AD UN PASSO DA NOI

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Capitolo 11

Estate 2013

E' tutto buio in questa stanza. Le tapparelle chiuse fino al pavimento non fanno entrare nemmeno un filo di luce. Questa atmosfera rispecchia il mio umore che ormai mi appartiene da una settimana.
Non sono più uscita dalla mia camera se non per andare in bagno da quando sono tornata dalla vacanza.
Il mio corpo è qui, ma la mia mente è rimasta bloccata in Sardegna, a quel momento. Il momento in cui tutto è cambiato.
Ho perso il mio migliore amico da un momento all'altro. Michael è passato in un solo istante da essere la persona con cui ho giocato fin da piccola e alla quale confidavo tutto, la persona che per me c'è sempre stata, ad essere il ragazzo che mi ama da tutta la vita senza averlo mai confessato e che d'un tratto mi ha voltato le spalle. Lui, che è sempre stato al mio fianco senza giudicarmi e chiedermi nulla, mi ha confessato i suoi sentimenti così su due piedi cogliendomi completamente alla sprovvista.
Quella sera in cui lui era di fronte a me a donarmi tutto se stesso, io non sono riuscita a dire una sola parola. Insomma , cosa avrei potuto dirgli? La sera prima ero a letto con suo fratello, e quella dopo Michael mi dice di essere sempre stato innamorato di me.
Ero ammutolita. Dalla mia bocca non usciva nulla , e quella è stata la mia condanna.
Il giorno dopo, Michael e' tornato a casa con il primo volo senza avvisarmi e darmi la possibilità di spiegargli o per lo meno parlare con me e dirmi tutto quello che provava. A mente fredda sarei stata più lucida e avrei potuto realizzare tutto quello che stava accadendo fra di noi, ma lui ha scelto la strada più facile, quella del silenzio escludendomi dalla sua vita.
Prima di tornare a casa dalla Sardegna, sono andata in spiaggia a cercare Pietro per parlare con lui di quello che era successo fra di noi la sera prima. Al mio arrivo lo trovai avvinghiato alla sua ragazza che si baciavano come se non si vedessero da una vita. Vedendoli mi sono immobilizzata e mi sono chiesta come facesse a baciare in quel modo Beatrice dopo che la sera prima era stato con me, nella mia stanza ad esplorare il mio corpo facendomi sentire in un modo che non mi sentivo da tanto tempo. Ero convinta che avessimo provato le stesse cose, io stavo perdendo il mio migliore amico per questo. Ma allora se era così perché baciava la sua ragazza in quel modo?
Quando mi vide si stacco da Beatrice e si avvicinò a me. Gli chiesi di parlare e lui mi rispose che non aveva niente da dirmi e che se stavo cercando Michael lui non sapeva dove fosse. La sua freddezza nei miei confronti era agghiacciante, e in quel preciso istante capii che Pietro mi aveva solo usata per togliersi uno sfizio estivo. Mi ha guardata a malapena come se fra di noi non fosse mai accaduto nulla di tutto quello che avevamo provato soltanto la sera prima . Mi sono chiesta come avessi fatto ad essere così stupida e cieca. Ma davvero pensavo che uno come lui avrebbe voluto qualcosa da una come me?
Povera illusa.
Mi tornano in mente le parole di Michael: << Da lui me lo potevo aspettare. >>
Io invece no.
Credevo sul serio che Pietro fosse interessato a me e non pensavo che volesse solo giocare. Usarmi. Mi sono sentita sporca e le lacrime hanno iniziato a sfociare dai miei occhi senza sosta. Il mio corpo era a pezzi e spaesato, così dopo il nostro incontro decisi di prendere  anch'io un volo prima del previsto.
Da quando sono tornata ho provato a contattare Michael un sacco di volte con mille chiamate e messaggi, ma lui non mi ha mai risposto. Ho bisogno di sentirlo e poter parlare con lui. Come può finire così fra di noi? Siamo amici da sempre, da quando ne abbiamo memoria. Non può escludermi dalla sua vita in questo modo. Io ho bisogno di lui.
Ci conosciamo meglio di chiunque altro . Io conosco la sua paura di salire su un cavallo. Ricordo ancora quella volta che siamo andati in gita con la scuola. Facevamo seconda media e ci hanno portato a visitare un agrigelateria per farci vedere come si faceva il gelato. Avevano una grossa fattoria e in uno dei grandi campi verdi che c'erano lì attorno, avevano dei cavalli che si potevano cavalcare.
Dissi a Michael se ci provavamo, a cavalcare un cavallo, non lo avevamo mai fatto prima. Lui fu da subito titubante ma insistetti finché lo convinsi e salimmo ognuno sul proprio cavallo. Purtroppo però, il suo si imbizzari sin da subito facendo cadere Michael. Io risi di quel tanto che al solo pensiero mi viene da ridere anche ora. Il mio migliore amico invece non rise per niente, e da quel momento in poi rimase con la paura di cavalcare un cavallo. Nessuno dei suoi attuali amici lo sa, e' una cosa che so solo io. Se ne vergogna, ma io non ne ho mai capito il motivo.
