Capitolo 6
Estate 2011
All'inizio dell'estate ho deciso di trovarmi un lavoro per mettermi dei soldi da parte. Come già previsto i miei genitori hanno iniziato a dire che non ne avevo bisogno, che dovevo concentrarmi solo sugli studi. Studi che per altro hanno scelto loro al posto mio pugnalandomi alle spalle.
Quando tornai a casa il primo giorno del liceo, trovai mia madre in cucina. Ero stanca di tutto quello che stava succedendo così decisi di affrontarla.
<< Tu sapevi quello che voleva fare papà e non hai detto nulla? >> dissi lanciando lo zaino a terra.
Mia madre mi guardò sconvolta per il mio comportamento. Non era abituata a vedermi così , io sono sempre stata obbediente. Una ragazza per bene. Ma non avevo più voglia di farlo.
<< Si , lo sapevo. Tuo padre ha ragione. Devi studiare in un liceo all'altezza. >> mi disse con l'espressione più seria che le avessi mai visto in volto.
Ma cosa voleva dire in un liceo all'altezza? All'altezza della nostra famiglia?
Forse era la prima volta dopo settimane che io e mia madre ci dicevamo qualcosa, e l'unica cosa che sapeva dirmi era che mio padre aveva ragione.
Quella sera decisi di andare a dormire da mia nonna, tanto i miei genitori erano impegnati ad andare a lavorare e non gli interessava più di tanto quello che avrei fatto io.
Quando arrivai da mia nonna cercai subito rifugio nelle sue braccia e lei senza chiedermi niente mi accolse. Era a conoscenza di quello che aveva fatto mio padre, ma non sapeva bene come comportarsi nei miei confronti. Loro sono i miei genitori ed è compito loro scegliere il modo giusto per crescermi , educarmi, come lei e il nonno hanno fatto con mio padre. Non ce l'ho con lei per questo.
Mia nonna è sempre stata al mio fianco. Quando mio nonno se ne' andato, lei ha cercato di tirarsi su di morale per me e penso che non abbia mai avuto il tempo di vivere a pieno il suo dolore. Mi ha sempre aiutata in qualsiasi cosa. E' stata ed è la mia ancora. Mi ha insegnato i valori della vita , e io le devo tutto.
Ora che sono più grande cerco di aiutarla come posso, per questo ho deciso di trovarmi un lavoro estivo.
Alla fine dell'anno scolastico sono stata promossa senza debiti. Avevo la media dell'otto in tutte le materie. All'inizio di giugno ho deciso di iniziare a cercarmi un lavoro e Michael mi ha aiutata. Un amico dei suoi genitori ha un bar che fa anche da gelateria in un centro commerciale, e dopo avermi fatto il colloquio mi disse che poteva assumermi con i voucher. Accettai subito senza nemmeno parlarne ai miei genitori .
Inizia una settimana dopo e ora sono qui da tre mesi. E' il giorno che precede ferragosto, sto finendo di pulire la vetrina del gelato e dopo toccherà alla macchinetta del caffè. Sono quasi le dieci sera, e a parte le guardie non c'è più nessuno che gira per il centro commerciale. Tutte le serrande dei negozi sono state tirate giù almeno un ora fa, e per poco non mi prende un colpo quando sento la porta del bar aprirsi.
<< Ehi, hai finito? >> mi dice Michael facendomi raddrizzare i capelli dallo spavento.
Stanotte dormirò a casa sua, quest anno passerò il ferragosto con la sua famiglia. Sono stati così gentili ad invitarmi. Mi dispiaceva per nonna che sarebbe rimasta da sola, ma mi ha detto di non preoccuparmi. Lei sarebbe andata al circolo con le sue amiche. Organizzano una grigliata, e a dire il vero penso che non gli dispiaccia poi così tanto non dover rimanere a casa con la sua nipotina ormai adolescente.
<<Dammi cinque minuti che spengo tutte le luci. >> dico al mio amico.
Il titolare del bar ha detto che si fida di me perché sono una ragazza sveglia, così mi permette di chiudere da sola. Solo che non c'è tutte le sere Michael ad aspettarmi, prendo i mezzi pubblici per tornare a casa, e a volte ho un po' di paura.
Mi cambio velocemente e controllo che tutto sia in ordine. Il bar resterà chiuso domani , perciò è meglio che io abbia qualche attenzione in più se non voglio passare dei guai.
Chiudo la porta a chiave ed io e Michael prendiamo l' ascensore per dirigerci al parcheggio che si trova di sopra, dove ci aspetta suo padre.
<< Buonasera signor Longo. Grazie per avermi invitata a casa vostra. >> dico al padre del mio migliore amico entrando in macchina.
<< Figurati Angela, lo sai che per noi è sempre un piacere averti a casa nostra. >>
Non appena arriviamo a casa di Michael , sua madre mi fa trovare un piatto di pollo con le patate. Sa che non ho ancora cenato e si è presa la briga di farmi trovare qualcosa di pronto. Non ricordo nemmeno l'ultima volta che mia madre ha cucinato per me, e' sempre stata mia nonna a farmi trovare i pasti, e non è mai esistito il pranzo della domenica in famiglia.
Tante volte invidio la famiglia di Maichael. Loro sono così uniti. Si sostengono a vicenda. La signora Lara e suo marito sono sposati da vent'anni e si guardano ancora con gli occhi pieni d'amore. Per non parlare dei due fratelli: si sono sempre coperti le spalle a vicenda .
Ricordo che una volta eravamo in giardino a casa di Michael e abbiamo deciso di provare a fumarci una sigaretta , convinti che i suoi genitori non sarebbero tornati prima di cena. Beh, ci sbagliavamo. D'un tratto sentimmo la porta di casa aprirsi e spegnemmo immediatamente la sigaretta nel prato. Era impossibile far andare via l'odore del fumo, e quando la signora Lara ci chiese chi di noi avesse fumato, sbucò dal nulla il fratello di Michael dicendo che era stato lui. Se in quel momento non ci fosse stato Pietro, non so quale punizione ci sarebbe capitata, e sicuramente i miei genitori ne sarebbero venuti a conoscenza dandomi chissà quale punizione.
Finita la cena squisita della signora Lara, mi porta nella camera degli ospiti per farmi sistemare.
<< Ti ho preparato il letto mettendoti le lenzuola pulite. Appoggia pure le tue cose dove vuoi cara. Ti aspettiamo domani mattina alle otto e mezzo per fare colazione. >> la famiglia Longo adora fare colazione insieme. Per loro è un momento di riunione famigliare, e ad essere sincera invidio anche questo.
<< Lei è sempre troppo gentile con me. >>
<< Dopo tutti questi anni non hai ancora imparato a darmi del tu? >> mi chiede la signora Lara sorridendomi.
<< Penso che non lo imparerò mai. >>
<< Buona notte cara. >>
<< Buona notte. >>
Tiro fuori dal mio borsone il pigiama che mi sono portata per questa notte. A dire il vero non sono mai stata un tipo da un vero e proprio pigiama, mi piace di più mettermi pantaloncini e canotte d'estate e tute d'inverno. Ho l'armadio pieno. Non so perché ma mi danno una sensazione di maggior comodità.
Mi sveglio alle otto in punto di mattina. Non volevo fare tardi, ci tengo alle regole della signora Lara.
Mi faccio una doccia nel bagno che c'è nella camera degli ospiti. Mi metto tutte le mie varie creme mattutine e poi mi vesto. Opto per un paio di pantaloncini di jeans con una canotta grigia e dei sandali ad infradito. Un abbigliamento comodo.
Scendo in cucina e trovo tutti tranne Pietro, il fratello maggiore di Michael.
<< Buongiorno Angi. Come hai dormito? >> mi chiede Michael ancora un po' assonnato. Non ha mai amato alzarsi presto.
<< Molto bene. Sono davvero rilassata. >> gli rispondo sorridente.
Questa mattina la famiglia Longo ha preparato la colazione nel giardino esterno di fronte alla loro incantevole piscina. Sono una famiglia benestante e si possono permettere tutto questo lusso.
Anche la mia famiglia sta bene economicamente, ma noi non abbiamo una piscina tutta nostra.
