AD UN PASSO DA NOI

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Capitolo 12

Michael

Non ce l'ho fatta. Pensavo di potercela fare ed essere forte, e invece non è stato così. Giuro che ci ho provato per qualche giorno a vedere se potevo ancora stare lì, nello stesso paese in cui vive lei, a pochi passi uno dall'altro, ma alla fine non ci sono riuscito.
Quando sono tornato dalla Sardegna mia madre mi ha fatto il terzo grado. Mi ha riempito di talmente tante domande che credevo che mi sarebbe scoppiata la testa da un momento all'altro.
Perché sei già a casa?
Cos'è successo Michael?
Perché non è tornato anche tuo fratello?
Mio fratello. Già, perché non è tornato mio fratello?
La delusione che ho sentito dentro di me quando li ho visti insieme e' stata troppo forte . Non credevo che si potesse arrivare ad odiare un fratello, ma in quel momento l'ho odiato. Ha fatto l'unica cosa che non doveva fare.
Perché ha tradito la sua ragazza con Angela? Da quanto tempo era interessato a lei? Non mi aveva mai detto nulla a riguardo e pensavo che avrebbe avuto il buon gusto di parlarmene prima di andarci a letto insieme.
Abbiamo sempre avuto un bel rapporto noi due, non credevo che sarebbe stato capace di farmi un dispetto simile. Mi fidavo ciecamente di lui, e sbagliavo.
La mattina dopo non ho voluto vedere nemmeno Pietro. Non sono mai stata una persona violenta, ma penso che se ce lo avessi avuto davanti probabilmente non avrei saputo rispondere di me stesso. E ne valeva davvero la pena?
Dopo due giorni che ero a casa , decisi di fare le valige. I miei genitori non erano contrari , mi hanno sempre appoggiato in ogni mia scelta, e anche mia madre ha deciso alla fine di smetterla di farmi tutte quelle domande e lasciarmi i miei spazi.
L'università inizierà a fine settembre, avrò tutto il tempo di ambientarmi qui a Roma, e di lasciarmi questa storia alle spalle, o almeno di provarci.
Il mio appartamento non è grandissimo. E' un monolocale composto da cucina e sala in un unico spazio, un bagno , e la camera da letto. E' già arredato e chi ci abitava prima di me ne ha avuto molta cura. Prima di me ci abitavano altri studenti che hanno finito l'università a giugno perciò l'appartamento era già libero per me. Mi sono portato l'essenziale e prima che inizi gli studi farò di nuovo un salto a casa per prendere il resto.
Mi squilla il telefono e quando lo tiro fuori dalla tasca dei pantaloni leggo il nome di mia madre.
<< Pronto mamma . Come stai? >> non l'avevo ancora chiamata da quando sono arrivato, ma lo avrei fatto a breve se lei non mi avesse preceduto.
<< Michael, io sto bene e tu? Sei arrivato? >> mi dispiace averla fatta preoccupare inutilmente.
<< Si mamma, scusa. Ti avrei chiamata tra poco. Il viaggio è andato bene e ora sono nel mio appartamento. E' molto carino. >>
Mia madre mi manca già. Siamo molto legati e non sarà facile starle così lontano. Spero di riuscire a vederla spesso.
<< Mi fa piacere tesoro. Ti devo dire una cosa. >>
<< Nulla di preoccupante spero. >> sono leggermente in ansia. Il suo tono di voce è cambiato.
<< No tranquillo e' tutto a posto. E' venuta qui Angela. Ti cercava e le ho detto che sei partito. >>
Mia madre sospettava già che tra me e Angela fosse successo qualcosa , e ora che ha scoperto che sono partito senza nemmeno dirglielo ne ha avuto la conferma.
Il mio silenzio si è fatto troppo lungo senza che nemmeno me ne accorgessi.
<< Tesoro mi vuoi dire cos'è successo fra voi due ?>>
Non mi va di parlarne. Specialmente con lei. Voglio che questa storia sia chiusa e voglio togliermi Angela dalla testa il prima possibile. Mi ha riempito di chiamate e messaggi negli ultimi giorni, ma io non intendo risponderle. Non voglio soffrire ancora.
<< Scusa mamma ora devo andare. Salutami tutti. Un bacio. >>
Chiudo la telefonata con il pensiero che avrei voluto dirle di salutare tutti tranne mio fratello, ma non voglio che mia madre sappia che i suoi due figli non vanno d'accordo. Ora non vivremo più né nella stessa casa, né nello stesso paese , perciò non c'è alcun bisogno che tutti sappiano quello che è successo fra di noi.
