Il demone si ritrasse, imprecando a denti stretti per poi avvicinarsi e prendermi il braccio stringendolo con i suoi artigli da "squalo"
«non te ne vai così facilmente stupida puttanella.»
Non riuscivo a muovermi, ero come pietrificata ed incollata ai suoi occhi. Con uno scatto Chaz mi prese per il collo e mi tirò a sé baciandomi in modo sbrigativo, aggressivo e grossolano. Il suo naso spingeva con il mio, il mio respiro si mozzó di colpo e il suo prese vita iniziando a respirare irregolarmente fomentato dal gesto.
Con una mano cercai istintivamente di tirarlo via da me mentre con l'altra bloccata dalla sua mano e fermata dai suoi artigli rimasi ferma sapendo che se mi fossi mossa avrei solo peggiorato lo stato del mio braccio nel dominio di quello squalo del cazzo.
Con uno scatto poi tirai una ginocchiata una seconda volta in mezzo alle gambe dell'aggressore mentre con la mano lo spinsi via riuscendo finalmente a liberarmi dalla sua presa.Non so cosa mi prese.
Con uno scatto mi riattaccai a lui tirandogli un pugno in pieno viso che gli fece tremare la mascella e mentre urlavo gli diedi un calcio alto dritto allo stomaco.
Chaz non ebbe il tempo di reagire, urlò di dolore, si accasciò a terra ed iniziò a bagnare il pavimento di sangue leggermente blu che contrastava il pavimento bianco.«SEI UNA FOTTUTA MATTA!!»
«SMETTILA CAZZO!!»
urlava lui a denti stretti mentre cercava invano di rialzarsi e finire ciò che non aveva finito, lo guardai per un secondo per poi andarmene, lasciandolo lì nel suo sangue e con il suo ego scalfito ancora una volta dalla donna che gli aveva anche rubato la verginità.
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Dopo essermi allontanata da quel verme, mi diressi verso uno dei primi bar che avessi mai visitato al capolinea.
Era un bar diviso in piani, 3 piani per esattezza. Apparteneva ad una certa Chanel, una donna mai vista sotto i riflettori ma conosciuta bene per i suoi bar "particolarmente divertenti" ed i suoi Lounge molto alla moda.
"The sleepy hole", questo era il nome del primo bar dove lasciai andare ogni pensiero al primo barista di turno mentre bevevo fiumi di alcolici.
Il primo piano, era dedicato al bar, una sala da disco e dei bagni dove la gente finiva la loro serata vomitando fiotti di liquidi e dove le coppiette si nascondevamo per fare l'amore. E dove lo feci anche io con Chaz.
Il terzo bagno degli uomini, dove lasciammo il nostro segno incidendo sulla mattonella "abbiamo scopato qui C+I", Ed anche se il nostro sesso non era fare l'amore, era pur sempre sesso.
Il secondo invece era uno strip club vero e proprio, con spogliarellisti sempre pronti per chi cercava di divertirsi. L'ultimo piano invece era riservato alle feste private di uomini ricchi del giorno della lussuria ma..dopo che il locale era caduto in decadenza, quel piano ora non era che diventato un magazzino e dei camerini per gli spogliarellisti. Ne ricordo particolarmente una, una certa Nadia, o Nadine. Era una ragazza dai folti capelli neri ricci, corti fino al collo che si attorcigliavano alle corna ispide, rossastre e piene di crepe per colpa del lavoro.
Aveva il corpo di una ragazza adolescente, ma la mente di una brillante poeta, mi ricordava tremendamente la poesia di Pascoli, il "gelsomino notturno", una poesia legata al sesso della prima coppia di sposati che anche se ingenuo è passionale e forte da suscitare desiderio e lussuria nei due sposini.
Diceva sempre che il suo lavoro la pagava bene, e anche se non era tanto famosa l'avrebbero salutata tutti per strada per il suo modo di parlare con le persone. Era una bomba.
Ma come ogni cosa bella è destinata ad una fine, poiché dopo poche settimane dal mio incontro con lei fu uccisa da un certo signore del girone dell'ira che sj faceva chiamare con uno strano nome, che non mi viene in mente. Forse non è importante.
Venne trovata sembrata in un cassonetto con una scritta sulla schiena, anzi, un marchio. Una strana "S" che sembrava un serpente finiva formando una "R" alla fine. Fui proprio io a trovarla.
La cosa non mi scandalizzò, ma mi incuriosì. Non ero la sola che continuava ad uccidere all'inferno, e investigare se sei tu stesso un assassino non ha un senso.
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•°Come falene verso la luce°•
De Todo«oh beh se fosse per me le ucciderei le falene» sussurrò il demone tenendo lo sguardo fisso sulla ragazza che lo teneva tra le sue grinfie, facendolo galleggiare nella marea di gente che ballava su di loro. «Scemo, lasciati andare» disse la ragazz...