Mistery

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Charlotte's pov

Toccai la scritta incisa a fondo nell'albero.

Stiamo arrivando, diceva, ma chi? Chi doveva arrivare e perchè?

Non avevo risposte e per un secondo, per una frazione di secondo mi passò per la testa che potesse essere un'altra maledettissima trappola architettata dal signor Bieber.

Non sarebbe la prima volta infondo.

Di scatto mi girai verso di lui che senza espressione fissava quell'incisione.

'Che diavolo sta succedendo?!'

Gridai.

La mia voce rimbombò nel vuoto, nell'oscuro deserto che ci circondava.

Nonostante le mie grida Justin non si era mosso di un centimetro, ancora fissava la scritta.

Lo spinsi all'indietro, una, due, poi anche tre volte.

Ma niente, non si muoveva, non mi guardava nemmeno.

Ero sicura, ora, che fosse tutto un suo piano.

Non mi guardava negli occhi e sapevo benissimo perchè, in fondo se lo avesse fatto non ci avrei impiegato molto a capire che mentiva; certo era stato bravo una volta a farmi cadere nella sua trappola, ma questa volta non me l'averebbe fatta.

Era tutto calcolato, sapevo che da un momento all'altro sarebbero spuntati anche gli altri suoi ragazzi.

Dovevo andarmene da qui.

Incominciai a correre nel buio, senza aver realmente presente dove fosse l'uscita, ma infondo in quel momento ogni muretto da scavalcare valeva l'altro.

'Dove stai andando Charlotte??!'

Sentii Justin gridare.

Istintivamente mi girai, ma vidi solo il buio, nero, come quando si muore.

Poi guardai davanti a me e vidi ancora nero, nero da tutte le parti.

'È un'altro dei tuoi stupidi giochetti Bieber, l'ho capito benissimo'

Continuai a correre nel buio.

Doveva essere cosi la mia vita, un continuo correre nel buio, probabilmente era cosi che le persone sempre l'avevano vista.

Un continuo scappare da qualcosa che non si conosce a qualcos'altro di comunque incognito.

Non potevo mai sapere cosa poteva aspettarmi e mai sarei riucita a capire da cosa stavo scappando realmente.

In fondo quando si vive, il passato è scuro, come chiuso dietro a una porta serrata e il futuro sarà altrettanto scuro, imprevedibile, indecifrabile.

Non potevo che concentrarmi sul presente e invece ero in continuo conflitto con ciò che stavo vivendo per raggiungere qualcosa, nel futuro, che io non conoscevo nemmeno.

'Charlotte!'

Sentii gridare, ma in dietro era impossibile tornare.

Trovai un muretto e mi ci arrampicai riuscendo fortunatamente a saltare dall'altra parte.

Afferrai il cellulare nella tasca e caricai la pistola.

Sarei stata pronta a sparare in caso ne avessi avuto bisogno.

Chiamai Austin, ero sicura che mi stesse aspettando per compiere il lavoro quindi non gli avrebbe fatto fastidio venirmi a prendere.

Cercai il contatto e aspettai con ansia che mi rispondesse.

Inverse || Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora