Capitolo 2
Forse... o forse no
Lilea
Incredibile. Davvero incredibile. È passato più di un mese, e nessuno dei due è ancora venuto meno al patto. Mi sarei aspettata che lui lo infrangesse dopo due giorni, ma mi sono dovuta ricredere.
Non si è dimostrato un campione di gentilezza, ma almeno non abbiamo più litigato. Ci siamo per lo più ignorati, ma i pochi scambi che abbiamo avuto sono stati cortesi e pacati.
È passato più di un mese, e ancora non riesco a inquadrarlo, neanche mi ci avvicino. Oman, invece, è l'esatto opposto. È simpatico, divertente e aperto. Ha fatto il primo passo, e ha fatto breccia nelle mie maniere brusche e da riccio. Siamo diventati amici in poco tempo.
Però credo che sia preoccupato per me. Non è che una sensazione, ma è incredibilmente scomoda.
Ha chiesto alla signora Villeneuve di poter venire in vacanza con noi. Fin qui tutto normale, ma poi l'ha chiesto anche a Cajilan, come se fosse lui a dovergli dare il permesso.
Come se quel ragazzo fosse il capo indiscusso della famiglia. Perché non ci vuole un genio per capire che anche se non hanno una goccia di sangue in comune sono come una grande famiglia.
So che Oman ha un fratello, ma non l'ho mai incontrato. L'unica cosa che mi ha detto è che il suo nome è Hassan. E che lo riconoscerò appena lo vedrò.
Cajilan lo tratta come un fratellino. Sono ancora lontana anni luce dal capire queste persone.
Però... anche se Cajilan fa venire i brividi, non posso negare che sia... quantomeno particolare.
Non sono mai stata sensibile alla bellezza dei ragazzi, né mi sono mai interessata, ma non vedere la sua equivale ad essere ciechi.
Il suo fascino è come un pugno nello stomaco: ti colpisce, ti devasta, ti toglie il fiato, e non se ne va più. Rimane in sottofondo come una sensazione fastidiosa e non ti lascia in pace.
Non ha la bellezza di un dio greco, no... perché loro in confronto a lui dovrebbero impallidire di vergogna. Cajilan è come una stella esplosa: magnifica, distruttiva... rovente. Non so perché, ma è una parola che gli calza. Lui mi ricorda un po' il calore, quello del fuoco che divampa, che danza sinuoso come un serpente, che ti incanta, ti ipnotizza, ti fa allungare la mano per accarezzarlo fino a che non è troppo tardi e ti bruci.
Ogni tanto lo guardo senza essere vista, in cerca di un difetto che rompa quella perfezione. Non ne ho ancora trovati, e non so, sinceramente, se potrò mai farlo. E la cosa che più di tutte mi irrita, è che ciò che dovrebbe renderlo orrendo, un mostro, non fa che accrescere il suo fascino e renderlo ancora più... più.
Ha tratti medio-orientali, cesellati come marmo nelle mani di un maestro migliore dello stesso Michelangelo. Capelli come onde di inchiostro nero come solo gli abissi più profondi possono essere, che si appoggiano mollemente sulle spalle larghe. Pelle olivastra, che sembra liscia come seta, le guance sovrastate da zigomi scolpiti. Ha gli occhi appena un po' a mandorla, uno è nero come una notte senza stelle, una pozza senza fine. So che non esiste il colore nero negli occhi, ma solo il marrone molto scuro, lui, però, deve essere l'eccezione che conferma la regola, perché non si riesce a distinguere la pupilla dall'iride. E io ci ho provato. L'altro... l'altro occhio, quello sinistro, è completamente bianco. Non ha più la pupilla, non ha più l'iride... niente. Dalla fronte alla guancia, verticale, netta e precisa, la cicatrice più strana che abbia mai visto. È un lungo solco, leggermente più chiaro della pelle intorno. Sembra essere stato fatto dalla mano di un chirurgo spietato.
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Nightshadow, Nei tuoi occhi
Fantasy"Non sono né un angelo né un demone, rondinella. Ma di certo non sono il buono della storia". Lilea, una ragazza dal passato turbolento con gli occhi del colore della più pura pietra di luna e un carattere che fa invidia a un porcospino , viene adot...