalla spalla destra, l'uniforme dell'università, la quale diedi una fugace occhiata poiché era visibilmente stropicciata. Fece cenno col capo, timidamente, di seguirlo. Mi affiancai alla sua figura.
"Cambiano costantemente aula per l'auditorium, questa università prima o poi mi farà uscire pazzo" trasaliggo, non facendo trapelare la verità della situazione, in realtà, non c'ero mai stato in tutta la mia carriera universitaria.
Lui rise di soppiatto, facendo ridere anche me.
" dovrai fare da mentore per le matricole giusto?" Chiese.
"Beh...si"
Lui annuì solamente, non parlammo per i successivi minuti, mentre venivo scortato da lui. Entrammo in un ala gremita di giovani matricole, diedi un profondo respiro. Lui parve sconcentrarsi, guardandomi di soppiato.
''hai paura di loro?" chiese,indicando l'ammasso di ragazzi sghignazzare.
''Tremendamente, sono cosi iperattivi" ammissi, più a me stesso che a lui.
" beh jeon jungkook,siamo arrivati, buona fortuna" si fermò di soppiato,lasciando qualche centimentro di lontananza dai nostri rispettivi posti. Il suo viso era contornato da una prezziosa luce bianca, i riflessi del sole,balzati dalle veneziane a rulli, ornavano il suo volto, ed i colori, trasparivano dal riflesso dei suoi occhiali. Mi riversò un dolce e sincero sorriso, indietreggiando con i suoi passi per voltarsi definitivamente,ed andare via.
"jimin?" . Avanzai di un passo, richiamandolo.
"sicuro che non ci siamo mai incontrati prima?" chiesi. Il suo viso.. mi ricordava vagamente quello di qualcun'altro.
Il dorato parve tentennare una risposta, le sue iridi, si allargarono sotto le luci del sole pomeridiano, col capo,semplicemente,nego'. Mi riversò nuovamente uno dei suoi speciali sorrisi, giungendo fine alla nostra conversazione.
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per chi non sapesse cosa siano le veneziane a rulli, sono quelle finestre tipo delle chiese, quelle grandi e colorate in sostanza. Detto ciò,spero che la storia vi stia piacendo🥺🥺
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24/7 STRIPPER
FanfictionJeon Jungkook odia tutto ciò che per lui sia trasgressivo o potenzialmente eccessivo. Ama la vita nella sua semplicità, ed è sempre stato un ragazzo dai sani principi. All'università hondong un nuovo alunno però farà presto la sua conoscenza, park j...