Sento il bisogno di prendere aria ed uscire da questo appartamento, ma so che ovunque andrò non mi permetterà di togliermela dalla testa.
Entro nel primo bar che trovo lungo la strada. Sembra più un pub. E' molto affollato e sembra frequentato da molti giovani, devo farmi spazio fra la gente per riuscire a raggiungere il bancone. Appena il barista si accorge di me li chiedo un caffè . Mi guarda un po' perplesso, forse si aspettava che ordinassi qualcos'altro.
Nell'attesa mi guardo intorno e noto che questo posto è pieno di belle frasi che ricoprono tutta la parete.
<< Qual è la tua preferita? >> Mi chiede una voce femminile. Mi volto e al mio fianco trovo una ragazza dai lunghi capelli biondi. Penso subito a come faccia con questo caldo a tenere i capelli sciolti. La guardo negli occhi e mi soffermo sul loro colore particolare, sono verdi ma con qualche sfumatura di grigio.
<< Oh, io non saprei. >> sicuramente non ho fatto una bella figura.
<< Sono frasi di scrittori. Ecco la mia preferita e' quella. E' di Nicholas Sparks. >>
Seguo il suo dito e leggo la frase : " L'amore è come il vento, non puoi vederlo ma puoi sentirlo. "
Non sono un gran lettore, e in questo momento penso che mi sarebbe servito esserlo.
<< Wow. La trovo davvero molto bella, e soprattutto molto romantica. Io purtroppo non leggo molto. >>
Lei mi guarda , ma non ha l'espressione di una persona che ti giudica, ma sembra che stia cercando di studiarmi in qualche modo.
<< Ti va di bere qualcosa? >> non posso evitare di guardare le sue labbra mentre mi parla, sono molto carnose e non posso fare a meno di pensare come sarebbe assaporarle.
Ma che mi prende? Non dovrei pensare a queste cose. Sono ancora immerso in quello che è successo con Angela e non dovrei mettermi in altri casini, ma forse conoscere qualcun altro in questo momento può essermi utile.
<< Si va bene. >>
Mi accorgo solo una volta seduti che non conosco nemmeno il suo nome.
<< Non ci siamo presentati. Io sono Michael. >> le dico tendendo la mia mano verso di lei. Prima di tendere la sua mano verso la mia mi sfoggia un sorriso che mi lascia senza fiato.
<< Io sono Lucia. >>
Una volta ordinato da bere, iniziamo a parlare di qualsiasi cosa. E' così facile parlare con lei. Mi chiedo come sia possibile, nemmeno la conosco, eppure c'è una sintonia fra di noi alla quale non riesco a trovare spiegazione . Solo dopo una ventina di minuti viene fuori che frequenteremo la stessa università. Sarà un sollievo conoscere qualcuno una volta che inizieranno le lezioni, almeno riuscirò a pensare il meno possibile ad Angela.
<< E' davvero piccolo il mondo. Ci incontriamo per caso in un bar di Roma e salta fuori che frequentiamo la stessa facoltà di legge. >> Lucia e' così spontanea quando mi parla.
<< Si , sono scioccato anch'io sinceramente. Roma e' grande. Quante possibilità c'erano che ci saremmo incontrati? >> tiro un sorso del mio cocktail dalla cannuccia e noto con la coda dell'occhio che Lucia mi sta fissando , e' forse malizia quella che vedo nei suoi occhi?
<< Senti...ti va di uscire da qua? Andiamo a farci un giro in un posto meno affollato. >>
Devo essere sincero, non pensavo che il mio primo giorno qui a Roma mi portasse ad una nuova conoscenza, e per giunta così bella. La mia serata non prevede programmi e io non voglio precludermi la possibilità di conoscere meglio Lucia.
<< Si per me va bene. >>
Quando usciamo dal pub si è fatto buio e mi ricordo solo ora di non aver mangiato nulla e non ho fatto nemmeno la spesa per la mia nuova casa. Nemmeno Lucia ha mangiato nulla così ci fermiamo a prendere un panino in un chioschetto di strada e lo mangiamo mentre camminiamo .
La nostra passeggiata si fa molto lunga parlando di qualsiasi cosa che ci riguardi. Qualsiasi cosa tranne di Angela. Decido di non parlare di lei, non voglio che Lucia sappia che una ragazza, la ragazza che conosco da tutta una vita, la sola che io abbia mai amato, mi ha appena spezzato il cuore.
