Capitolo 4
Affascinante stravaganza
Lilea
Mi sveglio lentamente, sentendo qualcosa di strano sul viso. Lo percepisco come bagnato. E qualcosa mi sta... leccando? Apro gli occhi di scatto e mi trovo davanti al bel muso di un gigantesco e peloso cagnolone. Un bovaro del bernese, a giudicare dalle sopracciglia color caramello, dal pelo nero e bianco, e dalla grandezza. Anche se questo particolare esemplare è mastodontico.
Mi allontano un po', ridendo.
«Piano, piano, cucciolone! Basta!» esclamo, grattandogli dietro le orecchie con una mano. Lui, o almeno credo sia un lui, abbaia felice. Ma da dove è sbucato? Lena non ha cani, e nemmeno il suo compagno, quindi come è entrato?
Mi alzo dal letto, e mi stiracchio. A questo punto, mi rendo davvero conto di quanto è enorme quel cane. Anche al suo confronto mi sento minuscola, non è giusto!
Liscio la canottiera che metto per dormire, e accarezzando la testa del cane, vado verso la cucina. Io mangio per prima ogni giorno, visto che mi sveglio sempre presto.
Mi esce uno sbadiglio da leone, e con gli occhi chiusi procedo a memoria. Mi fermo sulla porta e li riapro. Mi paralizzo, perché non sono sola.
«Scusate, non vorrei intromettermi in una conversazione sicuramente interessante, ma gradirei se voi gentiluomini faceste le presentazioni. No, dico, visto che il cane mi ha fatto fare una doccia non prevista e visto che in cucina ci sono tre sconosciuti e mezzo.» Tutto il gruppo si volta verso di me. Riconosco subito Oman e Cajilan. Oman mi fa un sorriso enorme e gioioso, mentre Cajilan si limita a osservarmi con un'intensità che non solo mi fa saltare davvero i nervi, ma mi mette anche a disagio. Già solo vederlo mi fa bruciare il petto di rabbia.
Mi concentro sugli altri quattro. Il ragazzo biondo e sottile si volta verso Oman.
«Avevi proprio ragione! È davvero una ragazza interessante!» Il commento mi fa assottigliare gli occhi. Ho notato che è un buon esercizio lanciare occhiate omicide alle persone la mattina presto.
«Felice di sapere che il biondino parla alle mie spalle, e che l'altro biondino gli dà corda. Adesso, però, gradirei davvero sapere chi diavolo siete.» Non sono né gentile né cortese, e nemmeno voglio esserlo. La situazione non mi piace proprio per niente.
«Perché tre sconosciuti e mezzo?» si informa incuriosito l'unico che riconosco grazie alle descrizioni di Oman. Capelli bianchi, occhi azzurri, albino... sì, deve essere lui.
«Perché so che tu sei Hassan. Non so nient'altro, sia ben chiaro, ma Oman mi aveva detto che ti avrei riconosciuto subito, e così è stato.» Lui annuisce, ma mi sembra perplesso.
«Biondino?» si chiedono Oman e l'altro ragazzo che ha parlato prima guardandosi a vicenda con un'espressione mezza offesa e mezza stupita.
«Dio, dammi la pazienza di non sbattergli le teste tra loro! Finché non mi dite i vostri nomi, come faccio a chiamarvi? Invento soprannomi! Per ora, voi siete il biondino, il piccoletto, e la farfalla. I nomi degli altri li conosco. Non vi hanno insegnato le buone maniere? Ci si presenta, quando si incontra uno sconosciuto. Quindi... Che sia un piacere o non lo sia, io sono Lilea Spiga, ho quattordici anni, tre mesi e tredici giorni, vengo dall'Italia (in caso non lo si fosse ancora capito), sono stata adottata da Loire e spero che almeno uno di voi non svetti su di me, perché altrimenti mi arrabbio davvero. So che non sarebbe colpa vostra, ma anche il cane mi fa sentire piccolissima, e la cosa mi piace poco.» Loro si guardano, gli occhi così spalancati che temo possano cascare loro sul tavolo. Che visione orripilante! E disgustosa.
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Nightshadow, Nei tuoi occhi
Fantasy"Non sono né un angelo né un demone, rondinella. Ma di certo non sono il buono della storia". Lilea, una ragazza dal passato turbolento con gli occhi del colore della più pura pietra di luna e un carattere che fa invidia a un porcospino , viene adot...