Mentre mi sto per sedere alla tavola già imbandita per la colazione, il mio cuore smette di battere per qualche secondo per la scena che mi ritrovo di fronte.
Pietro sta uscendo dall'acqua come fosse un dio greco. I capelli bagnati. Gli occhi azzurri che brillano con la luce del sole, e quegli addominali. Scolpiti.
La sua pelle luccica per l'acqua che ha assorbito e le gocce cadono a terra mentre lui cammina.
Viene verso di me ed io credo di stare male.
<< Ciao Angela. Come stai? >> mi chiede dandomi un bacio sulla guancia.
Ho sempre avuto un' attrazione fisica per lui. Ma non credevo che fosse aumentata così tanto, e specialmente non pensavo di ritrovarmelo davanti con questa scena degna di un film. Per fortuna che non ci vediamo quasi mai.
<< Angi stai bene? >> Michael mi riporta alla realtà guardandomi con aria preoccupata. Sono rimasta immobile.
Sarà meglio che io mi riprenda o se ne accorgeranno tutti del mio stato ormonale.
<< Si, si sto bene scusate. Ciao Pietro. >> che imbarazzo.
Finalmente siamo tutti seduti e possiamo fare colazione.
I genitori di Michael mi fanno qualche domanda sul lavoro estivo, ed io gli rispondo un po' con la testa altrove perché Pietro si è alzato non appena ha finito di mangiare, ed ha deciso di rituffarsi in piscina mostrandoci le sue abilità da nuotatore.
Non posso restare qui ferma a godermi questa scena, altrimenti tutti noteranno il mio disagio.
Mi alzo chiedendo scusa ai signori Longo e mi rifugio nella camera degli ospiti dove ho dormito.
Non ho mai provato questa sensazione dentro di me. Non ho ancora avuto la mia storia d'amore e il mio primo, ed ultimo, bacio l'ho dato a Giorgio l'anno scorso. Siamo usciti insieme due volte, e dopo esserci baciati abbiamo capito che insieme non c'entravamo proprio niente.
Sento bussare alla porta e Michael entra dopo che io gli ho dato il permesso di farlo.
<< Ehi, stai bene? Te ne sei andata dalla colazione un po' strana. >> mi chiede sedendosi vicino a me sul bordo del letto. Speravo che non se ne fosse accorto.
<< Si sto bene. Devo aver mangiato troppo velocemente e mi è venuto mal di stomaco. >> spero veramente che non si sia accorto di come guardavo suo fratello.
Per fortuna Michael crede alla mia versione.
<< Va bene. Ti aspettiamo di sotto. >> mi dice uscendo dalla porta della camera degli ospiti.
Cerco di ricompormi e darmi una sistemata. Non posso provare queste cose per il fratello del mio migliore amico. Pietro non mi ha mai nemmeno parlato più di tanto, e a dire il vero mi sono anche sorpresa che stamattina sia venuto a salutarmi addirittura dandomi un bacio sulla guancia.
Faccio una serie di respiri profondi e apro la porta sperando di non ritrovarmi Pietro in piscina tutto bagnato, e invece succede anche di peggio.
Sto per scendere le scale quando ci ritroviamo faccia a faccia. Io sono vestita, lui no. Ha solo un'asciugamano avvolto intorno alla vita. I suoi addominali sono così scolpiti, ben visibili ai miei occhi.
La mia salivazione non funziona correttamente in questo momento e lui non dice una parola. Pietro mi guarda fissa negli occhi e poi inizia a guardarmi dalla testa ai piedi con fare ammiccante.
<< Sei cresciuta parecchio, piccola Angela. >> mi dice con un piccolo sorisetto.
Cosa dovrei rispondere a questa affermazione?
Non ne ho idea, così gli passo affianco trattenendo il respiro per non odorare il suo profumo e scendendo le scale più in fretta che posso.
Questo sarà un ferragosto molto impegnativo.
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AD UN PASSO DA NOI
Roman d'amourQuando si è amici da così tanto tempo significa che il rapporto è stato coltivato negli anni, che non ci sono mai state litigate, che non sono mai stati commessi dei disastri. Ma se invece ora un disastro Angela l'avesse commesso? E se non si potess...