Capitolo 18 - Alary (Parte III)

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Stavano ancora cercando di pulirsi, meglio che potevano, con i vestiti eleganti che avevano indossato il giorno precedente, quando sentirono dei movimenti nel corridoio e poi dei passi frettolosi raggiungere la loro cella.

Ufedie armeggiò con delle chiavi e aprì la porta, non commentando il pietoso stato in cui Esra e Alary si trovavano. Non commentò neanche l'odore ma fece loro cenno di uscire.

«Zosia!» esclamò Alary agitata «Hanno appeso i suoi capelli fuori...» non sapeva bene come dire al Nobile Saggio che sua figlia si era concessa all'uomo che era stato il suo tormento per gli ultimi sei anni.

«Lo so...» disse Ufedie sbrigativa «Ma dovete andarvene, adesso!» disse iniziando a correre per il corridoio, il velo che portava sul viso svolazzava dietro di lei «Benor sta arrivando!».

«Non ci lascia liberi?» chiese Esra, anticipando Alary.

«Sì, sta venendo a liberarvi, come ha promesso» rispose il Nobile Saggio.

«E allora...» iniziò Alary.

«Una volta liberi, le Ombre condanneranno Esra a morte e tu, Alary, verrai spedita direttamente a Koronos, alla presenza di re Adler in persona. Stanno già preparando la nave al porto».

«Figlio di...» biascicò Alary.

«Abbiamo solo pochi minuti di vantaggio, prima che si accorga della vostra fuga, fate piano e seguitemi senza voltarvi indietro».

Ufedie li condusse in una delle innumerevoli stanze lussuose del palazzo, Alary non avrebbe saputo dire quale fosse o a che piano, sapeva solo che la madre di Zosia aprì un varco nella parete toccando un lampadario d'oro e venne inghiottita da un passaggio stretto e buio.

Alary ed Esra la seguirono senza fiatare, nonostante in quel cunicolo il loro odore fosse più forte di quello delle Ombre. Dopo parecchi minuti in cui camminarono uno dietro l'altro, cercando di muoversi silenziosi e veloci come dei ratti, Ufedie aprì un'altra porta in cui si affacciò per controllare se ci fosse qualcuno.

«Andate, svelti!» disse facendo loro cenno di uscire dal passaggio segreto «Queste sono le scale che portano alla biblioteca, Ezekiel vi sta aspettando».

«Non vieni con noi?» chiese Alary.

«No, cercherò di rallentare Benor più che posso» rispose Ufedie.

«Si prenda cura di lei e anche di Zosia» disse Esra.

«Torneremo a prendervi!» disse Alary stringendole una mano coperta da un guanto nero.

«Non preoccupatevi per noi, ce la caveremo, adesso correte!».

Senza aspettare nemmeno una risposta, il Nobile Saggio spinse Alary ed Esra lungo la scalinata mentre lei si ributtava nel passaggio segreto chiudendosi la porta alle spalle.

Quando Alary ed Esra raggiunsero la biblioteca, veloci come due razzi, il vecchio mago Ezekiel era già pronto ad aspettarli con un libro in mano.

«Avrei voluto avere più tempo per parlare con te, mia Regina, e studiare ancora quella pietra ma di tempo non ce n'è e, visto il vostro olezzo, mi ritengo abbastanza fortunato».

«Non è...» provò a dire Alary.

«Ora gambe in spalla, si corre!» disse il mago.

Il custode della biblioteca si voltò, i suoi piedi si staccarono da terra e, dritto come un fuso, iniziò a fluttuare per gli scaffali.

Alary ed Esra si precipitarono dietro di lui, per paura di perdersi all'interno dell'enorme e labirintica biblioteca, e corsero come due forsennati per cercare di rimanere al passo. Anche se di passi il mago non ne faceva molti.

Il ragazzo maledettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora