Capitolo 3

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Samira si svegliò di colpo, era nel letto di sua nonna...forse...aveva sognato...Jack, lo specchio...era tutto un sogno...si toccò istintivamente il collo, la chiave era ancora lì...poi si ricordò: era rimasta a parlare con Jack per molte ore, lui le aveva raccontato del suo regno, di strane creature che lo abitavano, dell'enorme palazzo in cui viveva. Aveva passato tutto il pomeriggio lì, nel mondo dello specchio, poi quando le palpebre si erano fatte pesanti, Jack l'aveva accompagnata nella soffitta e aveva aperto lo specchio. Non appena tornata nel mondo reale, Samira era corsa in camera di sua nonna e si era addormentata sognando i suoi si occhi, gli occhi di Jack...dei profondi occhi verdi e gialli. Samira si strofinò gli occhi e notò che era ancora vestita, così si alzò dal letto e si diresse in bagno per fare una doccia. Non riusciva a smettere di pensare a Jack, quel ragazzo l'aveva affascinata; per la prima volta dopo tanto tempo, Samira era di nuovo felice...si spogliò ed entrò nella doccia. La sensazione dell'acqua che le scorreva sulla pelle le era sempre piaciuta...aveva sempre immaginato che insieme ad essa scorressero via anche tutti i suoi problemi, le sue preoccupazioni. In quell'istante sentì qualcosa di freddo sul petto e si ricordò della chiave, non l'aveva tolta perché l'aveva dimenticata, era come se quella chiave fosse diventata una parte di lei. La prese e subito notò che brillava più del solito e qualcosa dentro di lei diceva di andare in soffitta, lo specchio la stava chiamando...era arrivato il momento di tornare da Jack. Uscì dalla doccia, si avvolse un asciugamano intorno al corpo e, con i capelli bagnati e gocciolanti, corse in soffitta. Salì le scale in fretta e furia e per poco non inciampò; una volta di fronte alla porta della soffitta, non esitò ad aprirla e a dirigersi verso lo specchio. Samira era ancora bagnata, scalza e indossava solo un asciugamano, ma non se ne curò perché non vedeva l'ora di tornare da quel ragazzo che tanto l'affascinava. Si avvicinò allo specchio, ma questa volta non brillava; Samira lo esaminò a lungo, finché non si accorse che sulla cornice dorata dello specchio, sul lato destro, vi era una specie di serratura; Samira si tolse la chiave dal collo e la inserì nella serratura. La chiave entrò con molta facilità, la ragazza esitò un po' prima di girarla, ma si fece coraggio e la girò. La chiave produsse un rumore metallico, ma subito una luce calda e familiare uscì dallo specchio; un sorriso si fece strada sul viso della ragazza che, timorosamente, allungò un braccio verso lo specchio. Quando ne toccò la superficie, venne come risucchiata da esso; Samira chiuse gli occhi e in un attimo sentì il pavimento, da sotto i piedi, mancarle. Ci vollero pochi secondi perché, i piedi di Samira, toccassero nuovamente terra; quel contatto improvviso le fece perdere l'equilibrio e cadde addosso a qualcosa. Samira aveva ancora gli occhi chiusi, così decise di aprirli e lentamente la figura, sulla quale era stesa, divenne limpida "Jack!" esclamò la ragazza, mentre le sue guance diventavano sempre più rosse; provò a rialzarsi, ma Jack tirandola per un braccio la fece ricadere, invertendo le posizioni, ora quella per terra era Samira e Jack, sopra di lei, si manteneva con i gomiti. Le loro risate invasero tutta la stanza, ma cessarono nell'attimo in cui i loro sguardi si incontrarono...verde e azzurro...terra e cielo...si fissarono per pochi secondi, ma a Samira sembrarono anni. Un lieve rossore si affacciò sui volti di entrambi, così Jack, prontamente, si alzò e tese una mano a Samira, che dopo averla presa, si alzò "Ehm...si può sapere che fine hanno fatto i tuoi vestiti?" chiese Jack divertito, Samira lo guardò confusa, poi, quando si ricordò di essere in asciugamano, divenne rossa dalla vergogna; Jack le sorrise e poi disse "Seguimi" Samira all'inizio esitò, ma poi andò dietro Jack e lo seguì fino a raggiungere quella che, nel mondo 'reale' era la camera di sua nonna. Jack aprì la porta e a Samira brillarono gli occhi per la felicità, corse subito all'interno della camera e si guardò intorno: era proprio come se la ricordava, piena di colori, di cianfrusaglie varie...era tornata ad essere la stanza magica che Samira ricordava. Era talmente felice, che subito si buttò sul letto e mille piume si alzarono in aria, svolazzando per la stanza; Samira rideva e