Michael invece conosce la mia paura di affrontare i miei genitori. Nonostante non abbiamo mai avuto un buon rapporto e nonostante loro non siano una costante della mia vita, io non sono mai riuscita ad affrontarli e dirgli in faccia quello che penso. Il fatto che loro mi facciano stare male in questo modo. Si , a volte sono stata un po' ribelle, ma senza arrivare mai all'esagerazione. Non ne sono capace e questo è un mio grande limite perché invece io vorrei affrontarli e dirgli tutto.
Io e Michael ci conosciamo a memoria, per questo non possiamo stare uno senza l'altro. Rivoglio il mio migliore amico, rivoglio quello che eravamo, rivoglio noi. Ma non so se torneremo.
Continuano a bussare alla porta della mia stanza, e' la mia nonna. E' preoccupata per il mio comportamento, lo so che vorrebbe darmi una mano e mi dispiace farla stare male così .
<< Avanti. >> le dico sdraiata sul mio letto senza trovare la forza di alzarmi.
La mia nonna entra in camera mia con fare attento, non sapendo bene come comportarsi, poi si siede con cautela sul bordo del mio letto ed inizia ad accarezzarmi la testa, come faceva sempre quando ero piccola e avevo paura del temporale. Il suo tocco mi diffonde pace, mi ha sempre confortata.
Una lacrima scende sul mio volto. Sento il vuoto dentro di me.
<< Piccola mia. Cosa ti sta capitando? >> mi chiede con la sua voce calda e tranquilla. La mia invece è rotta quando cerco di rispondergli.
<< Mi ha abbandonata. >>
La nonna mi guarda confusa, non riesce a capire di chi sto parlando.
<< Chi ti ha abbandonata. >>
<< Michael. Se n'è andato. >> le dico piangendo e guardando il vuoto.
<< Cosa stai dicendo? Non ti abbandonerebbe mai. >>
Lo pensavo anch'io. Ero convinta che saremmo invecchiati insieme aiutandoci l'uno con l'altro. Sempre.
<< Invece lo ha fatto, ed è tutta colpa mia. Ho fatto un casino. >> e' vero . Non mi sono accorta di quello che avrebbe comportato andare a letto con il fratello del mio migliore amico, e ora ne pago le conseguenze.
<< Ti va di parlarmene? >> mi chiede porgendomi una tazza di latte caldo. Non mi ricordo nemmeno quand è l'ultima volta che ho messo qualcosa nello stomaco.
In realtà non mi va molto di parlarne, ma sento che se non lo faccio sarò sul punto di esplodere.
<< Sono stata a letto con il fratello di Michael in Sardegna, e lui lo ha scoperto prima che io gliene potessi parlare. Dopodiché ...>> mi interrompo quando alzo la testa dalla tazza di latte che ho in mano e vedo mia nonna con la faccia sbigottita. Forse dirle che ho fatto sesso non è stata una buona un'idea, ma nonostante ciò mi fa cenno di continuare il mio racconto.
<< Michael mi ha confessato di essere sempre stato innamorato di me. >> alla mia rivelazione la nonna si porta una mano alla bocca che ha spalancato per lo stupore, ma i suoi occhi brillano di felicità.
<< Finalmente! >>
Sono confusa. Cosa vuol dire finalmente? Lei lo sapeva?
<< In che senso? >>
<< Oh tesoro, solo un cieco non noterebbe come ti guarda Michael. Ce lo ha scritto in faccia che è innamorato di te, ed era ora che confessasse i suoi sentimenti. >>
Dunque sono l'unica che non ha visto quello che c'era di fronte ai suoi occhi? Non può essere.
Noi due dobbiamo parlare , e dobbiamo farlo subito.
<< Nonna perdonami, devo andare. >> le dico poggiando la mia tazza di latte, che non ho nemmeno toccato, sul comodino di fianco al letto.
La nonna non mi fa domande, ed io esco di casa per prendere una sola direzione. Quando sono arrivata a destinazione suono il campanello e attendo che mi vengano ad aprire. Solo ora mi ricordo che non mi sono nemmeno cambiata.
Ho i capelli scompigliati e i vestiti che uso per stare in casa.
<< Tesoro.  Che ci fai qui ? Ti credevo in Sardegna. >> mi chiede la signora Longo dopo avermi aperto la porta.
Sono molto contenta di vedere la mamma di Michael , ma speravo che venisse lui ad aprirmi la porta.
<< E' una lunga storia. Potrei parlare con Michael per favore? >> deve per forza parlare con me ora che sono alla sua porta.
Lo sguardo negli occhi della signora Longo dopo averle fatto quella richiesta non mi piace proprio per niente.
<< Tesoro. Michael non c'è. E' partito per Roma. >>

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