<< Direi che si è fatto tardi. Vuoi venire nel mio nuovo appartamento a prendere un caffè? I vecchi inquilini ne hanno lasciato un po'. >> le spiego ridendo. << Ti chiamo poi un uber per tornare a casa. >>
Non riesco a capire se c'è dell'esitazione da parte sua , sarebbe comprensibile, d'altronde mi ha appena conosciuto, ma alla fine acconsente.
Arriviamo nel mio appartamento e le faccio fare un piccolo tour , non ci mettiamo molto ovviamente . Poi preparo il caffè che le ho promesso ed un tratto si crea silenzio fra di noi. Ci fissiamo negli occhi tutti e due appoggiati sul piano ai lati opposti della cucina. Non c'è imbarazzo , è come se tutti e due stessimo pensando la stessa cosa.
Mi sento stranamente calmo, e per una volta nella mia vita, decido di fare quello che mi va di fare nell'esatto istante in cui lo sto pensando.
Mi avvicino a Lucia e lei non si sposta di un solo millimetro dalla sua postazione. Mi sta aspettando e riesco a leggere nei suoi occhi che sta aspettando questo momento da quando mi ha incontrato.
Appoggio il mio pollice sul suo labbro e inizio a disegnare dei cerchi per sentirne la loro morbidezza.
Lucia schiude le labbra ed emette un gemito. Mi vuole, il suo corpo me lo sta dicendo chiaro.
Gli cingo la schiena con un braccio e con la mano libera le piego la testa per farmi dare la totale visuale del suo collo. Il profumo che sento sa di lavanda e risveglia tutti i miei sensi. Le mie labbra iniziano a baciarle il collo e i suoi gemiti mi danno la certezza di darle piacere .
Mi stacco da lei e la guardo negli occhi per chiederle il permesso di andare avanti e lei annuisce.
Le prendo la mano e la conduco nella mia piccola stanza. Ci siamo appena conosciuti, forse le cose tra di noi domani cambieranno, ma merita che io la faccia mia in un letto e non su un tavolino.
La faccio sdraiare a pancia in su e mi corico su di lei per iniziare ad assaporare le sue labbra che chiedono delle mie da diversi minuti ormai. E' un bacio appassionato, desideroso di essere consumato. Prendo una spallina della sua canotta estiva e la faccio scivolare in modo tale che mi dia la visuale dei suoi seni che sono così perfetti. Inizio a stuzzicarle i capezzoli con le dita e quando le diventano turgidi inizio ad accarezzarli con la mia lingua per darle ancora più piacere.
Sento il bisogno ancora una volta di chiederle il permesso perché la mia parte intimità è totalmente pronta per lei e non so se poi sarò in grado di fermarmi, sentirò ancor di più il bisogno di farmi strada dentro di lei.
<< Continua ti prego. Non ti fermare ora. >>
Mi bastano queste due frasi per scendere più giù e torglierle anche gli shorts. Le sue mutandine verdi come il suo reggiseno, sono bagnate e capisco che è pronta , e' pronta per me, ma io voglio darle ancora più piacere. Le sfilo le mutandine e con le dita della mia mano vado a scoprire la sua intimità, e' così calda. Il suo corpo trema e capisco che sta per raggiungere l'orgasmo, così faccio scivolare le mie dita fuori e inizio a spogliarmi. Voglio che mi aspetti, voglio raggiungere il piacere insieme a lei.
Una volta pronto torno a sdraiarmi su di lei.
<< Ti odio per esserti fermato. >> la sua voce è ansimante .
<< Mi ringrazierai dopo. >>
La guado negli occhi mentre entro dentro di lei ed è meraviglioso sentire come spinge i suoi fianchi verso il mio corpo e vederla inarcare il viso all'indietro mentre emette gemiti di piacere .
Il suo collo mi chiama così decido di appagarlo facendo scorrere ancora una volta la mia lingua su di esso.
I nostri movimenti diventano sempre più rapidi.
<< Ti prego continua così . >>
La sua voce disperata mi fa perdere il controllo e mentre il suo corpo inizia a tremare, sento che sono anch'io pronto all'orgasmo.
Dopo pochi istanti i nostri corpi raggiungono il massimo piacere nello stesso istante, come speravo.
Ci accasciamo sul letto completamente sudati e completamente appagati l'uno dall'altro.
Il mio primo giorno a Roma non lo immaginavo di sicuro così .

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