sprizzava felicità da tutti i pori, per un attimo le sembrò di essere tornata bambina. Jack la guardava con un sorriso stampato sul volto, quella ragazza era bella, solare e aveva una risata contagiosa...non riusciva a levarle gli occhi di dosso, erano secoli che non si divertiva così tanto "È bella da mozzare il fiato!" pensò continuando a guardarla mentre si divertiva a giocare con le piume. In quel momento un triste pensiero gli attraversò la mente...Samira...non questa Samira, ma la sua dolce Samira, nonostante che la ragazza, che aveva davanti agli occhi, lo avesse rapito, non riusciva a dimenticare quello che era stato il suo primo amore...l'aveva cercata per così tanto tempo! Aveva attraversato sette mondi per poterla rivedere, ma non ce l'aveva fatta "Jack, che fai ancora fermo sulla porta!" la soave voce di Samira lo riportò alla realtà, sorrideva, Samira sorrideva come una bambina ed era felice, Jack non poteva fare a meno di esserlo a sua volta, la felicità di Samira era contagiosa e molto "Forse è arrivato il momento di andare avanti...di passare oltre, di aprire di nuovo il mio cuore!" questo pensiero lo tormentava, ma sapeva che era la cosa più giusta da fare "Nell'armadio ci sono alcuni vestiti, scegline uno e indossalo...io ti aspetto di sotto" disse indicando l'armadio, prima di uscire dalla stanza, chiudere la porta e lasciare Samira sola. Lei, subito, corse, curiosa, verso l'armadio e lo spalancò: era pieno di splendidi abiti in stile vittoriano, "da principessa". Li sfiorò tutti con la mano e si soffermò su un vestito rosa pesca, lo tirò fuori e lo stese sul letto, era stupendo. Lo indossò all'istante e poi corse davanti allo specchio del bagno per guardarsi; era un vestito davvero bello: aveva uno scollo a cuore, le maniche a palloncino lunghe, un'ampia gonna di velluto ricoperta da un velo brillantinato aperto sul davanti, il vestito le arrivava fin sotto le caviglie e le stava alla perfezione. Si asciugò i capelli, li pettinò e li mosse un po', poi prese un paio di ballerine argentate dall'armadio, se le infilò e scese al piano di sotto. Jack la stava aspettando seduto sull'ultimo gradino della lunga scala "Jack..." lo chiamò Samira, lui si alzò all'istante e si girò a guardarla "Wow!" fu l'unica parola che Jack riuscì a pronunciare alla vista di quello splendore "S-sei bellissima, questo vestito ti sta d'incanto" aggiunse subito dopo "G-grazie" bisbigliò Samira mentre un lieve rossore le copriva le guance, in quel momento si accorse che anche Jack si era cambiato: indossava una camicia bianca, una giacca e un pantalone beige e delle scarpe eleganti nere "Anche tu stai benissimo" disse lei tenendo lo sguardo basso e strofinando le mani, in quel momento gli occhi di Jack cambiarono colore, da verde si trasformarono in gialli, dei luminosi e abbaglianti occhi gialli "Sei felice?" chiese sorpresa, lui annuì e poi aggiunse "Credo di si, vieni vorrei farti vedere una cosa..." Samira non esitò un attimo a prendere la mano che Jack le aveva teso e a seguirlo. Lui la portò nel giardino, Samira notò subito che era completamente diverso dal giardino reale...era molto più grande, non si riuscivano a distinguere i confini ed inoltre era pieno di alberi, assomigliava più ad un bosco che ad un giardino. Entrarono in gruppo di alberi molto fitto e ne raggiunsero il cuore; qui c'erano delle panchine in marmo, molte aiuole piene di fiori dai mille profumi e dai mille colori e una fontana. Era davvero bella, era il cuore di quel piccolo boschetto ed era interamente in marmo bianco, a parte la statua centrale (che raffigurava due sirene sedute su di uno scoglio) che era di cristallo. Jack si avvicinò alla fontana e passò una mano nell'acqua, la quale superficie iniziò subito a vibrare finché non vi apparve un'immagine "Questa è casa mia!" esclamò Jack con un sorriso nostalgico, Samira si sporse per vedere meglio e rimase incantata da quella visione: c'erano delle immense colline dei colori dell'arcobaleno, un lungo fiume di cristallo che arrivava fino ad un lussuoso castello sul fondo dell'immagine. Il castello era formato da nove torri verde smeraldo e da un immenso portone fatto d'acqua; in mezzo al prato vi erano delle strane creature...sembravano una massa informe, con un pelo bianco come la neve e dei piccoli e vispi occhi neri, erano enormi, quasi quanto un cavallo; poi nel cielo vi erano delle strane creature, a forma di fiore, rosse...dallo stelo partivano dei sottili filamenti che potevano essere paragonati a delle braccia e a delle gambe e dal centro della corolla partiva una specie di collo, alla quale estremità ondeggiava una testa "Che buffe creature" pensò Samira per poi dire "Wow, casa tua è...