Capitolo 3

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La mattia dopo Yuki si svegliò con un forte mal di testa.
Non ricordava molto della sera prima, sapeva solo di essersi seduta sul pavimento dell'amico da sola e si era risvegliata nel suo letto per di più con dei vestiti completamente diversi rispetto a quelli che aveva deciso di indossare il giorno precedente.

Ci mise un po' prima riuscire effettivamente ad alzarsi per andare a prendere un aspirina.
Ma quando arrivò in cucina decise di accendere il telefono per controllare le notifiche.
Aveva vari messaggi da Yuji che perciò decise di chiamare

Dopo un paio di squilli fortunatamente rispose <<yu che c'è dimmi>> <<niente semplicemente ieri sera ti avevamo lasciata nel salotto, quando ci siamo svegliati però ci siamo accorti che non c'eri, ma Ryō sta mattina mi ha detto che ti ha portato lui a casa quindi tutto apposto.>> <<oh okk, ci sentiamo ciao>> attaccò in tutta fretta.

Sukuna l'aveva portata a casa e l'aveva messa a letto, spogliandola per di più.
'andiamo di male in peggio' pensò mangiucchiandosi un paio di pellicine che aveva sulle mani.
Non sapeva neanche lei se essere arrabbiata con l'uomo per essersi permesso di toccarla senza il suo permesso o se essergli grata per quello che aveva fatto per lei, ma riflettendo meglio sul tipo di soggetto si disse che la prima era decisamente la miglior opzione.

Sbuffò frustrata, ma una consapevolezza prese il sopravvento su tutti gli altri suoi pensieri.
Come faceva Sukuna a conoscere il suo indirizzo?
Le vennero i brividi solo immaginando la risposta alla sua domanda che forse non voleva neanche più sapere.

Passò il resto della mattina con un piccolo senso di ansia che le gravava nel petto, ma fortunatamente il pomeriggio arrivò in fretta insieme al suo allenamento di pattinaggio che era l'unico modo per farle svuotare la testa da tutti quei pensieri negativi.

Si preparò con un banale leggins accompagnato da un top sortivo e una felpa in caso avesse fatto freddo. Si tirò su i capelli in modo spettinato, sistemò il borsone e uscì di casa, ma si rese conto troppo tardi di un piccolo particolare: la macchina non era davanti casa sua, bensì davanti quella di Yuji.
Si schiaffò il palmo in faccia esasperata.
'non me ne va bene una in questi cazzo di giorni' pensò avvilendosi.
Iniziò a scrollare tra i suoi contatti per capire a chi poteva chiedere un passaggio: yuji? No era all'università, Nobara, università, Maki, lavoro, Toge, tirocinio, Yuta, fuori città per un paio di giorni con Rika, Megumi, studio.
Sbuffò ancora più esasperata, ma alla fine decise di fare la cosa che meno si sarebbe aspettata da se stessa.

<<yu, puoi passarmi il numero di Ryomen?>> <<mh si, perche?>> <<poi ti dico ma ora è abbastanza urgente>> <<va bene capo ora te lo giro>> sorrise per il nomignolo che le aveva affibbiato e lo salutò aspettando pazientemente un suo messaggio che dopo pochissimo arrivò.
Si affrettò ad aprirlo ed entrò nella chat di Sukuna, lo chiamò senza pensarci due volte.

Aspettò così tanti squilli che quasi si arrese, ma finalmente sentì qualcuno risponderle.
<<chi cazzo è?>> disse la sua voce impastata dal sonno <<sempre gentile vedo, sono yuki>> disse alzando gli occhi al cielo <<che vuoi?>> <<ho bisogno di un favore>> <<qualunque cosa sia la risposta è no>> disse secco <<ma se non sai manco quello che ti volevo chiedere>> rispose stizzita <<no e non mi interessa, voglio solo tornare a dormire>> <<ti prego>> disse con tono supplicante, cosa che non era assolutamente da lei, ma con lo stress accumulato in quei giorni stava quasi per mettersi a piangere e aveva estremamente bisogno di allenarsi.

Dopo qualche secondo di silenzio sentì un sonoro sbuffò dall'altro lato del telefono <<dai su dimmi, che vuoi?>> sembrava essersi leggermente calmato <<puoi portarmi all'allenamento?, ho lasciato la mia macchina da Yuji e la pista è troppo lontana per arrivarci a piedi, nessuno è disponibile per accompagnarmi ma ora come ora sono disperata>> <<oh lo sento>> potette quasi vedere davanti a se il sorrisetto che in quel momento aveva stampato in faccia e questa cosa le provocò l'ennesimo sbuffo di quel giorno <<e non sbuffare quando chiedi i favori a qualcuno che è maleducazione>> disse facendole la predica, lo ignorò o si sarebbe arrabbiata ancora di più ed era l'ultima cosa che voleva in quel momento <<dammi cinque minuti e arrivo>> concluse in fine staccando la chiamata.

gangster - sukuna Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora