L'auto di Talbot filava sui vialoni alberati, costantemente oltre i limiti di velocità. Jodie stava finendo di applicarsi un nuovo tipo di mascara, più denso e corposo, cercando di finire prima che arrivassero in una zona con svolte o semafori. Considerando come guidava Talbot avrebbe rischiato di infilarsi l'applicatore nell'occhio.
Talbot aveva quello strano soprannome per qualcosa che aveva a che vedere con le auto. Jodie non si ricordava più di cosa si trattasse esattamente. Tutti lo chiamavano in quel modo e basta. Era un membro fisso delle uscite del sabato in discoteca perché aveva un auto sua e non beveva. A Talbot in effetti fregava molto poco di tutto quello che non fosse la sua auto. Era una berlina di colore blu elettrico, dall'aspetto aggressivo con enormi cerchi cromati, vetri neri e luci al neon sottoscocca.
Talbot ne era molto orgoglioso.
Jodie non lo aveva mai scopato. Non che lui non ci avesse provato, diverse volte a dire il vero ma Jodie pensava che, se gliel'avesse data, sarebbe poi stato difficile rimediare tutti quei passaggi o ottenere tutti quei favori che lui le faceva regolarmente. Per il resto era un tipo a posto. Vestiva solo con tute d'acetato dai colori sgargianti e massicce collane d'oro da gangster. I suoi capelli neri, corti e crespi erano un tutt'uno con la barba e con l'enorme singolo sopracciglio rettangolare che gli divideva la fronte dal resto della faccia. Non era bello. Quello no.
Insieme a loro due, seduti nei posti posteriori, c'erano Sonya e una coppia di amici di Talbot che Jodie non aveva mai visto prima e di cui si era già dimenticata i nomi.
- Dove hai preso sto cappotto Jo? Dio lo adoro -
Sonya si affacciò tra i sedili anteriori osservando il cappotto di pelle nuovo che Jodie indossava per la prima volta quella sera. L'aveva abbinato ad una camicia bianchissima con il collo a punta. Jodie la sceglieva spesso per le serate in discoteca per l'effetto fosforescente che faceva il bianco sotto le luci stroboscopiche. Le due ragazze si scambiarono qualche commento sui rispettivi outfit.
Sonya era una personal trainer. Non era molto alta ma aveva un fisico prestante, modellato da ore di palestra, giorno dopo giorno. Capelli biondi, tatuaggi nei punti giusti e abbronzatura costante. Non era ne troppo simpatica ne troppo intelligente. Nessuna delle due cose le sarebbe servita a qualcosa nella la vita che faceva. Jodie ci andava d'accordo perché evitavano reciprocamente di rompersi le palle.Arrivarono al Voltage cinque minuti dopo. Talbot condusse l'auto davanti all'ingresso a bassa velocità esibendo il rumore pieno e potente dello scarico truccato. Jodie guardò fuori dal finestrino cercando la figura sottile di Nadia tra le persone che stavano davanti all'entrata ma non la vide. Probabilmente sarebbe arrivata più tardi.
Jodie non aveva parlato con nessuno di quello che era accaduto la notte precedente. Aspettava di incontrare la sua amica per confidarsi. Man mano che passavano le ore provava a convincersi di essersi sognata tutto quanto, di aver solo passato una notte da incubo forse per tutte quelle caramelle che aveva trangugiato. Le scuse più improbabili si accatastavano nella sua mente ma non poteva ignorare il paio di stivali squarciati che aveva nascosto nell'armadio.
Parcheggiarono la macchina un po' distante e Jodie se ne lamentò con Talbot perché lei e Sonya indossavano entrambe stivali tacco 16.
La compagnia raggiunse l'ingresso della discoteca. Riuscirono ad entrare subito perché Sonya conosceva uno della security, un tizio con cui era uscita un paio di volte tempo prima. Fu una fortuna perché c'era un bel po' di coda all'ingresso. La selezione, quella sera, sembrava piuttosto lenta e pretenziosa.
Era ancora presto. Per come si muovevano le cose di solito al Voltage, prima delle undici e trenta non succedeva granché. Constatarono infatti che all'interno c'era troppa calma per potersi scatenare in pista senza fare la figura degli scemi. Quindi decisero di ripiegare sul bar. Jodie era l'unica a non aver lasciato nulla nel guardaroba. Era molto orgogliosa del suo nuovo cappotto di pelle e lo considerava parte integrante del look per la serata.
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Storia di due stronze
УжасыStoria immorale, crudele e scurrile di due ragazze di periferia e della loro discesa nell'abisso. Malgrado il contenuto esplicito e molto scorretto, avviso subito il potenziale lettore che di sesso, qui, ne troverà poco. Abbonderanno invece dettagli...