è..." "Magnifica" concluse Jack con un espressione triste "Ti manca?" chiese Samira, stava trattenendo le lacrime...sapeva cosa voleva dire stare lontani da quella che si può definire casa e...fa soffrire, è un amara e dolce sofferenza, Jack, in risposta, annuì prima di dire "Si mi manca, ma se lasciarla mi ha portato ad incontrarti allora...sono felice di essermene andato..." quelle parole riempirono di gioia il cuore di Samira, che non osava incrociare lo sguardo del ragazzo, che, al contrario, la fissava intensamente "Ti andrebbe di...ballare?" le chiese Jack, lei, stranita dalla sua proposta, si girò a guardarlo e questo la portò ad arrossire perché Jack era a pochi centimetri da lei e le sorrideva "Con piacere" rispose lei prima di mordersi il labbro e prendere la mano, che ancora una volta, Jack le aveva teso. Questa volta Samira sapeva il luogo in cui erano diretti, la sala da ballo della casa...un'immensa stanza, con un pavimento in marmo bianco con delle venature nere, due enormi portefinestre e un enorme lampadario di cristallo appeso al soffitto. Samira e Jack si misero uno di fronte all'altro, poi Jack le posò le mani sul viso e le fece scendere lungo tutte le braccia, fino ad arrivare alle mani, poi dopo aver preso la mano destra di Samira, mise la sua mano sinistra sulla schiena della ragazza. I loro sguardi erano incatenati, niente e nessuno avrebbe potuto interrompere quel contatto visivo. I loro corpi cominciarono a muoversi in perfetta sintonia, Jack portava il ballo e Samira lo seguiva. I loro piedi compivano i passi uno dopo l'altro, poi Jack le fece fare una giravolta e dopo la strinse ancora più forte a se e ricominciarono ad andare ad un passo lento e metodico, finché Samira, dopo aver fatto un caschè, allacciò le mani dietro il collo di Jack e posò la testa sul suo cuore palpitante, che batteva molto forte; Samira si sentiva cullata da quel ritmo incessante e per un attimo le sembrò di essere in paradiso, lì tra le sue braccia "Sai, sto pensando a come le persone si innamorano in modi misteriosi, a volte anche solo sfiorandosi con una mano...o con un semplice sguardo" disse Samira mentre continuavano a ballare, così stretti l'uno all'altra. Se solo Jack avesse potuto vedere il volto di Samira, si sarebbe accorto di quanto questa fosse in imbarazzo dopo aver pronunciato quelle semplici parole; Jack le fece fare un'altra giravolta, non riusciva a smettere di guardarla, quel contatto, il poter stare così vicini aveva accelerato di molto il battito del suo cuore. Strinse ancora più forte Samira, che alzò istintivamente lo sguardo e così i loro occhi si persero di nuovo, l'uno nel cielo e l'altro nella terra "Hai poggiato la testa sul mio cuore palpitante e questo non faceva altro che esprimere i miei pensieri... sai, io sto pensando molto al fatto che, forse..." disse Jack e, dopo aver fatto fare un altro caschè a Samira, aggiunse "Abbiamo trovato l'amore proprio dove siamo ora..." Samira rimase stupita da quelle parole, gli occhi di Jack brillavano più che mai, e questo la spinse a sorridere "Forse?...No, noi lo abbiamo trovato: l'amore..." bisbigliò prima che Jack unisse le loro labbra in un dolce bacio, lui le mise le mani intorno al volto e approfondì il bacio, poi ad un soffio dalle labbra di Samira disse "Ti amerò fino a quando avrai settantanni, e poi mi ri-innamorerò di te ogni singolo giorno perché la tua anima non può invecchiare, è sempreverde e il tuo sorriso sarà sempre nei miei ricordi" Samira posò le sue mani sul petto di Jack e le loro labbra si unirono di nuovo in un bacio ancora più dolce e passionale "Ti amerò anche quando le tue gambe non funzioneranno più come prima, o quando di noi resterà solo un ricordo, io ti amerò ancora nello stesso modo" disse Samira mordendosi il labbro, prima che le labbra di Jack fossero di nuovo sulle sue "Ti amo con tutta me stessa, anche se è un amore nato da un solo sguardo, un amore nato in un lampo" "Ti amo come non ho mai amato nessun'altra, anche se il nostro è un amore giovane, ma intenso e profondo, un amore destinato a durare per sempre, ma ostacolato da una profonda distanza".

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