Capitolo 18 - Alary (Parte II)

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Le nozze furono organizzate nel giro di un paio di giorni appena, Alary ed Esra furono rinchiusi nella stessa camera da Ufedie, per cercare di proteggerli da tutte le Ombre che si affollavano a palazzo.

Alary distrusse tutto quello che la stanza conteneva, dalle lenzuola alle spazzole e urlava, di giorno e di notte, minacce e bestialità che neanche i Sussurri ebbero il coraggio di intervenire.

Esra la lasciò sfogare e non intervenne mai, non cercò di calmarla, né di farla ragionare: sapeva che era inutile. Forse nel suo stare immobile ad osservare il vuoto con gli occhi spalancati, faceva qualcosa di più produttivo che lo sbraitare di Alary.

All'alba del giorno delle nozze Benor in persona, vestito come un re, venne a prelevarli dalla stanza e assicurò ad Alary ed Esra un posto d'onore in prima fila, per assistere alla cerimonia.

«Non ti spacco la faccia, perché tanto è già orrenda» gli disse Alary furibonda.

Benor si mise a ridere sonoramente, pregustando il momento in cui la Figlia dei Sussurri avrebbe assistito impotente al matrimonio della sua amica.

Alary ed Esra vennero vestiti come due damerini, Benor si assicurò che i capelli di Alary fossero neri come la pece e, per evitare guai il giorno delle sue nozze, si assicurò anche di coprire parte del volto della ragazza con una coroncina di perle.

Secondo Alary era fastidiosissima e doveva continuamente sistemarsela perché le finiva sugli occhi, ma vedendo gli ospiti in attesa nella sala circolare, soprattutto le ragazze, era proprio lì che quelle perle dovevano stare, come la moda di Asterian dettava.

Benor fece accomodare Alary tra le sedie portate nella sala del trono, tra le prime file, senza il bisogno di dover usare la forza.

Davanti a lei, vicino a dove sedeva il Nobile Saggio, il Primo Ministro aveva fatto sistemare Esra in piedi, accompagnato da due Ombre maestose e tirate a lucido per l'occasione, con un pelo più nero e folto che mai, entrambe corazzate con un'armatura argentata e armate fino ai denti.

Il mezzalfar sembrava quasi stare su un patibolo.

Quando Zosia entrò nella stanza, Alary se ne accorse perché la folla presente si ammutolì e lei si voltò a guardarla stringendo i pugni fino a farsi sanguinare le mani.

Zosia era avvolta da una rete intricata di perle bianche che la ricopriva dalla testa ai piedi, la lavorazione era più fitta nei seni e nell'inguine ma l'impressione generale era che la ragazza fosse quasi nuda.

Le cicatrici che le Ombre le avevano lasciato sul petto e sulla pancia, quella volta a Big Madge quando aveva protetto Alary, si mimetizzavano a malapena. Qualcuno dei presenti si portò le mani alla bocca, qualcuno le indicava sorpreso, altri parlottavano sottovoce.

A Zosia la cosa sembrava non importarle granché: aveva un'espressione assente e fissava un punto davanti a lei. Non era mai stata così pallida, neanche quando aveva rischiato di morire per le ferite subite.

Nel momento in cui raggiunse Benor davanti al trono, Ufedie si alzò in piedi e con voce sepolcrale diede inizio alla cerimonia.

Alary osservò impotente per tutto il tempo. I suoi sforzi di causare un'esplosione, come quando si era scontrata con uno stregone, e uccidere tutte le Ombre, furono vani; sembrava quasi che la rabbia che sentiva dentro di lei non fosse sufficiente e non sapeva in che altro modo fare.

Guardò Ufedie intrecciare le mani della figlia con quelle di Benor, la guardò mentre le univa con una stola gialla, il colore ufficiale di Asterian, e faceva un nodo sulla sommità a simboleggiare la loro unione.

Guardò Benor avvicinarsi alla giovane moglie con un ghigno e baciarla sulle labbra, guardò Zosia rimanere immobile come una statua di cera.

Non sapeva perché ma in un momento come quello, Alary non poté fare a meno di chiedersi se quello non fosse stato il suo primo bacio.

Il ragazzo maledettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora