Capitolo 5 - limonata

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Domenica, giornata della limonata.

Quella mattina mi ero svegliata piuttosto presto, in realtà, un piccolo accenno d'ansia si era posizionato esattamente al centro del mio sterno.
Non ne conoscevo il motivo, ma delle volte era semplicemente così, arrivava e si faceva una tana tra i miei polmoni, forse convinto di essere un'ospite ben accetto.
Talmente tanto convinto da non abbandonarmi fin quando il mio corpo, sfinito, non decideva di cedere e dargli corda, ma fortunatamente quel giorno avevo da fare e avrei visto gente.
In realtà i possibili scenari erano due: o sarei crollata davanti a tutti, oppure sarebbe rimasto silente, per poi tornare solo quando potevamo essere soli ed intimi, così da potermi sussurrare tutte le cose crudeli che pensava di me.
Avevo deciso che forse la soluzione migliore era dedicarmi qualche ora, o almeno era l'unica possibilità che avevo, in quella casa non c'era nessun'altro.
Mi sarebbe piaciuto prendere un cane o forse qualche altro animale, per riempire le pareti vuote e silenziose, alla fine in negozio non passavo poi così tanto tempo e in ogni caso ero abbastanza sicura che Mary avrebbe accolto qualsiasi creatura lì dentro, anche la più brutta e deforme.

Erano ormai le otto ed ancora ero avvolta nelle coperte a rimuginare sul da farsi così decidi di alzarmi e mettere l'acqua nel bollitore, per poi avviarlo. Mi stropicciai gli occhi e mi levai i capelli scombinati ed annodati dal viso, dovevo decisamente darmi una sistemata per poter essere un minimo presentabile, non dovevo incontrare un re tuttavia sembrare una scappata di casa non rientrava nelle intenzioni.
Mentre la cucina borbottava mi andai a lavare il viso e guardai l'orologio, era ancora presto e avevo tempo per un bagno.
Prima però misi nella tazza una bustina di thè ed il contenuto del bollitore, presi una brocca per riempirla d'acqua e fare il giro per annaffiare le piantine che avevo per casa.
Adornavano la libreria, i davanzali e quasi tutti i mobili e fungevano da piccole coinquiline, non nego che delle volte intavolavo con loro dei discorsi esistenziali, che forse però sarebbe giusto chiamar monologhi.
Non mi piacevano particolarmente i fiori recisi, si trattava semplicemente di tagliare via una vita per poi portarsi il trofeo di un qualcosa di morente a casa per poi vederlo morire appassito dopo qualche giorno.
Una cosa che invece apprezzavo particolarmente e rimpiangevo di non poter avere perché crescono solo ed esclusivamente nei prati sono le Bellis perennis o, senza tanti convenevoli, la "pratolina".

Sembrano delle piccole margherite, ma non lo sono, la maggior parte delle volte che da piccola andavo dai miei genitori con un mazzetto di fiori bianchi in mano decantando la bellezza delle margherite che gli stavo portando in realtà erano pratoline.
Quasi mi spiace, tanto belle quanto sconosciute e scambiate per qualcosa che gli assomiglia soltanto eppure sono loro che colorano i nostri parchi ed i giardini.
Mi sarebbe piaciuto avere una stanza fatta d'erba e terra solo per poter coltivare lì le piantine, certo vi era il problema della luce, ma a quel punto avrei potuto rubare un pezzettino di sole e portarlo lì.

Una volta finito di dar da bere anche alle ultime foglioline la tazza si era raffreddata, la presi per poi mettermi sul divano, poggiandomi la una coperta sulle ginocchia.
Chissà se Noel mi aveva pensato quella sera, inevitabilmente l'aveva fatto insomma, in qualche modo qualsiasi persona che incontri rimane impressa nella tua mente almeno per qualche secondo, no?
In realtà non ci credevo molto neanche io.
Bevuto anche l'ultimo goccio del thè alla menta poggiai la ceramica nel lavandino e cominciai a sbottonare svogliata la camicetta del pigiama per poi riempire la vasca e mettere il bagnoschiuma alla lavanda.
In realtà era convinta che dopo dieci minuti sulla mia pelle non si sarebbe più sentito, ma bastava che io sapessi  che in qualche tempo remoto annusandomi si sentiva l'odore della pianta lilla.
Finito anche il bagno ormai erano circa le dieci e mancavano due ore all'appuntamento.
Optai per una salopette di quel giallo limone un po' sbiadito, con sotto una magliettina bianca e degli anfibi.

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