Dark Side [ita] //Volume 2//

8

«Rituale. Dovrò superare un rituale per garantire l'unificazione dell'Inferno e del Paradiso?» Il mio cuore batteva forte mentre rivolgevo lo sguardo verso Mitsuki; la donna sembrava distante, persa nei suoi pensieri, mentre esprimevo le mie preoccupazioni ad alta voce. Le sue labbra si contorsero leggermente, un segno della tensione che la stava attraversando.

«Non è stato facile mettere d'accordo il mio popolo, l'Inferno... Non è assolutamente un posto dove la gente và di comune accordo. Per giunta questa è solo... una misera porzione. Io governo su questo villaggio su questa piccola parte...» Le sue parole erano cariche di peso e responsabilità, eppure trovavo difficile immaginare come ciò potesse riguardarmi. Sono solo un Angelo, dopo tutto. Perché ora sembra così vicina a me?... cosa vuole da me? Prima sembrava odiarmi con tutto il suo cuore.

«Il Rituale dovrà essere accettato da tutte le famiglie regali, sia dell'Inferno che del Paradiso. Non so quanto ci metterò... Ma tu dovrai essere forte e pronto.» Il suo sguardo penetrante mi fece rabbrividire leggermente, e quando afferrò il mio braccio per esaminarlo, sentii il calore sprigionarsi dalla sua mano. L'aria circostante sembrava bruciare, mentre il mio corpo reagiva al suo tocco.

«Dovrai mettere su qualche muscolo, la tua corporatura è snella e fragile.» Le sue parole erano come lame che tagliavano la mia sicurezza. Quando le sue unghie affondarono nella mia pelle, emisi involontariamente un gemito di dolore. Poi la sua mano si spostò verso i miei fianchi, e mi sentii come se stesse scrutando ogni parte di me, come se fossi un oggetto da esaminare.

«I tuoi fianchi sono larghi, ottimi per avere molti bambini... Ma non abbastanza solidi da resistere a un misero calcio.» L'idea di avere bambini mi colse di sorpresa, e mi resi conto che non avevo mai veramente pensato a cosa significasse essere un Omega. La mia mente era sempre stata concentrata su altro. Ma ora, di fronte a Mitsuki, mi sentivo vulnerabile e incerto.

«C'è molto da lavorare, ma per tua fortuna il tempo non è poco.» Le sue parole mi richiamarono alla realtà, e mi resi conto che dovevo concentrarmi sul compito che avevo di fronte. Tuttavia, il mio sguardo si abbassò verso i miei fianchi, e una sensazione di vergogna mi pervase. Bambini?... in fondo rimango un Omega. Qualche volta mi dimentico di esserlo... dimentico di poter generare la vita anche se sono un uomo. Ma mai questo pensiero mi è saltato in mente, forse durante il mio Calore... ma nel resto quasi mai.

«Mio figlio non dovrà saperlo.»Le parole di Mitsuki mi riportarono bruscamente alla realtà, e l'idea che Kacchan potesse non voler questo mi colse di sorpresa. «Co-osa?» La mia voce era incerta, confusa dall'idea che Kacchan potesse essere contrario a qualcosa di così importante.

«Mio figlio non verrà a saperne del Rituale. Se solo lo venisse a sapere, impedirà che tutto ciò avvenga.» La sua voce era carica di rabbia e frustrazione, e mi chiesi cosa potesse esserci dietro a tutto questo. Perché Kacchan non dovrebbe volerlo?...
«Perchè?» boccheggiai.

Mitsuki si guardò attorno come ad assicurarsi che qualcuno non ci stesse vedendo, poi posò i suoi occhi taglienti su di me, si abbassò alla mia altezza e mi accarezzò il cappuccio. «Perché non vuole che tu ti faccia male. Che ti succeda qualcosa.» La sua voce era morbida, piena di preoccupazione, e mi sentii improvvisamente protetto da lei, anche se non riuscivo ancora a capire completamente il motivo dietro alle sue parole.

Le sue parole mi colpirono come una raffica di vento gelido, facendomi rabbrividire. «Ma... perché?» chiesi, la mia voce incerta e tremante.

Mitsuki si prese un istante prima di rispondere, il suo sguardo intenso scrutava il mio viso con attenzione. «Perché lui ti ama, Izuku. E non vuole vederti coinvolto in qualcosa di così pericoloso.»

Dinuovo... Di nuovo quella sensazione mi pervase il cuore e la mente... Come  prima durante la discussione con Kirishima. Perché tutti me lo stavano dicendo? E non il diretto interessato...