Capitolo 12

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La mattina dopo si svegliò con un senso di tristezza che la portò a non alzarsi dal letto fino a ora di pranzo in cui scese e mangiò qualcosa di veloce aspettando il momento in cui Uraume la sarebbe venuta a prendere.

Si preparò e per la solita ora sentì il clacson bussare fuori dalla porta, peccato che quando la aprì non si trovò la solita auto ma bensì l'inconfondibile macchina rosso fuoco che avrebbe riconosciuto da kilometri di distanza.

Fu seriamente tentata di rientrare a casa e non andare all'allenamento di quel giorno, ma le sembrò troppo una bambinata da fare, alla fine perché si era arrabbiata così tanto se aveva capito perfettamente il carattere dell'uomo? Doveva aspettarsi una sua uscita del genere, sarebbe dovuta essere lei a non cedere al desiderio.

Percorse il piccolo giardinetto che contornava la sua casa ed entrò in macchina sbattendo la portiera al suo fianco.

Non salutò ne tanto meno guardò in faccia Sukuna o probabilmente le sarebbe venuta voglia di prenderlo a schiaffi ancora di più di quanto gia non volesse.

<<ciao anche a te>> le disse con una punta di ironia nella voce prima di mettere in moto la macchina.
Non ottenne risposta, l'unica cosa che si sentì fu un sospiro pesante da parte della ragazza che si stava seriamente spazientendo.

Come poteva fingere non fosse successo nulla? Certo magari per lui farsi fare un pompino in un bagno era una cosa abituale, ma perché proprio da lei? perché proprio in quel momento? non poteva semplicemente aspettare di andare nel suo locale e usare una prostituta per farlo invece di giocare con lei? Le sarebbe piaciuto fargli tutte queste domande ma non voleva sembrare una ragazzina ridicola e disperata.

Lo detestava eppure non poteva ignorare la sensazione che le sue mani le avevano donato appena la sera prima, i brividi che aveva sentito solo per la sua presenza, l'eccitazione non appena l'aveva toccata, il modo in cui il suo corpo aveva reagito al minimo contatto con la sua gamba.
Non si era sentita mai così per nessuno.

Chiuse gli occhi sperando che i pensieri potessero passarle ma venne riportata alla realtà dalla voce dell'uomo.
<<che hai oggi?>> le domandò quasi scocciato come se davvero non conoscesse il motivo del suo comportamento.

Yuki si girò di scatto nella sua direzione incredula. <<me lo stai chiedendo sul serio?>> gli chiese con un tono che poteva sembrare calmo ma che in realtà conteneva tutta la sua frustrazione <<se è per quello che è successo ieri ti ho già detto di non pensarc->> venne bruscamente interrotto dalla ragazza <<come faccio a non pensarci se mi è piaciuto qualunque cosa ci sia stato mentre per te era solo un gioco?!>> esclamò sull'orlo di una crisi di nervi.
Il suo atteggiamento apatico era forse la cosa che la infastidiva di più di tutte.

Prese un respiro profondo per calmarsi e continuò <<mi hai usata perché in quel momento eri eccitato e avevi bisogno di un modo per sfogarti, ma io non sono assolutamente un tuo sfogo!>> l'uomo girò leggermente lo sguardo verso di lei riportandolo subito sulla strada <<non ti ho usata, sapevi perfettamente quello che stavi facendo, e sapevi anche perfettamente che sarebbe finita la>> rispose con tono calmo.

Yuki non sapeva più che rispondere, sapeva che aveva ragione, eppure non riusciva a non essere arrabbiata con lui.
Si sentiva ferita molto più del dovuto ma proprio non si spiegava il perché.
<<lascia stare>> sussurrò girandosi di nuovo verso il finestrino.
Non voleva che la discussione continuasse o probabilmente si sarebbe messa a piangere dal nervoso, e per sua fortuna finì la.

gangster - sukuna Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora